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LAUDATO SIE! Natura e scienza. L’eredità culturale di frate Francesco

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02/10/2024 - 06/01/2025
Museo di Roma
Nell’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature di san Francesco di Assisi, che si celebra nel 2025, il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospita la mostra Laudato Sie: Natura e Scienza. L’eredità culturale di frate Francesco.

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Petizione: NO all'asfalto nelle aree protette del Pratomagno!

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L’asfalto taglierà in due il massiccio del Pratomagno e le sue 2 zone di conservazione speciale della Rete EU Natura 2000?

No grazie! L’ululone e molte altre specie rare rischiano di scomparire, il Pratomagno rischia di perdere la sua unicità.

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LA CONSERVA DELLA NEVE

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27 – 28 – 29 SETTEMBRE 2024

 

Torna finalmente La Conserva della neve! L’appuntamento per conoscere ed esplorare le nuove forme di arte e architettura del verde è il 27 – 28 – 29 settembre 2024 nella prestigiosa cornice del Museo Orto Botanico di Roma.

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Nuova indagine di Greenpeace trova microplastiche anche sui più importanti ghiacciai italiani: “A rischio contaminazione corsi d’acqua ed ecosistemi a valle”

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Le microplastiche arrivano fin sui giganti di ghiaccio dei Forni e del Miage, due dei più importanti ed estesi ghiacciai dell’arco alpino, tra Lombardia e Valle d’Aosta: le nuove evidenze emergono da campioni raccolti la scorsa estate da Greenpeace Italia e analizzati grazie al supporto del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e del Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica (DiSSTE) dell’Università del Piemonte Orientale. I risultati mostrano che la contaminazione interessa l’80% dei campioni prelevati sul Ghiacciaio dei Forni e il 60% di quelli raccolti sul Ghiacciaio del Miage.

Tra le microplastiche individuate, ossia tutte le particelle di plastica con dimensioni inferiori a un millimetro, le fibre rappresentano oltre il 70% dell’impronta di contaminazione. Nello specifico, il cellophane è il polimero prevalente (55%), seguito dal polietilene-polipropilene (35%) e dal nylon (10%).

«Le analisi confermano che la contaminazione da microplastiche è ormai ubiquitaria e ampiamente diffusa anche sui ghiacciai italiani», afferma Marco Parolini, docente di ecologia presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. «Questa evidenza risulta particolarmente importante in un periodo storico in cui l’aumento delle temperature globali può determinare il rilascio di inquinanti immobilizzati all’interno dei ghiacciai in fusione, contribuendo a contaminare gli ecosistemi acquatici e terrestri che si trovano a valle».

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Fidia

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Dal 24 novembre ai Musei Capitolini – Villa Caffarelli la prima esposizione monografica dedicata al più grande scultore dell’età classica.
Un percorso straordinario nella vita e nell’attività dell’artista, con oltre 100 opere, alcune esposte per la prima volta, tra reperti archeologici, dipinti, manoscritti, disegni, installazioni multimediali «Nessuno supererà mai Fidia» Auguste Rodin, L’art, 1911

Il più grande scultore greco dell’età classica, FIDIA. Protagonista dell’Atene di Pericle, il suo nome è noto a tutti per la realizzazione di opere come il Partenone e le sue decorazioni scultoree e i mitici colossi crisoelefantini dell’Atena Parthenos e dello Zeus di Olimpia, una delle sette meraviglie del mondo antico.
Il suo genio creativo ha impresso un marchio indelebile nell’immaginario collettivo e continua ad essere fonte di ispirazione per i contemporanei. Una figura importantissima, quasi leggendaria, sebbene circondata da un alone di mistero. Molti dettagli della sua vita sono infatti poco noti e la conoscenza della sua opera si basa prevalentemente su repliche e su fonti letterarie. La mostra “FIDIA”, ospitata dal 24 novembre 2023 al 5 maggio 2024 presso i Musei Capitolini – Villa Caffarelli a Roma, è la prima esposizione monografica dedicata all’artista. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Claudio Parisi Presicce con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, Main sponsor Bulgari, Radio ufficiale Radio Monte Carlo, guiderà i visitatori in un viaggio inaspettato e sorprendente nella vita, nella carriera e nel clima storico-culturale in cui operò il grande scultore, attraverso una vasta e preziosa selezione di oltre 100 opere - tra reperti archeologici, originali greci e repliche romane, dipinti, manoscritti, disegni, alcuni esposti per la prima volta.

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Roma Arte in Nuvola

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Roma Arte in Nuvola: apre domani al pubblico la terza edizione della fiera internazionale di arte moderna e contemporanea.

