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Promuovere la donazione e opporsi al traffico di organi

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Aumentare la disponibilità di organi, migliorarne l'accessibilità e la sicurezza e sensibilizzare l'opinione pubblica. E' quanto chiede il Parlamento per accorciare le liste d'attesa per i trapianti. Se va escluso qualsiasi pagamento per le donazioni, occorre promuovere la ricerca biotecnologica e la circolazione degli organi nell'UE. Ma bisogna anche istituire una carta europea dei donatori, prevenire il turismo di trapianti e rafforzare la lotta al traffico illegale sanzionando i responsabili.
La necessità di trapianti di organi in Europa «è aumentata costantemente e più rapidamente del numero di organi donati», tant'è che sulle liste di attesa di tutta Europa sono più di 60.000 i pazienti che attendono trapianti, mentre un numero rilevante di loro «muore per la cronica penuria di organi». E' quanto sostiene la relazione di Adamos ADAMOU (GUE/NGL, CY) adottata dal Parlamento con 653 voti favorevoli, 14 contrari e 16 astensioni. Prima di procedere al voto, il relatore ha anche sottolineato che, ogni giorno, muoiono 10 persone in attesa di trapianto e, pertanto, è necessario che «tutti noi diventiamo donatori».

Accogliendo con favore la comunicazione della Commissione sulla donazione e il trapianto di organi, il Parlamento sottolinea che la riduzione della penuria di organi (e di donatori) costituisce «la principale sfida che gli Stati membri dell'UE si trovano ad affrontare per quanto riguarda i trapianti di organi». Ciò nonostante, sostiene che «deve essere rispettata e protetta anche la libera scelta di donare o non donare un organo». Tale scelta, insiste, «è un diritto esclusivo del donatore», a prescindere dagli esiti del dibattito sul consenso presunto.

Il Parlamento sollecita anche un piano d'azione per rafforzare la cooperazione tra Stati membri al fine di aumentare la disponibilità di organi, potenziare l'efficienza e l'accessibilità dei sistemi di trapianto, sensibilizzare l'opinione pubblica e garantire qualità e sicurezza. Osserva infatti che nell'UE vigono «notevoli differenze» per quanto riguarda la provenienza degli organi (donatori deceduti o viventi), le esigenze di qualità e di sicurezza e i vari approcci organizzativi alla donazione e al trapianto di organi. Tali differenze, osservano i deputati, possano essere spiegate in parte da un insieme di fattori economici, strutturali, amministrativi, culturali, etici, religiosi, storici, sociali e giuridici. Ma «il fattore cruciale» sembra essere il modo in cui è organizzato l'intero processo che porta alla donazione e al trapianto.

Aumentare la disponibilità degli organi

Il Parlamento ritiene «superfluo» adattare o armonizzare i diversi sistemi giuridici, sottolineando che gli Stati membri sono competenti per il proprio modello giuridico. D'altra parte, rivolge loro l'invito ad investire al massimo nel miglioramento dei propri sistemi organizzativi affinché conseguano «il pieno potenziale di donazioni post-mortem» e ad introdurre nella legislazione nazionale la possibilità di nominare un rappresentante legale che possa decidere in merito alla donazione dopo il decesso. Al fine di aumentare la disponibilità di organi, li invita inoltre a valutare il ricorso ad organi di donatori provenienti dal pool "esteso" (donatori più anziani o con talune malattie) «tenendo presenti gli aspetti della qualità e della sicurezza».

Gli Stati membri dovrebbero inoltre approvare o mantenere disposizioni giuridiche rigorose in relazione ai trapianti da donatori viventi non consanguinei, allo scopo di rendere il sistema trasparente ed «escludere la possibilità di vendita illecita di organi o di coercizione di donatori». D'altra parte, devono garantire il rimborso dei costi sociali per i donatori viventi e preservarli dalle «discriminazioni», in particolare da parte dei sistemi assicurativi. Il Parlamento, tuttavia, sottolinea che la donazione da viventi dovrebbe essere considerata come complementare alla donazione dopo la morte.

