In data 28-03-2007
Comunicato Stampa Argon
Edizione Marzo 2007
Intervista con il prof. Giorgio Bartolozzi* (Conferenza Stampa di presentazione ai Media Italiani del primo vaccino contro il tumore del collo dell’utero Gardasil)
*Membro della Commissione Nazionale Vaccini
Professor Bartolozzi, lei è un pediatra di grande esperienza e spesso visita adolescenti accompagnate dalla madre. Parla mai alla signora che è arrivato in Italia un vaccino contro il tumore del collo dell’utero? Il professor Giorgio Bartolozzi è Membro della Commissione Nazionale Vaccini, è stato Professore di pediatria all’Università di Firenze.
Quasi sempre non sono io ad avviare il discorso sul vaccino. Sono le stesse madri che, avendo appreso della possibilità di poter vaccinare le proprie figlie, chiedono quando la vaccinazione sarà una realtà anche in Italia.
Chiedono anche se loro stesse si possono vaccinare. Io rispondo che Gardasil è un vaccino ormai disponibile in Italia ed è indicato non solo alle adolescenti – per le dodicenni la vaccinazione è gratuita – è possibile vaccinare i soggetti di sesso femminile dai 9 anni fino ai 26 anni di età ma è allo studio la possibilità di un’estensione dell’età.
Le risposte immunologiche (anticorpi), dopo la somministrazione del vaccino, sono assolutamente positive. Non mi sorprende il fatto che le donne siano informate sul Gardasil, perchè ormai la cultura medica è molto diffusa.
Quindi professor Bartolozzi, l’arrivo del vaccino Gardasil in Italia è un evento atteso oltre che importante.
Direi eccezionale perché si tratta di un vaccino affidabile e sicuro al cento per cento che dà una copertura totale verso i 4 tipi contenuti nel vaccino proteggendo la paziente davanti ad un eventuale incontro con il papillomavirus.
Non dobbiamo però dimenticare che Gardasil non solo protegge dal cancro del collo dell’utero ma anche dai condilomi acuminati genitali. Si tratta di un’arma di cui fortunatamente siamo in possesso ed è per questo che non mi stancherò mai di ringraziare gli studiosi che lo hanno messo a punto.
Tutti i vaccini che il medico ha a disposizione, da quello della polio a quello per l’epatite virale B, tanto per fare qualche esempio, sono estremamente validi. Ma la loro efficacia immunologica non è al livello raggiunto dal Gardasil.
Lei è un pediatra, quindi l’attenzione la rivolge prevalentemente alla problematica vaccinale delle adolescenti. Secondo lei è stata giusta la scelta di garantire la gratuità alle dodicenni?
Premetto che il vaccino Gardasil è un’arma preziosa non solo per le dodicenni ma per tutte le giovani donne perché il papillomavirus prima di colpire non guarda certo la carta d’identità. E’ stata scelta la fascia di età dei dodici anni per la vaccinazione gratuita perché si ritiene che in questa età non si sia avuto ancora alcun rapporto sessuale e perché a quella età le ragazze sono chiamate per fare i richiami di altre vaccinazioni.
Le adolescenti, come pure tutte le altre donne, non devono aver timore degli effetti collaterali perché, lo ripeto, è un vaccino sicuro ed affidabile.
Una volta che si è deciso di proteggersi dal papillomavirus con il vaccino si è certi che la protezione contro i 4 tipi di Papillomavirus inclusi in Gardasil è totale. Ed è protratta a lungo nel tempo. Il papillomavirus è messo alle corde ed è sventato il pericolo del tumore del collo dell’utero, causato dai tipi di virus 16 e 18, e dei condilomi acuminati genitali dovuti ai tipi 6 e 11.
La metodica della vaccinazione è molto semplice: si pratica un’iniezione intramuscolare che viene ripetuta dopo due mesi; si lasciano passare quattro mesi e si effettua la terza ed ultima dose di vaccino. La formula è: 0-2-6. Una formula semplice, che nella sua semplicità contiene un prezioso salvavita. Come pediatra raccomando questa vaccinazione alle adolescenti e come medico, in senso più lato, la raccomando a molte donne.
Professore, non ritiene che con l’arrivo di Gardasil le donne possano abbandonare la metodica del Pap-Test?
Il Pap-Test non va assolutamente abbandonato. Fino all’arrivo del vaccino Gardasil la donna si difendeva sottoponendosi al Pap-Test, un esame molto importante che ha permesso di attuare un’ottima prevenzione secondaria.
Con il vaccino quindi non si deve abbandonare il controllo periodico con questo esame perché il vaccino protegge dai due più importanti e più frequenti sierotipi che danno il cancro del collo dell’utero (il sierotipo 16 e 18), mentre il Pap- Test consente di riconoscere le lesioni iniziali causate da tutti i tipi di Papillomavirus umani responsabili del cancro del collo dell’utero.
Infine come valuta la decisione della Sanità di concedere la gratuità della vaccinazione alle dodicenni?
Il mio giudizio è estremamente positivo. Il Ministro della Salute ha dimostrato con questo provvedimento una grande sensibilità e una notevole cultura medica oltre che sociale. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è stato il primo Paese europeo che vaccina gratuitamente una classe di ragazze con Gardasil.
Una spesa non indifferente e che rappresenta uno sforzo notevole per un Paese che certamente di possibilità economiche da destinare alla Sanità non ne ha molte. Mi auguro che venga fatta ampia diffusione della cultura per l’esecuzione di questa vaccinazione. A questo proposito è fondamentale il ruolo del pediatra, del medico di medicina generale e del ginecologo, per quanto riguarda le adolescenti ma lo è altrettanto quello dei media.
Se le mamme di cui parlavo all’inizio si sono dimostrate informate lo si deve anche alle informazioni attraverso giornali, radio e televisione.