24 – 26 novembre 2023

 

Da domani fino domenica 26 novembre apre al pubblico la terza edizione di “Roma Arte in Nuvola”, la grande fiera internazionale di Arte moderna e contemporanea ideata e diretta da Alessandro Nicosia, prodotta da C.O.R. e promossa con EUR Spa, con la direzione artistica di Adriana Polveroni e la consulenza di Valentina Ciarallo.

Organizzata presso la suggestiva cornice della Nuvola di Fuksas, “Roma Arte in Nuvola” ospita quest’anno oltre 150 gallerie d’arte nazionali ed estere di altissimo livello e propone al pubblico un’offerta artistica poliedrica, in grado di coinvolgere tutte le discipline, tramite un ricco programma di talk, esposizioni, performance ed installazioni. Un equilibrio sgnificativo tra l’aspetto commerciale e la forte impronta curatoriale e divulgativa che, da sempre, costituisce la cifra distintiva della fiera. Inaugurata questa mattina alla presenza del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e di fronte ad un’ampia platea di ospiti istituzonali e referenti di spicco del mondo dell’arte e della cultura, la fiera punta a confermarsi, anche quest’anno, una delle principali fiere di settore, capace di imporsi a livello nazionale ed internazionale. Nata come punto di riferimento per le gallerie del Centro-Sud, andando a valorizzarne l’alto potenziale, l’edizione 2023 registra una crescente presenza delle gallerie del Nord Italia e di quelle internazionali: da Tel Aviv a Dubai, passando per Londra, Parigi, Barcellona, Knokke fino a New York e Osaka.

Un’offerta espositiva completa e di alto profilo che caratterizza gli oltre 14.000 metri quadri di spazio espositivo, suddivisi fra arte moderna e contemporanea, rispettivamente al general floor (piano terra) e al forum (primo piano), creando un proficuo dialogo fra le diverse espressoni artistiche. Fiore all’occhiello della terza edizione è la partecipazione attiva del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura, con Regione Lazio e Roma Capitale. Una collaborazione signficativa, indice di una spiccata capacità di fare sistema fra istituzioni pubbliche intorno ad una fiera come avviene da tempo nelle maggiori città del mondo: da Frieze a Londra a Armony Show a New York fino a Paris+ par Art Basel. Grazie a questa inedita collaborazione, sarà possibile ammirare in anteprima assoluta ben 40 opere della Collezione Farnesina, con artisti del calibro di Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Afro, Agostino Iacurci e Tommaso Binga, esposte a Roma presso la sede della fiera. Una preziosa testimonianza dei momenti chiave della storia dell’arte italiana ma anche delle tendenze più attuali, oltre a dare spazio alla riscoperta di artisti poco noti al grande pubblico. Uniti sotto il payoff “Il MiC per Roma Arte in Nuvola”, partecipano attivamente alla fiera, per la prima volta, alcune delle istituzioni museali e culturali più rappresentative del Ministero della Cultura. Il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo presenta due opere centrali della propria Collezione, Senza titolo (Triplo igloo) di Mario Merz e Ciclomóvil di Pedro Reyes, mentre il Museo delle Civiltà, partecipa con diversi artisti fra cui Victor Fotso Nyie e la sua opera in ceramica Suivre ses Reves.

E ancora, la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, che espone Nero bianco nero (1955), opera iconica di Alberto Burri, e l’Archivio Luce Cinecittà che presenta due postazioni/installazioni site specific; al piano terra, una presentazione di cinegiornali dedicati alle grandi mostre degli anni Sessanta, mentre al secondo piano una rassegna di film prodotti dall’Archivio e dedicati all’arte contemporanea. Significativa la partecipazione della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC con un’isola informativa digitale che presenta le numerose attività legate alla promozione e al sostegno delle arti visive e dell’architettura contemporanee, nonché delle imprese culturali e creative e degli interventi di rigenerazione urbana. Presente anche Roma Capitale, con la mostra La Città delle Donne, che prende corpo dalla metafora di felliniana memoria e che si struttura in un suggestivo percorso visivo elaborato sul corpo della donna nella considerazione di un rapporto che quasi non distingue più il valore semantico del corpo della donna con quello stesso della città di Roma. Centrale, infine, la grande mostra dedicata ad Alighiero Boetti, uno dei principali protagonisti del gruppo dell’Arte Povera, nonché uno degli artisti italiani più apprezzati del secondo Novecento, realizzata in collaborazione con la Galleria Tornabuoni Arte. Omaggio all’artista, di cui nel 2024 si celebreranno i trent’anni dalla scomparsa, la mostra include una selezione di trenta lavori su carta, espressione delle diverse fasi dell’artista. Da “Senza Titolo”, emblematico del passaggio tra la fase poverista e quella concettuale, si prosegue con i “Lavori Postali” e le loro permutazioni matematiche, fino ad arrivare alle cosiddette “Biro” e ai “Fregi”.

