«Superare l’utilizzo della plastica monouso, e più in generale non ricorrere a prodotti usa e getta, è già una realtà in numerose città italiane», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «L’Unione Europea e il Ministro Costa non hanno alibi: è possibile già da oggi adottare soluzioni ambiziose che vadano al di là della semplice sostituzione della plastica usa e getta con altri materiali, come carta e bioplastica”.
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Greenpeace: l’Ue spende milioni di euro ogni anno per promuovere il consumo di carne
Secondo una nuova ricerca di Greenpeace, la Commissione europea ha speso per promuovere carne e latticini il 32 per cento dell’intero budget del programma di promozione dei prodotti agricoli europei: 252 milioni di euro in 5 anni, su un totale di 776,7 milioni di euro, a fronte di un più modesto 19 per cento speso per promuovere frutta e verdura. Nel periodo 2016-2019 solo il 9 per cento dei fondi è andato a progetti che includono anche la promozione di prodotti biologici, e solo l’1 per cento a favore di carne e latticini biologici.
“Molte campagne pubblicitarie cofinanziate dall’Ue invece di promuovere una riduzione dei consumi di carne e incentivare diete a base vegetale, cercano di invertire l’attuale tendenza che vede i consumi di carne e latticini calare o crescere più lentamente rispetto al passato. Il contrario rispetto a quanto raccomanda di fare la comunità scientifica per proteggere clima, ambiente e salute” dichiara Simona Savini, campagna agricoltura di Greenpeace Italia.
Leggi tutto...Giornata Mondiale della Terra: oltre un milione di persone chiede alle grandi aziende interventi sulla plastica usa e getta
Mentre si avvicina la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile), più di un milione di persone ha sottoscritto la petizione di Greenpeace in cui si chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.
“La plastica soffoca i nostri mari. Sono necessarie azioni urgenti da parte delle grandi aziende che continuano a produrre, vendere e utilizzare la plastica anche se non necessaria contribuendo, in modo sostanziale, a generare la grave situazione attuale. Per anni ci è stato detto che riciclare è la soluzione, tuttavia i numeri evidenziano che il riciclo da solo non basta a risolvere il problema e proteggere i mari del Pianeta dall’inquinamento da plastica” dichiara Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Indagine di Greenpeace rivela che in Italia un locale plastic free è già possibile
Microplastica anche in pesci e invertebrati, lo conferma una ricerca Greenpeace/UNIVPM/ISMAR-CNR
Una nuova ricerca scientifica condotta da Università Politecnica delle Marche, Greenpeace e Istituto di Scienze Marine del CNR di Genova conferma la presenza di particelle di microplastica anche in pesci e invertebrati.
Obiettivo dei campionamenti condotti l’estate scorsa con il tour della Rainbow Warrior “Meno Plastica, Più Mediterraneo”, è stato stabilire la presenza e composizione di microplastica all’interno degli organismi marini e nelle acque marine.
La presenza di microplastica è stata documentata in organismi marini appartenenti a specie diverse e con differenti abitudini alimentari, dalle specie planctoniche, agli invertebrati, fino ai predatori. Viste le loro piccole dimensioni, inferiori ai 5 millimetri, le microplastiche possono infatti essere ingerite accidentalmente, attraverso la filtrazione o l’ingestione delle prede.
Leggi tutto...Plastic Radar, Greenpeace: la plastica monouso di San Benedetto, Coca-Cola e Nestlé inquina i mari italiani
Quasi 6800 rifiuti segnalati, il 90 percento dei quali in plastica usa e getta, e riconducibili in gran parte a San Benedetto Group, Coca-Cola Company e Nestlé: è quanto emerge dall’analisi dei dati di Plastic Radar, l’iniziativa di Greenpeace che, raccogliendo le segnalazioni di tutti gli amanti del mare attraverso WhatsApp, ha permesso di far luce sullo stato dell’inquinamento da plastica sulle spiagge, sui fondali e nei mari italiani.
«Da inizio giugno a fine agosto, da nord a sud della nostra penisola, più di 3200 persone hanno partecipato a Plastic Radar diventando parte attiva nella denuncia di questa grave crisi ambientale e chiedendo un cambio di direzione nell’attribuzione della responsabilità» spiega Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
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