Un esercito di formiche alla conquista di Marte. Fantascienza? No, solo un sogno che potrebbe diventare realtà
Acqua e polvere sulla superficie di Marte, quanto basta per avvicinare l’uomo al suo sogno più antico: scoprire tracce di vita nel cosmo per vincere la struggente solitudine dell’Io alla perenne ricerca dell’Altro.
Dopo le recenti scoperte, che hanno rivelato tracce di acqua e ghiaccio sul pianeta Rosso, questo sogno potrebbe diventare realtà.
I primi a colonizzare Marte potrebbero non essere gli uomini, ma uno sciame di piccole formiche robot. A svelarcelo è una ricerca europea che punta a costruire vere e proprie "squadre" di robot miniaturizzati pronti a costruire su Marte i futuri alloggi degli scienziati. Visione avveniristica, ma non del tutto irreale. Ce lo spiega Marc Szymansky, ricercatore di ingegneria robotica all'università di Karlsruhe, in Germania. Szymansky è impegnato in un progetto di ricerca, chiamato I-Swarm, che mira a fabbricare robot capaci di lavorare “in team”.
L'aspetto più intrigante del progetto è proprio l’idea di "cooperazione". I robot, infatti, sono progettati per riprodurre i modelli d’azione e di comunicazione delle formiche e delle termiti, modificando le proprie strategie in base ai cambiamenti dell'ambiente circostante.
Così come una formica vede e imita il comportamento di un'altra o lascia una traccia chimica per fornire informazioni agli altri membri della sua colonia, i robot del progetto I-Swarm sono in grado di inviare segnali tramite raggi infrarossi e di agire secondo una strategia comune ed integrata.
Se un robot trova un ostacolo sul suo cammino, comunica agli altri membri della squadra di circondarlo e rimuoverlo. In caso di guasto, il robot viene prontamente sostituito da un altro, senza che l’avaria comprometta l'esito della missione. Inoltre, quando devono svolgere compiti complessi, gli automi si assemblano fra loro e formano robot più grandi.
L’utilizzo di queste tecnologie su Marte fa ancora parte dell’immaginario fantascientifico, ma non bisogna sottovalutare le potenziali applicazioni sulla Terra; i robot, infatti, possono riparare guasti all’interno di macchinari complessi, condurre test e applicare trattamenti specifici nel corpo umano.
Alcuni, chiamati Jasmine, sono poco più grandi di una moneta da 2 euro e si muovono nello spazio con l'ausilio di minuscole rotelline; i più piccoli misurano appena 3 millimetri e si spostano tramite vibrazione. Tutte le macchine ricavano energia da una celletta solare.
I test finora condotti hanno dimostrato che i mini robot sono perfettamente in grado di interagire fra loro, ma i ricercatori non sono ancora riusciti a raggiungere l'obiettivo che si erano prefissati: costruire un migliaio di questi robot, il più vasto esercito dei più piccoli automi mai realizzato.
Approfondimenti:
Per informazioni sul progetto, rimando all’articolo “Intelligent small world autonomous robots for micro-manipulations (I-SWARM)”
http://cordis.europa.eu/fetch?CALLER=PROJ_ICT&ACTION=D&DOC=1&CAT=PROJ&QUERY=011bb1162b83:3913:7ea8fc5c&RCN=71243
Chi volesse vedere i mini robot in azione può scaricare il filmato dal sito dell’ICT: “Robotic ants building homes on Mars”
http://cordis.europa.eu/ictresults/index.cfm/section/news/tpl/article/id/90110
Troverete novità e aggiornamenti sui progetti di miniaturizzazione dei robot
nel sito http://www.swarmrobot.org/
Veronica Rocco