Dopo aver ospitato Israele nella prima edizione e l’Ucraina nella seconda, la Fiera ha scelto di consolidare la propria vocazione internazionale ospitando, quest’anno, l’Australia come Paese straniero presentando un’offerta espositiva contemporanea che trova nell’arte aborigena la propria vocazione. Il padiglione ospiterà la mostra d’arte aborigena “Threads and Lands”: pittura, scultura, lavorazione del legno e arazzi compongono una collezione dinamica, la cui narrazione curatoriale si ispira alla materialità fisica delle opere d’arte e ai processi di creazione.

Tra gli artisti in mostra Witjiti George, Nyunmiti Burton, Yaritji Heffernan e Zaachariaha Fielding. Torna il programma dei talk, ospitati al piano N3 della Nuvola, incentrato su temi quanto mai attuali anche nel settore dell’arte – dalla sosteniblità all’intelligenza artificiale fino al ruolo degli art influencer – su cui si confronteranno voci di primo piano, italiane e straniere, tra artisti, curatori e collezionisti. Si rinnova, anche quest’anno, l’assegnazione di importanti premi nell’ambito della fiera (“The best”, “Young” e “Discovery”), a testimonianza della grande attenzione che la fiera riserva nei confronti della cura e dell’originalità con cui le gallerie allestiscono i propri stand, riconoscendone la professionalità e la capacità di reinventare la propria proposta. Un’ulteriore dimostrazione dell’alto riconoscimento che Roma Arte in Nuvola manifesta nei confronti delle gallerie, da sempre i primi interlocutori di una fiera.

Tra i numerosi sostenitori di quest’anno. Main Partner: Banca Ifis; Sponsor: Terna, Rai, Archivio Luce Cinecittà; con la partecipazione di: Poste Italiane, Treccani Arte; Radio Ufficiale: RDS; Official Insurance: European Brokers; Sponsor Tecnici: Ticketone, Caffetterie Palombini.

PESTICIDI, APPELLO AGLI EUROPARLAMENTARI ITALIANI

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Il 22 novembre serve un voto per una norma europea forte ed efficace per la tutela della salute delle persone e della Natura.


Il WWF Italia ha inviato a tutti gli europarlamentari italiani una lettera a firma del Presidente nazionale, Luciano Di Tizio, per sollecitare un voto responsabile e lungimirante sul Regolamento UE per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR), che sarà discusso e votato la prossima settimana nelle riunioni in plenaria del Parlamento europeo del 21 e 22 novembre.

Le Strategie UE del Green Deal, Farm to Fork e Biodiversità 2030, indicano gli obiettivi di riduzione del 50% di tutti i pesticidi, un traguardo fondamentale per la transizione ecologica dell’agricoltura europea, prima causa di perdita della biodiversità nel nostro continente.

Il voto del 24 ottobre scorso della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo, ha accolto e parzialmente migliorato la proposta del Regolamento SUR della Commissione europea, rafforzando per i pesticidi più pericolosi l’obiettivo di riduzione fissandolo al 65% entro il 2030.

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La cottura dei cibi in acqua inquinata da PFAS contamina gli alimenti e aumenta i rischi per la salute: la ricerca di CNR-IRSA e Greenpeace Italia

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Diversi alimenti comunemente consumati sulle nostre tavole come pasta, riso, carote, patate e manzo, se cotti in acqua contaminata da PFAS (composti per- e poli-fluoroalchilici), possono diventare a loro volta una fonte di questi pericolosi inquinanti. Lo rivela un’indagine di laboratorio preliminare condotta da Greenpeace Italia e CNR-IRSA, secondo cui la presenza di PFAS negli alimenti cotti in acqua contaminata può essere decine di volte superiore rispetto agli alimenti crudi.

Negli esperimenti realizzati da Greenpeace Italia e CNR-IRSA sono stati lessate porzioni di pasta, riso, carote, patate e manzo in acqua contaminata da PFAS proveniente dal pozzo di una famiglia di Lonigo (Vicenza) che, per decenni e fino alla primavera 2023, ha usato quest’acqua come unica fonte. La storia della famiglia è stata raccontata da Greenpeace nei mesi scorsi.

