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Missione speciale: vermi nello spazio

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Si chiama Caenorhabditis elegans e il prossimo ottobre trascorrerà due settimane in missione speciale nel laboratorio giapponese di Kibo, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale [1]. Questo minuscolo passeggero, un verme lungo appena un millimetro, aiuterà gli scienziati a capire meglio gli effetti dell’assenza di gravità sulla fisiologia e sullo sviluppo dei muscoli.

Il progetto è stato ideato dal dottor Nathaniel Szewczyk, che insegna nell’istituto di ricerca clinica di Derby e da anni studia i segnali che controllano la degradazione delle proteine nei muscoli. Il Caenorhabditis elegans è un organismo modello per studiare la fisiologia umana poiché soffre di atrofia muscolare, ossia i suoi muscoli “perdono tono” come quelli degli umani.

La missione spaziale del piccolo nematode, secondo il dottor Szewczyk, contribuirà a chiarire i meccanismi di controllo dell’atrofia muscolare in condizioni estreme. In assenza di gravità, infatti, un astronauta può perdere fino al 60% della densità muscolare. I risultati di questa ricerca aiuteranno non solo gli astronauti ma tutti quelli che, a causa di una malattia o perché costretti all’immobilità, soffrono di atrofia muscolare.

Il C. elegans è il primo organismo pluricellulare di cui sia stata fatta una mappatura completa del corredo genetico. Gli scienziati hanno scoperto che molti dei suoi 20.000 geni hanno la stessa funzione di quelli umani e 2000 geni intervengono nello sviluppo muscolare, mentre oltre la metà ha una perfetta corrispondenza con quelli dell’uomo. L’Istituto nazionale per la Salute degli Stati Uniti ha stanziato un milione di dollari per sovvenzionare il progetto e studiare le basi genetiche dell’atrofia muscolare.

Riuscire a realizzare un esperimento come questo - spiega Szewczyk – non è per nulla facile. Ottenere i finanziamenti è solo il primo passo; il secondo è assicurarsi un posto “in orbita”: qui servono abili doti diplomatiche e conoscenza della politica internazionale.
Il risultato, però, ripaga di ogni fatica ed è anche un modo entusiasmante per coinvolgere i bambini e farli appassionare alla scienza. Il dottor Szewczyk, infatti, sta collaborando con l’associazione Orions Quest che mira a coinvolgere gli studenti delle scuole nei programmi di ricerca spaziali, facendoli collaborare direttamente con gli scienziati.

Note:
[1] Il  Caenorhabditis elegans è già alla sua quarta missione nello spazio. Il nematode, che si nutre di batteri, ha fatto notizia nel 2003 perché alcuni esemplari di C. elegans furono gli unici passeggeri sopravvissuti al disastro dello Shuttle Columbia.


Approfondimenti:
University of Nottingham, “Space mission for worms”
http://communications.nottingham.ac.uk/News/Article/Space-mission-for-worms.html

Orions Quest
http://www.orionsquest.org/v3/index.php

"Worms In Space" Study Series
Virtual Mission
http://www.orionsquest.org/v3/study_celegans.php


Francesco Defler

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