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Cinema

Le prostitute di Glawogger protagoniste per un giorno

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Whores’ Glory di Michael Glawogger, presentato alla 68esima, nella sezione Orizzonti, è un film che propone una trilogia antologica sulla professione più antica del mondo, vista nell’ottica di tre culture differenti: thailandese, bangladese e messicana. Allo scopo di mostrarne i codici più intimi, trascendendo luoghi, lingue e religioni, la pellicola demarca un che di sociologico, un modo per riflettere sul ruolo della donna in quelle società cosiddette del Terzo Mondo. In un ventaglio anagrafico dai dodici ai quarant’anni, il “sesso pagato” il regista lo presenta in forma di documentario, offrendo allo spettatore una visione attenta e scrupolosa, ricca dei dettagli più intimi. La pellicola, infatti, esibisce particolari molto precisi, che non risultano volgari, solo perché trattasi di un documentario. Quel che ci si chiede, invece, è se vi sia un effettivo bisogno di indagare certe realtà, sia pur nella modalità usata, a scopo di sensibilizzazione. Benché il merito del cineasta vada anche cercato nel rapporto tra le prostitute e la religione, sempre in primo piano, pur sottolineandone le debite differenze di culto e culturali in genere, la perplessità resta. Leggi tutto...

La finzione vince sulla realtà. “Sunset Boulevard” di William Wyler (1950) – Venezia Classici Restaurati -2012

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Sunset Boulevard e Mulholland Drive, due famose strade di Hollywood, la fabbrica dei sogni, sono anche i titoli di due film di culto dentro i quali si racchiude mezzo secolo di storia del cinema. Due grandi maestri, Wilder e Lynch, per due perle emblematiche del mondo cinematografico per eccellenza. Altalene tra forza creativa e forza distruttiva, ripropongono un modo d’essere cinema puro, trasfigurando la rappresentazione in sogno, delirio, silenzio. Entrambe riproducono con modalità diverse la dinamica della passione e del desiderio, che può spingere un individuo fino ad una condizione patologica, per sfociare nell’atto estremo della soppressione della vita. Quello di Wilder è un lungo flashback raccontato dal morto, Joe-William Holden, mentre Lynch affida al sogno la sua pellicola per ben due terzi. Entrambe sono situazioni la cui natura distorta ed immaginifica è dichiarata subito e costantemente portata avanti.

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Eros e thanatos in Wakamatsu. “Semmen no Yuraki” (The Millennial Rapture) - Orizzonti – Venezia 2012

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Tratto da Mille anni di piacere(1982), la raccolta di racconti dello scrittore Kenji Nakagami (un burakumin orgoglioso delle proprie origini), l’ultima opera del prolifico regista giapponese, Korij Wakamatsu, affronta l’eterno binomio/dicotomia tra eros e thanatos.

I maschi della stirpe dei Nakamoto sono destinati a spegnersi in maniera violenta, dopo aver fatto strage di cuori nei Roji, i 'Vicoli' dove vivono ghettizzati insieme ad altri burakumin – letteralmente gli abitanti del villaggio. Questi emarginati rappresentano la casta di grado più basso, nel sistema feudale giapponese, condannati da sempre all’emarginazione, perché impuri e oppressi dall’ombra della morte.

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Monicelli, il misogino (?). Monicelli, la versione di Mario – Venezia Classici-Documentari 2012

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È stata presentata al Lido, per Venezia Classici-Documentari, Monicelli, la versione di Mario. Si tratta di una lunga intervista raccontata da cinque registi, Felice Farina, Mario Canale, Annarosa Morri, Wilma Labate e Mario Gianni che hanno collaborato con il grande maestro della commedia italiana. A circa due anni dalla sua scomparsa, il docu-film rende omaggio al cineasta viareggino, dipanandosi tra cinque capitoli - Mestiere, Origini, Risate, Confidenze, Politica - montati come un mosaico e costruiti con un sapiente collage di immagini di repertorio, foto, sequenze di film, testimonianze di amici e collaboratori, di prezioso valore, data la ricercatezza delle scelte.

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“That’s amore” l’inno di Susanne Beir. “Love is all you need” – Fuori Concorso - Venezia 2012

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Alla sessantanovesima kermesse veneziana più attesa, quella cinematografica, ecco il Premio Oscar Susanne Beir, per la prima volta alle prese con una commedia: Den Skaldede Frisør (Love is all You Need). Al suo fianco, la stessa interprete di Haevnen, Trine Dyrholm, rispetta e centra le aspettative del pubblico, affiancata da un vero gentleman, Pierce Brosnan, tra i più amati 007 del grande schermo.

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