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Esplorazioni Archeologiche e il Mistero delle Cipree Medievali nelle Maldive

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Vi invitiamo a intraprendere un viaggio emozionante nel mondo delle scoperte archeologiche recenti, mentre esploriamo un affascinante studio condotto nelle incantevoli Maldive, noto come "Tracking the Cowrie Shell: Excavations in the Maldives, 2016". Questa ricerca, coordinata da un team di esperti composto da Anne Haour, Annalisa Christie e Shiura Jaufar, provenienti dalla Sainsbury Research Unit for the Arts of Africa, Oceania, and the Americas e dall'University of East Anglia, Regno Unito, ha portato alla luce segreti sepolti nel passato dell'arcipelago delle Maldive.

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Machu Picchu prima di Machu Picchu

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Da un letto di un torrente venne trasformato in cava, poi in piazza, fino a diventare il capolavoro dell’architettura Inca che tutto il mondo conosce. È quanto scoperto, mediante tecniche di indagine geofisiche, dal Cnr con gli Istututi Ispc e Imaa, nell’ambito della missione internazionale Itaca. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports.


Machu Picchu, monumento simbolo della civiltà Inca, indicata come una delle sette meraviglie del mondo moderno, è sempre fonte di attrazione non solo per la sua disarmante bellezza e fragilità, ma anche per le continue scoperte che la ricerca archeologica è in grado di restituire.
Sono stati pubblicati, sulla rivista ‘Scientific Reports’ (Nature), i risultati di recenti studi realizzati dalla Missione Itaca, coordinata dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) attraverso l’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc) e l’Istituto di metodologie per l'analisi ambientale (Cnr- Imaa) di Potenza, che - grazie all’integrazione tra saggi di scavo e la combinazione di tecnologie di osservazione della Terra - hanno rivelato l’immagine di Machu Picchu prima che l’uomo vi iniziasse a costruire le monumentali architetture.

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Forme di violenza alla donna nel periodo coloniale e post- coloniale in AOI

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La prima pagina dell’abbecedario in lingua somala

 


A mio padre, Luigi Gallo, che nel ‘938 costruiva in Etiopia le strade dell’Impero.

 

Premessa: L’Espansione italiana nell’Africa Orientale ebbe inizio alla fine del 1800 con il primo dispiegamento di truppe presso i territori di Massaua (1885) per poi arrivare alla proclamazione della colonia “Eritrea” nel 1890, alla proclamazione della colonia “Somalia” nel 1908 ed infine alla proclamazione dell’Impero italiano, nel 1936, dove Somalia, Eritrea ed Etiopia costituivano l’Africa Orientale Italiana (AOI).Formalmente si fa concludere il colonialismo italiano in AOI con l’occupazione britannica, nel 1941, dei territori dell’Africa Orientale Italiana, seppur poi, dal 1948 al 1960, l’Italia fu incaricata dall’ONU dell’amministrazione fiduciaria della Somalia (AFIS) (BEN GHIAT & FULLER, 2005).

Dopo 50 anni di colonialismo “...L’eredità italiana in Somalia era costituita soprattutto da: una scuola primaria, una scuola secondaria, fino al liceo scientifico, una scuola per ragionieri e geometri, aperte indiscriminatamente a tutti, somali ed italiani, fino al giorno dell’indipendenza”(VILLANI,1972): con docenti e programmi del tutto comparabili a quelli del nostro Paese. Naturalmente si usava la lingua italiana per scolaresche, che si esprimevano abitualmente in somalo. Il primo abbecedario con l’alfabeto somalo venne “tirato al ciclostile” nell’agosto‘972 nella stamperia dell’Università Nazionale Somala) (foto n.1: la 1° pagina). Il 21/10 in occasione del “terzo anniversario della rivoluzione della Somalia” un elicottero buttava giù dal cielo i fogli dell’alfabeto su una folla che si accalcava e si rincorreva per prenderli. Così moriva una lingua orale, conservata da sempre nella mente degli anziani: come l’unica biblioteca che i somali possedessero; il solo strumento conoscitivo della loro storia, che veniva raccontata dai cantastorie come “vanto della tribù” nelle cerimonie e insegnata ai bambini con la propria genealogia, fin dai primi anni, dai patriarchi.

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El profesor de la Universitat de València Javier Orenga investiga el momento idóneo para pinzar el cordón umbilical y su relación con los depósitos de hierro

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Javier Orenga, profesor de la Facultad de Enfermería y Podología de la Universitat de València y enfermero especialista en Obstetricia y Ginecología en el Hospital Universitario de la Plana, ha participado en un estudio con el objetivo de determinar cuál es el mejor momento para llevar a cabo el pinzamiento al cordón umbilical de neonatos. La investigación ha analizado 156 partos para determinar la relación entre el momento en el que se ejecuta el pinzamiento y los depósitos de hierro en el lactante y su madre.

