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Lampadine: sì all’efficienza ma occhio al mercurio!

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Le ONG ambientaliste a favore della messa al bando delle lampadine tradizionali ad incandescenza segnalano il rischio di alti costi ambientali per le alternative proposte

“Mettere al bando le lampadine tradizionali non è sufficiente per risolvere i problemi dell’efficienza energetica nell’illuminazione”. Lo ricordano Legambiente e le associazioni ambientaliste EEB, ECOS, INFORSE Europe e Zero Mercury Group (ENGOs) in occasione del voto dell’8 dicembre a Bruxelles per la messa al bando delle lampadine tradizionali ad incandescenza, come parte della Direttiva Ecodesign dei Prodotti che Consumano Energia (EuP).

La bozza del provvedimento dell’EuP propone di mettere al bando le lampadine ad incandescenza, ma anche di rimandare la sostituzione delle lampadine alogene fino al 2016. Questa decisione danneggerebbe seriamente il potenziale di risparmio energetico. La transizione dalle lampadine scarsamente efficienti, inoltre, durerebbe fino a 10 anni. Le ONG chiedono, perciò, agli stati membri di mettere al bando anche le lampadine alogene (convenzionali e riempite di xenon) e di diminuire il periodo di implementazione a 5 anni per assicurarsi che le alogene non invadano il mercato nel frattempo.

Bisogna poi fare di più per risolvere il problema del mercurio nelle lampadine fluorescenti compatte ad alta efficienza energetica. Con l’aumento della diffusione di queste lampadine gli Stati Membri dovrebbero prepararsi a gestire adeguatamente il loro contenuto di mercurio. Per minimizzare i rischi associati al mercurio, l’UE già prescrive di smaltirle separatamente nei rifiuti. Attualmente, però, meno di un terzo di queste lampadine sono raccolte e smaltite in modo appropriato.

“I consumatori hanno bisogno di maggiori informazioni su come e dove gettare queste lampadine contenenti mercurio e cosa fare quando si rompono - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente. In Italia come nel resto d’Europa abbiamo certamente bisogno di passare a lampadine più efficienti dal punto di vista energetico per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, ma dobbiamo evitare il rischio del rilascio del mercurio nell’ambiente. Per questo è necessario che i Comuni organizzino un adeguato e sistematico servizio di raccolta differenziata”.

“Le ONG chiedono di inserire un’etichetta sulle confezioni e adeguate informazioni su Internet, per sensibilizzare sui rischi associati al mercurio presente nelle lampadine fluorescenti compatte – ha commentato Elena Lymberidi-Settimo, coordinatrice della Campagna EEB Zero Mercury - Incoraggiamo anche i politici europei a continuare ad investire nella ricerca di nuove lampadine efficienti e prive di rischi (come i LED)”.

Attraverso appropriati obiettivi, piani di riciclaggio e investendo nella ricerca di nuove lampadine più efficienti e sicure, l’UE potrebbe accelerare drasticamente la riduzione dei consumi energetici e il rilascio di CO2  in Europa.

 

Per informazioni sulle lampadine a mercurio: http://zeromercury/080627_EEB_conf_lamps.html.

Flash News

 

Ma ci sono anche due buone notizie: la legge salva-cetacei entra in vigore in Francia
mentre alcune navi battenti bandiera italiana adottano sistema anticollisione

Cetacei a rischio, in particolare le balenottere comuni che nuotano nel Mediterraneo: il WWF lancia l’allarme sull’impatto del traffico marittimo nel mare nostrum per le grandi specie marine. Ogni anno, secondo il WWF la media dei grandi mammiferi marini uccisi dalle collisioni con le navi è di 40 esemplari l’anno*. Le cause della morte di almeno la metà delle balenottere comuni (Balaenoptera physalus) che vengono ritrovate colpite risalgono alla collisione con le navi: le aree "a rischio" sono quelle in cui si sovrappone un intenso traffico marittimo e la presenza regolare di grandi cetacei. Con un tasso di crescita del 3-4% l'anno, il traffico marittimo nel Mediterraneo è quasi raddoppiato dal 2002 e continuerà ad aumentare. Un impatto non sostenibile che concentra in uno specchio d’acqua, pari allo 0,32% del volume totale di tutti gli oceani del mondo, il 19% del traffico mondiale e allo stesso tempo ospita il 7,5% di tutte le specie marine del pianeta. Il tasso di crescita del traffico marittimo fa aumentare il rischio di collisione nel Santuario Pelagos** , la più grande area protetta del Mediterraneo condivisa tra Italia, Principato di Monaco e Francia dove è più abbondante la presenza dei cetacei e l'intensità dei servizi turistici destinati alla Corsica e alla Sardegna.

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