I deputati, inoltre, insistono sulla necessità che le donazioni di organi permangano rigorosamente non commerciali. Appoggiano quindi le misure volte a proteggere i donatori, e a garantire che la donazione di organi sia effettuata «in modo altruistico e volontario», escludendo i pagamenti tra i donatori e i riceventi. Ogni pagamento, precisano, deve compensare unicamente le spese e gli inconvenienti relativi alla donazione. Chiedono poi agli Stati membri di garantire l'anonimato dei donatori deceduti e dei donatori in vita non legati ai riceventi da vincoli genetici o emotivi.

Il Parlamento, d'altra parte, riconosce che la biotecnologia «offre già mezzi che permettono di evitare il rischio di rigetto di organi trapiantati» permettendo una maggiore disponibilità di organi. Inoltre, a condizione di garantire la tracciabilità, la biotecnologia potrà offrire in futuro la possibilità «di creare organi a partire dai tessuti e dalle cellule esistenti, tanto dei pazienti stessi quanto dei donatori di tessuti». La Commissione dovrebbe pertanto promuovere tale ricerca «nell'ambito di quadri culturali ed etici» fissati dagli Stati membri, dalla Carta sui diritti fondamentali e dalla Convenzione sulla biomedicina del Consiglio d'Europa». Approvando un emendamento proposto dal PPE/DE, peraltro, l'Aula rileva che numerose sperimentazioni cliniche sugli esseri viventi «hanno dimostrato l'efficienza del trattamento con cellule staminali adulte in numerose terapie di sostituzioni cellulare».

Migliorare l'efficienza, l'accessibilità e la sicurezza dei trapianti

I deputati appoggiano fermamente la creazione di registri nazionali di controllo dei donatori viventi, pazienti trapiantati e procedure di trapianto. La Commissione dovrebbe inoltre promuovere lo sviluppo di un nucleo di norme tecniche ed etiche per la gestione della sicurezza, della qualità e dell'efficacia della donazione di organi. Gli Stati membri, invece, sono chiamati a abrogare, prima del gennaio 2010, la normativa che limita al loro territorio l'uso di organi donati.

Il Parlamento sottolinea poi il valore potenziale della messa in comune degli organi tra gli Stati membri dell'UE, che può essere molto utile soprattutto nel caso di procedure di trapianto difficili. Chiede inoltre che sia istituita una carta europea di donatore di organi, complementare rispetto ai sistemi nazionali esistenti, e auspica una cooperazione internazionale per promuovere la disponibilità e la sicurezza degli organi.

I deputati affermano anche di attendere con impazienza una proposta di direttiva che fissi le esigenze di qualità e di sicurezza per la donazione, il reperimento, il controllo, la conservazione, il trasporto e la distribuzione attraverso l'UE di organi nonché le risorse necessarie per attuare tali requisiti. Sottolineano, tuttavia, che questa non dovrebbe comportare «un eccessivo onere amministrativo» o contemplare esigenze che potrebbero determinare una riduzione del numero di donatori potenziali e effettivi. La direttiva dovrebbe inoltre completare e rafforzare gli sforzi attuati a livello nazionale e adeguarsi ai progressi effettuati dalla scienza medica.

Allo stesso tempo, il Parlamento invita la Commissione ad aiutare gli Stati membri a sviluppare la loro capacità di creare e sviluppare regolamentazioni nazionali e un quadro regolamentare volto a potenziare la qualità e la sicurezza, «senza che ciò abbia ripercussioni negative sulla disponibilità degli organi destinati ai trapianti».  Chiede inoltre agli Stati membri di estendere il periodo di monitoraggio dei pazienti che hanno subito un trapianto a diversi anni e, preferibilmente, lungo l'intero arco della vita del paziente e/o finché l'organo trapiantato funziona.

Sensibilizzare alla donazione di organi e istituire una hotline d'informazione

Convinti che un modo molto efficace di aumentare la disponibilità di organi e individuare potenziali donatori sia quello di fornire maggiori informazioni al pubblico, i deputati invitano la Commissione, gli Stati membri e le organizzazioni della società civile, le chiese, le comunità religiose ed umaniste a partecipare a tale sforzo tenendo presenti, allo stesso tempo, «le specificità culturali in ogni Stato membro». Propongono quindi di potenziare la promozione della donazione di organi, in particolare tra i giovani nelle scuole, ricorrendo anche a note personalità (come gli sportivi) e a pacchetti educativi.