El estudio aporta evidencia sobre el momento óptimo para el pinzamiento del cordón umbilical que, en condiciones normales, se encuentra alrededor de los 3 minutos de vida. Así, se aprecia en el neonato la ausencia de complicaciones y el aumento de los depósitos de hierro, hecho que reduce el riesgo de anemia en la época lactante. En cuanto a la madre, la investigación reporta efectos asociados a su salud hematológica, la satisfacción con el parto y la mejor adherencia a la lactancia.

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Descubren la función ancestral del ácido retinoico, una molécula esencial en la evolución de los vertebrados

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 Esta molécula es un factor imprescindible para regular la expresión de genes implicados en los procesos de proliferación y diferenciación celular.

En biología molecular, el ácido retinoico es una molécula conocida por su papel clave en las vías de señalización del desarrollo embrionario en vertebrados. Sin embargo, aún son muchas las incógnitas sobre su origen en la escala evolutiva de los metazoos. Un equipo internacional describe ahora por primera vez la función ancestral del ácido retinoico en el linaje de los animales con simetría bilateral, según un artículo publicado en la revista Science Advances en el que participa el profesor Ricard Albalat, de la Facultad de Biología y del Instituto de Investigación de la Biodiversidad (IRBio) de la Universidad de Barcelona.

El ácido retinoico (AR) es una molécula clave en la fisiología y el desarrollo embrionario del filo de los cordados. Derivado de la vitamina A (retinol), es un factor necesario para regular la expresión de genes en diferentes procesos —proliferación y diferenciación celular durante el desarrollo embrionario— y en la formación de los patrones de simetría corporal.

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Descubren que los primeros cabellos teñidos de la historia formaban parte de rituales funerarios

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Arqueólogas de la Universidad de Granada (UGR) han identificado una serie de rituales funerarios sin precedentes hasta la fecha, llevados a cabo entre finales del segundo y principios del primer mileno en la Cueva de Biniadrís de la isla balear de Menorca. Las excavaciones realizadas han permitido hallar prácticamente un centenar de cuerpos inhumados en la gruta, además de reconocer una serie de ceremonias de corte fúnebre como el teñido del pelo de los cuerpos en color rojizo, su ubicación estratégica en el centro de la cueva, el uso de elementos cerámicos en los rituales o la apertura de orificios en el cráneo de los cadáveres (trepanación).

Las investigadoras del departamento de Prehistoria y Arqueología de la Universidad de Granada Eva Alarcón García y Auxilio Moreno Onorato han liderado este trabajo. La cueva analizada, situada cronológicamente en la Edad de Bronce, fue usada hace entre 3300 y 2600 años como recinto funerario por diferentes sociedades, dato que contribuye a su carácter único.

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Il 2 febbraio è World Wetlands Day

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Zone Umide sorvegliate speciali a causa dell'effetto clima che le sta prosciugando, una pressione che si aggiunge al consumo del suolo, all'inquinamento e alla caccia. Sono gli ecosistemi più a rischio del pianeta: in Europa è scomparso il 90% solo nell'ultimo secolo. Dei circa 3 milioni di ettari originari, all'inizio del ventesimo secolo ne restavano meno della metà, 1.300.000 ettari. In Italia il colpo finale è stato dato tra l'800 e il 900 (lago del Fucino, bonifiche delle paludi pontine, tanto decantate da Goethe nel suo Viaggio in Italia, le zone umide ferraresi).
Per arrestare il ritmo di questa perdita e far conoscere l'enorme valore delle zone umide il WWF ha lanciato la nuova campagna One Million Ponds che punta a ricostruire quel sistema linfatico prezioso fatto di laghi, stagni, pozze, fontanili, torbiere e acquitrini, una gamma variegata di habitat tra terra e acqua, 15 dei quali rari e tutelati dalla Direttiva europea “Habitat”, fondamentale per proteggere la nostra biodiversità. L’occasione è la Giornata Mondiale delle Zone Umide che si celebra il 2 febbraio.
La campagna è rivolta a soci, volontari, esperti e cittadini per favorire un’adeguata conoscenza di questi ambienti preziosi, sensibilizzare sulla loro importanza, e la loro tutela. Si inizierà con un censimento di tutti quei piccoli specchi d’acqua dove sono presenti piante e animali palustri.

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Nuevo estudio sobre las ocupaciones neandertales en la Sierra de Madrid

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Investigadores del CENIEH acaban de publicar en la revista Trabajos de Prehistoria un nuevo artículo sobre la ocupación y desarrollo de actividades por parte de grupos neandertales en el yacimiento madrileño de Navalmaíllo, (Pinilla del Valle).

