David Hare torna alla regia dopo una lunga assenza con una spy-story: Page eight. Pellicola non in concorso ma presentata alla kermesse cinematografica romana nella sezione Occhio sul mondo-Focus UK. È un distillato della migliore tradizione cinematografica inglese, al lavoro via cavo – perché il film è realizzato per la tv inglese ed è prodotto dalla BBC, infatti. Hare torna, in grande stile, ancora una volta sul tema del dramma privato che si fonde con quello pubblico e politico sanciti dal segreto che li unisce, confezionando un prodotto dalle tematiche moderne ma dal fascino retrò. Sulle note jazzistiche, che accompagnano un gusto artistico altrettanto raffinato, la macchina da presa si concentra fissa sui volti di Bill Nighy, al tempo stesso austero e romantico, e della persuasiva Rachel Weisz, che cela dietro i suoi lineamenti da fiaba una grandissima determinazione, volta a scoprire la verità.
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