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LA SICUREZZA IN MARE GRAZIE A E-SURFMAR

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Progetto congiunto tra OGS, INGV, ENEA, CNR L’azione congiunta di navi da ricerca e navi commerciali che percorrono gli oceani e il Mar Mediterraneo, da Gibilterra al bacino orientale Levantino, permette di raccogliere dati scientifici e contribuisce al monitoraggio ambientale marino e al miglioramento delle previsioni oceanografiche e meteorologiche.

Queste navi, grazie a un programma, chiamato E-SURFMAR (iniziativa di EUMETNET, network europeo dei servizi meteorologici nazionali), hanno a bordo strumenti che raccolgono dati di temperatura, umidità e pressione atmosferica, vento e temperatura della superficie del mare, e li trasmettono in tempo reale a cadenza oraria al sistema globale di telecomunicazioni GTS dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (il sistema di comunicazioni utilizzato dai servizi meteorologici mondiali). Così, le informazioni raccolte arrivano ai servizi meteorologici, dove sono usate per migliorare le attività di previsione (in Italia il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare).Fra le varie disponibili, esistono due tipi di stazioni meteorologiche automatiche che possono essere montate su navi di opportunità (es. cargo, traghetti, navi da pesca) o su navi da ricerca: Baros, composta solo di un sensore di pressione atmosferica e un sistema di trasmissione e Batos, una stazione meteorologica completa.Recentemente l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS) e altri membri del Gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa (GNOO) hanno lanciato un’iniziativa congiunta con il network EUMETNET per raccogliere dati da navi mercantili (ad esempio la Cruise Ferry La Superba o La Vela Maestà Louis) e per istallare stazioni meteorologiche su navi da ricerca.  Contemporaneamente, a seguito di un accordo firmato tra CNR e Meteo-France, all’interno del programma E-SURFMAR, il CNR ha provveduto all’istallazione della stazione meteorologica Batos sulla nave da ricerca ‘Urania’ di proprietà dell’Ente. “Urania diventa così la prima stazione meteorologica in mare aperto operante nel mar Mediterraneo in grado di fornire ogni giorno dati (vento, umidità, temperatura dell’aria e del mare) e osservazioni meteorologiche sullo stato dell’atmosfera e del mare”, spiega Rosalia Santoleri, oceanografa dell’Istituto di scienze dell´atmosfera e del clima del CNR (ISAC-CNR) e coordinatrice dell’iniziativa per l’Ente, in collaborazione con l’Istituto di scienze marine del CNR e con il supporto dell’Ufficio programmazione operativa - CNR.Grazie alle rotte coperte da Urania durante le campagne oceanografiche del CNR, sarà possibile avere informazioni meteorologiche sull’intero Mediterraneo e sulle zone adiacenti dell’Atlantico orientale e Mar Rosso.Questa iniziativa fa parte del programma europeo E-SURFMAR che, grazie al contributo dello GNOO, che coordina inoltre l’attività di tutte le istituzioni dei paesi rivieraschi attraverso il network mediterraneo (MOON, www.moon-oceanforecasting.eu), ha rilanciato le attività di messa a punto delle stazioni di rilevamento sulle varie rotte di navi commerciali che operano nel Mediterraneo come ad esempio le rotte gestite dai partner ciprioti del Centro Oceanografico dell’Università di Cipro con navi che solcano il Mediterraneo orientale.

“Questi dati - dice Nadia Pinardi (INGV) - hanno un uso operativo e contribuiscono al monitoraggio dello stato degli oceani e dell’atmosfera. Servono inoltre per scopi climatici. Le previsioni meteo marine sono complesse, nel Mediterraneo, continua Pinardi, e c’è un gran bisogno di dati di superficie. I requisiti per il monitoraggio del cambiamento del clima sono stati specificati dal Panel per le osservazioni oceanografiche per il Clima (di GOOS / GCOS / WCRP), nell´ambito del Modulo Clima GOOS (che è il modulo Oceano di GCOS)”.

Giuseppe Manzella, rappresentante ENEA presso lo GNOO, evidenzia che: “L´ENEA partecipa alla costruzione di un sistema operativo al servizio del paese monitorando l´intero Mediterraneo con l´uso di navi commerciali, il monitoraggio superficiale dell’oceano e dell’interazione aria-mare per rendere più efficienti le previsioni stagionali e interannuali   realizzate con la modellistica numerica operativa e climatica, e sviluppando sistemi informativi per l´accesso a dati di qualità”. Le aree di partecipazione dell´ENEA possono essere trovate nei siti  http://moon.santateresa.enea.it/ooenea.html e http://utmea.enea.it/labs/CLIM/ “

“Questa collaborazione – commenta Alessandro Crise, Direttore del settore di Oceanografia di OGS - da un lato rafforza l´integrazione tra le comunità operative della meteorologia e dell´oceanografia e dall´altra apre nuove interessati prospettive per il monitoraggio meteo-marino su grande scala con metodologie a basso costo.

 

Flash News


 

È l'umidità, non la luce, il principale fattore di degrado dei pigmenti gialli di cadmio impiegati dal pittore nel suo celebre quadro. La scoperta è frutto di un’indagine condotta da un team internazionale coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche. Grazie all’utilizzo di metodologie spettroscopiche non-invasive del Cnr Molab, e micro-analisi presso l’ESFR di Grenoble, si è giunti ad un risultato che suggerisce le condizioni ambientali ottimali per esporre l’opera, finora raramente fruibile a causa delle sue delicate condizioni. Lo studio è pubblicato sulla rivista ‘Science Advances’

‘L’Urlo’, capolavoro, di Edward Munch realizzato nel 1910, principale attrazione dell’omonimo museo di Oslo, potrà presto tornare ad essere godibile dal pubblico, grazie ad uno studio scientifico che ne ha rivelato la causa principale di deperimento: l’umidità. La ricerca fornisce ai conservatori le indicazioni per esibire permanentemente il dipinto in condizioni di sicurezza: l'esposizione a livelli di umidità relativa percentuale non superiori a circa il 45% e mantenimento dell'illuminazione ai valori standard previsti per i materiali pittorici stabili alla luce, come il giallo di cadmio utilizzato nella tavolozza.

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