Los investigadores del Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana (CENIEH) Laura Sánchez-Romero, Alfredo Pérez-González y Theodoros Karampaglidis acaban de publicar en la revista Trabajos de Prehistoria un nuevo artículo sobre la ocupación y desarrollo de actividades por parte de grupos neandertales en el yacimiento madrileño de Navalmaíllo, (Pinilla del Valle).

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LAS PLANTAS Y LAS CIUDADES DEL FUTURO

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 ¿Cómo pueden las plantas cambiar nuestro futuro?

Producir energía eléctrica aprovechando la interacción entre bacterias y fotosíntesis vegetal sí es posible. Vamos a ver como.

 

La principal fuente de energía que permite el abastecimiento de todos los seres vivos en la tierra es el carbono, más específicamente el dióxido de carbono (CO2) que se encuentra en nuestra atmósfera. La producción de las biomoléculas comienza con los procesos accionados por el sol, el mayor generador de energía renovable del planeta. La gran estrella luminosa irradia con ondas electromagnéticas la atmósfera y una pequeña parte de esta energía llega a los organismos fotoautótrofos, los cuales a través de la fotosíntesis elaboran sustancias para su proprio sustentamiento y el de los organismos heterótrofos.

 

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El genoma de Leishmania revela com aquest paràsit que afecta 12 milions de persones s'adapta a canvis ambientals

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 La leishmaniosi és una important malaltia humana i veterinària causada pel paràsit Leishmania que afecta 12 milions de persones en més de 98 països. Actualment aquesta malaltia està aflorant a Europa a causa del canvi climàtic i als desplaçaments massius de població. Se sap que el paràsit s'adapta ràpidament a nous ambients, amb conseqüències importants en el nombre d'afectats amb aquesta malaltia. Per això, la Unió Europea ja la reconeix com una amenaça emergent per a la salut pública.

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Les changements climatiques perturbent les poissons nettoyeurs

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La détérioration de la Grande Barrière de corail en Australie décime les poissons nettoyeurs et les rend moins subtils dans leur tâche. Une étude de l’Université de Neuchâtel montre que leur densité de population s’est réduite de 80% en raison de dommages subis à leur environnement, une proportion bien plus grande que celle affectant les autres espèces peuplant le récif. Ces travaux sont publiés dans la revue scientifique Global Change Biology. Mauvaise nouvelle pour l’écosystème de la Grande Barrière de corail : la multiplication des cyclones survenus en 2014 et 2015, conjuguée au phénomène climatique El Niño de 2016, a eu des conséquences directes sur la qualité du travail des poissons nettoyeurs.

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Nuevo estudio investiga un conflicto entre el desarrollo de los ojos y de la corteza cerebral

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 Pereira Pedro et al 2017

Investigadores del Grupo de Paleoneurobiología del CENIEH acaban de publicar un  artículo en la revista Journal of Anatomy sobre la relación espacial entre ojos y cerebro en humanos modernos, fósiles y chimpancés. Sofia Pereira Pedro y Emiliano Bruner del Grupo de Paleoneurobiología del Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana (CENIEH), acaban de publicar en la revista Journal of Anatomy un estudio de morfometría sobre la relación espacial entre ojos y cerebro en humanos modernos, fósiles, y chimpancés.

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Cyclones et changement climatique : le rôle de la vapeur d’eau

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La quantité d'eau contenue dans l'atmosphère subtropicale est un paramètre clé dans la  formation des pluies et  des cyclones. Mesurer la composition isotopique de cette eau aide à mieux comprendre les mécanismes climatiques en jeu et apporte des éléments sur leur évolution future.

Si l’augmentation des températures à la surface de la Terre d’ici 2100 est avérée selon les projections climatiques, des incertitudes subsistent sur l’évolution du régime des pluies et des cyclones dans les régions tropicales et subtropicales. Certains modèles estiment que les pluies seront plus importantes dans les prochaines décennies, d’autres qu’elles diminueront. Une étude menée sur l’île de La Réunion 1 apporte pour la première fois dans l'hémisphère Sud des éléments d’éclaircissement à ce sujet. A l’observatoire atmosphérique du Maïdo situé à 2160 mètres d’altitude, les chercheurs ont mesuré la composition isotopique de la vapeur d'eau - soit la proportion des différentes molécules d'eau qui la composent-  dans l'atmosphère de l’île.

