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HIV/AIDS: gli effetti a catena

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In data 30-11-2007
 Comunicato Stampa FAO
 
Anno 4
Edizione Novembre 2007
 
Pesanti le ripercussioni sulle condizioni di vita rurali, compresa la produzione zootecnica 
 
L’AIDS non solo comporta un costo drammatico in termini di vite umane, ma nei paesi più colpiti rappresenta una minaccia anche per la produzione zootecnica, importante fonte di reddito per le famiglie rurali, ha avvertito oggi la FAO. 
 
Con oltre il 60 per cento della popolazione dell’Africa sub-sahariana in età compresa tra i 15 ed i 49 anni che deve fare i conti con l’HIV - tra questi 11.4 milioni orfani a causa dell’AIDS - le ripercussioni sul settore zootecnico sono diventate motivo di seria preoccupazione.
Nei paesi in via di sviluppo, il settore zootecnico rappresenta un’importante fonte di reddito e cibo per circa il 70 per cento delle famiglie rurali; in Africa orientale ed in Africa australe, ad esempio, contribuisce sino al 13 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL), ma proporzionalmente rappresenta molto di più per la sicurezza alimentare delle singole famiglie. 
 
La produzione di carne, latte, uova, fanno del settore zootecnico una consistente fonte di reddito e di nutrizione; inoltre esso svolge un ruolo importante nell’agricoltura fornendo mezzi di trasporto e trazione, letame per fertilizzare e risorsa di combustibile. Tuttavia, in un contesto in cui una parte crescente della popolazione in età da lavoro è colpita da HIV/AIDS, sono sempre meno le persone che possono prendersi cura del bestiame. 
 
La vendita degli animali ultima risorsa 
Indagini condotte sui nuclei familiari in Africa sub-sahariana mostrano che, una volta esauriti tutti i risparmi, gli animali sono di solito la principale risorsa economica da vendere per coprire le spese mediche o il costo del funerale. La macellazione o la vendita di animali riducono le mandrie, con l’effetto di una minore disponibilità di prodotti per l’alimentazione quali latte, uova e carne, e di pellame per la vendita. L'assottigliamento dei capi da riproduzione può inoltre avere effetti negativi sulle risorse genetiche di comunità o aree specifiche. 
 
“Uno studio della FAO in Zambia ha mostrato come in passato fosse raro che le famiglie colpite da HIV cedessero una vitella o una mucca da latte, mentre adesso è una prassi comune. Gli effetti a breve e lungo termine possono essere devastanti per il reddito delle famiglie e per la sicurezza alimentare”, ha affermato Simon Mack, esperto senior del gruppo FAO Produzione Zootecnica. 
 
“Nelle zone dove vi è un’alta incidenza di HIV, ne risentono anche i servizi veterinari per gli effetti della malattia sul personale e sui livelli di specializzazione” ha proseguito Simon Mack. 
 
Donne e bambini i più colpiti 
In Africa sub-sahariana sono in genere gli uomini ad essere responsabili della coltivazione della terra con l’impiego di animali da tiro e della gestione complessiva dell’agricoltura. Quando gli uomini si ammalano o muoiono a causa dell’AIDS, le donne ed i bambini non sempre hanno le competenze necessarie, l’esperienza, il tempo e le risorse per svolgere lo stesso ruolo. I bambini rischiano anche di essere ritirati da scuola per contribuire al lavoro agricolo e aiutare la famiglia. 
 
La perdita del bestiame a seguito della morte di un maschio adulto, per motivi ereditari o per tradizione culturale, può significare per donne e bambini la perdita completa di quelle risorse.
 
Secondo la FAO occorre studiare meglio l’impatto dell’AIDS sulla produzione zootecnica e le conseguenze per le comunità colpite, al fine di sviluppare strategie che aiutino a minimizzarne gli effetti negativi sia sulle famiglie vulnerabili e sulla popolazione che sul settore zootecnico stesso. 
 
Nel settore zootecnico parte della soluzione
Il settore zootecnico può tuttavia avere un ruolo chiave nella riduzione degli effetti dell’HIV/AIDS sulle comunità colpite. Pollame, capre, pecore possono fornire alle famiglie colpite nuove risorse economiche, reddito e la possibilità di migliorare la dieta familiare. Queste specie sono facili da gestire, accessibili da un punto di vista economico, prolifiche e hanno un ciclo breve di riproduzione. Animali di piccolo taglio sono anche più gestibili per nuclei con a capo famiglia anziani e orfani. Semplici progetti a basso costo possono incrementare la produttività dei piccoli ruminanti attraverso il miglioramento degli allevamenti, del foraggio e dei servizi veterinari. 

Flash News


International Nuclear Safety Center (INSC) - https://inis.iaea.org/


ISIN, RASSICURAZIONI DAL GOVERNO SLOVENO: “NON RILEVATA A KRSKO LA SCOSSA SISMICA”


La scossa di terremoto registrata ieri pomeriggio in Slovenia, con epicentro a circa 10 km dalla città di Pivka, non è stata registrata dalla strumentazione antisismica della centrale nucleare di Krško e, quindi, non ci sono state conseguenze di alcun tipo sull’impianto e la sua sicurezza. Lo ha comunicato il Governo sloveno all’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la radioprotezione) che si è immediatamente attivato non appena giunta la notizia della scossa tellurica.

“Assieme all’Arpa Friuli siamo in costante contatto con le autorità slovene – spiega il direttore dell’ISIN, Maurizio Pernice – per avere piena e immediata contezza di tutte le verifiche che si stanno svolgendo, anche se l’entità del fenomeno sismico e le conseguenze della scossa sembrano tali da non destare preoccupazioni. Con le autorità slovene nelle scorse settimane abbiamo visitato proprio la centrale di Krško, ed in quella occasione abbiamo confermato e implementato i meccanismi e le procedure di reciproca informazione”. 

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