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CON HARPS-N L’ITALIA È IN POLE POSITION NELLA CACCIA AI PIANETI EXTRASOLARI

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Si apre un nuovo, promettente capitolo nella ricerca dei pianeti al di fuori del nostro Sistema solare in cui l’Italia si candida a rafforzare la sua posizione di protagonista a livello mondiale. È infatti stato siglato dall’Istituto Nazionale di astrofisica a fine dicembre scorso un accordo internazionale che ha ufficialmente dato il via al progetto HARPS-N (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher, N sta per Nord, riferito all’emisfero dove verrà collocato), uno spettrografo di precisione progettato per identificare e caratterizzare pianeti extrasolari simili per massa e struttura alla Terra e per studi di astrosismologia. HARPS-N verrà installato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) da 3,6 metri dell’INAF, presso l’Osservatorio Roque de Los Muchachos nell’arcipelago delle Canarie.  Sono particolarmente soddisfatto di questo accordo – afferma il Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Tommaso Maccacaro – che permette alla comunità italiana di avere accesso ad uno strumento  di provata efficienza nella ricerca di pianeti extrasolari e di inserirsi attivamente, con il TNG, in un importante filone di ricerca”. “Abbiamo costruito – dice Francesco Pepe, P.I. di HARPS e dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Ginevra – un’entusiasmante collaborazione tra vari istituti per realizzare la copia settentrionale di HARPS. Tutti noi ci aspettiamo che HARPS-N@TNG abbia gli stessi successi del suo ‘fratello’ meridionale”.  “Finalmente si incontrano le capacità uniche di Kepler e HARPS-N – aggiunge il Co P.I. Dave Latham che rappresenta i partner statunitensi (l’Harvard Smithsonian Astrophysical Observatory, l’Harvard College Observatory e l’Harvard University Origins of Life Iniziative) – e questo ci darà l’opportunità di meglio comprendere la natura degli esopianeti”.  Lo strumento sarà il gemello di quello già installato e operativo al telescopio da 3,6 metri dell’ESO a La Silla, sulle Ande cilene. Ma, essendo collocato a nord dell’equatore, avrà condizioni osservative migliori per la zona di cielo occupata dalla costellazione del Cigno e della Lira. Una caratteristica di primaria importanza, visto che Kepler, la missione spaziale della Nasa per la ricerca di esopianeti lanciata nel marzo del 2009, ha indicato centinaia di possibili candidati, scovati proprio in una regione all’interno della costellazione del Cigno. Per avere la conferma che questi “allarmi” siano realmente prodotti da pianeti, c’è bisogno di lunghe e ripetute osservazioni con misure di alta precisione realizzate da telescopi sulla Terra. Questo per riuscire a registrare le piccolissime perturbazioni nel moto delle stelle dovute agli effetti gravitazionali prodotti da corpi celesti – in questo caso pianeti - in orbita intorno ad esse. HARPS-N diventerà così un fondamentale e indispensabile alleato di Kepler, con tutte le carte in regola per poter scoprire nuove Terre al di fuori del nostro Sistema solare.  Per il Direttore del TNG, Emilio Molinari “questo accordo rappresenta un deciso cambio di marcia che potenzierà le capacità del telescopio Galileo, darà l’opportunità al personale del TNG di mettere le proprie conoscenze a disposizione di questa collaborazione internazionale e permetterà agli astronomi italiani di svolgere un ruolo in una ricerca di frontiera come quella dei pianeti extrasolari”.   Il progetto HARPS-N è coordinato da un consorzio internazionale guidato dall’Osservatorio dell’Università di Ginevra, a cui partecipa l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Harvard Smithsonian Astrophysical Observatory, l’Harvard College Observatory e l’Harvard University Origins of Life Initiative negli Stati Uniti, e le università di St. Andrews e Edinburgh e la Queen's University di Belfast nel Regno Unito. Ogni anno saranno 80 le notti garantite ai partner del progetto per l’utilizzo dello strumento accoppiato al TNG. La comunità astronomica italiana avrà la possibilità di sfruttare HARPS-N anche al di fuori di questa quota, presentando progetti di ricerca che saranno valutati, come solito, dal “Time Allocation Committe” del TNG. L’INAF sarà inoltre coinvolto nella progettazione, codifica e test dei software di controllo e osservazione dello spettrografo, oltre che nell’installazione, collaudo utilizzo e manutenzione dello strumento, che attualmente è in fase di costruzione a Ginevra. La sua piena operatività è prevista per il 1° aprile del 2012.  E l’attività di HARPS-N sarà ancor più intensa e lunga di quanto oggi già programmato se l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, darà il via alla fase realizzativa di PLATO (PLAnetary Transit and Oscillations of stars), una ambiziosa missione spaziale per la ricerca di altri pianeti abitabili, simili alla Terra per dimensioni, caratteristiche e distanza dalla stella. L’Italia ha una importante partecipazione sia nel PLATO Payload Consortium, che si occuperà della progettazione e costruzione dei telescopi, degli strumenti di piano focale e dell’elettronica e dei computer di bordo, sia nel PLATO Science Consortium che avrà la responsabilità della valutazione delle prestazioni della missione e curerà la preparazione del programma scientifico. Qualora la missione dovesse divenire realtà, si aprirebbero nuovi e ambiziosi scenari per lo sfruttamento scientifico a lungo termine di HARPS-N. Su questo fronte non rimane ormai molto da aspettare: l’ESA ha annunciato che comunicherà la decisione definitiva sulla missione entro fine anno.

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