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Los niños que van solos al colegio tienen más autonomía y más capacidad para tomar decisiones

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Los resultados de una investigación de la Universidad de Granada demuestran que a partir de los 10-12 años es más común que los niños se desplacen al colegio solos y de forma activa, es decir, andando o en bicicleta, lo que aumenta su percepción de seguridad del trayecto y su autonomía. Investigadores de la Universidad de Granada, pertenecientes al grupo de investigación PROFITH, han demostrado que la movilidad activa al colegio (esto es, ir andando o en bicicleta) y sin la compañía de adultos, aumenta la percepción de seguridad del trayecto que tienen los niños y su propia autonomía.

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Los fungicidas y los antidepresivos que llegan a los ríos alteran la forma en que nadan y se alimentan algunos organismos acuáticos

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La especie Gammarus pulex, común en los sistemas acuáticos, reduce el consumo de alimento y nada más rápido en presencia de los tóxicos.

Sorprendentemente, las bajas concentraciones de productos químicos tóxicos en los ríos —de fungicidas a antidepresivos— pueden cambiar la forma en que algunas criaturas acuáticas nadan y se alimentan. Así lo constata una nueva investigación liderada por expertos de las Universidad de Barcelona (UB) y de la Universidad de Portsmouth (Reino Unido). Además, de acuerdo con este trabajo publicado en la revistaEnvironmental Pollution, los efectos pueden ser inesperados según el tipo de cóctel de toxinas.

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Consommer du cannabis sur le long terme augmente les comportements violents chez les jeunes admis en milieu psychiatrique

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 Une nouvelle étude menée par des chercheurs de l’Institut universitaire en santé mentale de Montréal montre qu’une consommation régulière de cannabis est associée à une hausse des comportements violents chez les jeunes adultes après un congé de l’hôpital psychiatrique. La recherche du Dr Alexandre Dumais (M.D., Ph. D., FRCPC, psychiatre à l’Institut Philippe-Pinel de Montréal) et du Dr Stéphane Potvin (Ph. D., professeur à l’Université de Montréal), effectuée auprès de 1136 patients (âgés de 18 à 40 ans) ayant des troubles mentaux et ayant été suivis à travers cinq rencontres au cours de l’année, prenait en compte la consommation de la substance ainsi que l’apparition de comportements violents.

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Le défi de l’eau des villes africaines

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 L’accès à l’eau reste problématique pour les citadins d’Afrique subsaharienne. La mise en place conjointe de politiques publiques contextualisées et d'une gestion participative constitue un axe d’amélioration.   Le déficit d’accès à l’eau potable est l’un des risques majeurs de la prochaine décennie. Aujourd’hui, une personne sur dix dans le monde ne peut se procurer de l’or bleu 1. Les villes africaines sont d’autant plus concernées que le nombre de citadins en Afrique triplera d’ici 2050, passant de 346 millions à 1,1 milliard d’individus. Si les tendances se poursuivent, ces nouveaux arrivants s’installeront majoritairement dans les périphéries informelles, généralement dépourvues de services urbains de base, tel que l'accès à l'eau : à Nairobi par exemple, 75 % de la croissance urbaine actuelle se fait dans ces zones.

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Un estudio teórico explica la "selección natural" de las proteínas

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 Representación artística de la secuencia de la selección por temperatura en el caso de una proteína hidratada. Imagen: V. Bianco.

Investigadores del Instituto de Nanociencia y Nanotecnología de la Universidad de Barcelona (IN2UB) han presentado el primer estudio computacional que simula la selección natural de las proteínas en el agua bajo condiciones ambientales diferentes, con el objetivo de diseñar las secuencias de aminoácidos que expresan sus funciones a unas temperaturas y presiones específicas.

«Los resultados son significativos para entender la evolución de la proteína en la Tierra, ya que explican por qué las proteínas que evolucionaron en ambientes con temperaturas altas pueden funcionar en las condiciones ambientales actuales. También confirmamos la prometedora hipótesis de que muchas características observadas en las proteínas surgen naturalmente cuando el proceso de selección tiene en cuenta las propiedades termodinámicas del disolvente», explica Giancarlo Franzese, investigador del IN2UB.

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Explican por primera vez por qué ‘perro no come perro’: los carnívoros saben que la carroña de sus semejantes provoca enfermedades

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Zorro devorando a un Tejón. Imagen captada por las cámaras de los investigadores (UGR).

 Un equipo internacional de investigadores, liderado por la Universidad de Granada, ha explicado por primera vez la base científica del viejo refrán ‘perro no come perro’: para un animal carnívoro, comer carroña de otro carnívoro, especialmente si es de su misma especie, incrementa la probabilidad de contraer patógenos que podrían hacer peligrar su vida. Este trabajo, en el que también participan las universidades de Berkeley (EEUU), Murcia y Miguel Hernández, ha sido publicado en la revista Journal of Animal Ecology y aporta nuevos datos sobre esta idea, cuyo origen se remonta al menos a los tiempos de la antigua Roma (“Canis caninam non est”), y que viene a decir, en un contexto social, que los miembros de un determinado gremio tienden a evitar conflictos entre ellos.

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Más del 38 % de las poblaciones de loros tropicales del continente americano están amenazadas por la actividad humana

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La captura para el comercio local e internacional es una de las amenazas principales sobre estas aves tropicales (imagen: Igor Berkunsky)

Más del 38 % de las poblaciones de loros tropicales del continente americano (Neotrópico) está en declive por el impacto de la actividad humana, según un estudio científico publicado en la revista Biological Conservation por un equipo internacional en el que participa Juan Carlos Guix, colaborador del Departamento de Biología Evolutiva, Ecología y Ciencias Ambientales de la Facultad de Biología de la Universidad de Barcelona.

La captura para el comercio local e internacional y la pérdida del hábitat natural son las amenazas principales sobre estas aves tropicales del orden Psittaciformes, según el artículo dirigido por los expertos Igor Berkunsky (Universidad Nacional del Centro de la Provincia de Buenos Aires) y Juan Masello (Universidad Justus Liebig, Alemania). En la investigación colaboran un total de 101 expertos de 76 instituciones y organizaciones no gubernamentales, que han podido determinar las principales amenazas que afectan a 192 poblaciones de 96 especies de loros neotropicales en veintiún países.

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Suelo o agua: ¿qué tipo de ejercicio físico es mejor para las embarazadas?

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Investigadores de la UPM lideran un estudio que analiza distintas formas de ejercicio y determina sus beneficios durante el embarazo de cara a controlar el sobrepeso y prevenir la diabetes gestacional.

Una de las preocupaciones más frecuentes de las mujeres cuando están embarazadas es el control de su peso, no solo por motivos estéticos, sino sobre todo, para prevenir posibles complicaciones materno-fetales durante el proceso de embarazo y parto, y el desarrollo de la diabetes gestacional, una enfermedad que puede dañar al bebé e incrementar las posibilidades de que en un futuro este desarrolle también diabetes. La posibilidad de hacer ejercicio, siempre de forma moderada, durante este periodo, es actualmente una de las fórmulas más recomendadas por los profesionales sanitarios para prevenir ambos problemas. Pero, ¿qué tipo de ejercicio es más beneficioso para la madre y el feto y con qué intensidad? Un estudio liderado por investigadores de la Universidad Politécnica de Madrid tiene la respuesta.

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La UB lidera un proyecto europeo único para impulsar la donación de órganos en todos los países miembros y vecinos de la Unión Europea

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EUDONORGAN es una iniciativa exclusiva y pionera impulsada por el Parlamento Europeo para cubrir las necesidades de formación y sensibilización social en el ámbito de la donación de órganos.

 

Sólo un 10% de la población mundial tiene acceso a un trasplante y muchos pacientes mueren durante el período de espera de un órgano compatible. En el marco de la Unión Europea -con 28 países miembros y una población superior a los 500 millones de habitantes- más de 87.000 personas esperan aún un trasplante, mientras que el número de donantes anual está alrededor de 10.500.

El principal obstáculo en la práctica médica del trasplante -una técnica consolidada y altamente efectivamente es la falta de órganos en todo el mundo. Sensibilizar al conjunto de toda la sociedad y potenciar la formación de expertos altamente especializados en los veintidós ocho países miembros de la Unión Europea y los países vecinos de la zona comunitaria con el objetivo final de mejorar las tasas de donación de órganos son los ejes de referencia de EUDONORGAN. Este proyecto europeo está liderado por la Universidad de Barcelona, junto con la FBG y la Fundación DTI - Donation & Transplantation Institute, ubicadas en el Parque Científico de Barcelona.

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Geoingegneria: alcune idee per cambiare il clima

“Se vogliamo migliorare il nostro pianeta e adattarlo al nostro stile di vita, dobbiamo modificarne il clima”. Così scrivevano nel 1965 N.P. Rusin e L. Flit, autori di un libro intitolato “Uomo vs Clima”. I due scienziati russi sognavano di “riplasmare” la Terra, invertendo il corso dei fiumi o sciogliendo l’Artico per irrigare i campi di grano sovietici. Pura fantascienza, per fortuna. Come osserva Sanjida O'Connell in un articolo apparso sul Daily Telegraph qualche giorno fa, negli ultimi 40 anni l’uomo ha sicuramente contribuito a cambiare il clima del Pianeta, ma non lo ha certo migliorato.

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