Il Parlamento sottolinea peraltro che le informazioni sulla donazione e il trapianto di organi andrebbero fornite «in modo trasparente, imparziale e non indirizzato». Sostiene inoltre l'istituzione di una "hotline" gestita da un'organizzazione nazionale dei trapianti, in servizio 24 ore al giorno e in grado di fornire rapidamente informazioni (mediche, giuridiche) pertinenti ed accurate a tutte le parti interessate.

Lottare contro il traffico di organi e prevenire il turismo di trapianti

Il Parlamento evidenzia il legame tra la penuria di organi e il loro traffico. Sottolinea inoltre che qualsiasi sfruttamento commerciale di organi «non è etico ed è contrario ai valori umani più fondamentali». Il traffico di organi e tessuti, pertanto, dovrebbe essere oggetto di un divieto universale. Per combattere il traffico di organi nelle parti più povere del mondo, d'altra parte, è necessario adottare una strategia a lungo termine «finalizzata ad abolire le disuguaglianze sociali che sono alla radice di tali pratiche» e predisporre meccanismi di tracciabilità volti a impedire l'ingresso nell'UE di questi organi.

Il Parlamento invita poi la Commissione e gli Stati membri a adottare misure per prevenire il "turismo di trapianti". Dovrebbero quindi elaborare orientamenti volti a proteggere i donatori più poveri e vulnerabili contro il rischio di essere vittime del traffico di organi, adottare misure che accrescano la disponibilità di organi ottenuti in modo legale e favorire lo scambio di registrazioni di liste di attesa per evitare iscrizioni multiple in tali elenchi. Gli Stati membri, ove necessario, sono anche esortati a far sì che i responsabili del traffico di organi - compreso il personale medico - «siano adeguatamente perseguiti», scoraggiando al contempo i potenziali riceventi dal cercare organi e tessuti oggetto di tale traffico.

 
Nel chiedere alla Commissione e a Europol di migliorare il monitoraggio dei casi di traffico di organi e di trarre le necessarie conclusioni, il Parlamento sollecita infine gli Stati membri a prendere le necessarie misure per vietare ai professionisti della sanità e alle assicurazioni sanitarie di agevolare il traffico di organi e tessuti, ad esempio, indirizzando pazienti a un servizio di trapianti estero coinvolto in un traffico o rimborsando i costi sostenuti per ottenere un trapianto illegale.

Link utili

Comunicazione della Commissione - Donazione e trapianto di organi: azioni politiche a livello UE

Documento di lavoro della Commissione - Analisi d'impatto

Direttiva 2004/23/CE sulla definizione di norme di qualità e di sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani

Relazione finale audizione parlamentare - Organ donation and transplantation: Policy options at EU level (in inglese)

Statistiche : attività di donazione e trapianto in Italia (2007)

Legge 1° aprile 1999, n. 91 - Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 87 del 15 aprile 1999)

Eurobarometro: Europeans and organ donation (in inglese)


Riferimenti

Adamos ADAMOU (GUE/NGL, CY)
Relazione sulla donazione e il trapianto di organi: azioni politiche a livello UE
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 21.4.2008
Votazione: 22.4.2008

Flash News

Twitter, la più giovane community sociale (è nata nel 2006) sta diventando una nuova moda a livello mondiale. Una sola è la possibilità: scrivere in 140 caratteri cosa si sta facendo o pensando in quel momento. Si può fare sul sito, via email o via sms: praticamente ovunque.

Questo nuovo modo di comunicare , detto microblogging, non è ancora ben chiaro: di certo è ricco di possibilità e sta interessando sia gli utenti sia le aziende.

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Nel Parlamento nazionale non è ancora molto utilizzato; al contrario, deputati e senatori americani lo usano abitualmente per parlare con gli elettori, anche durante le sedute dei due rami del Congresso ottenendo - questa è la cosa che ha reso Twitter assai gradito - un effetto trasparenza e immediatezza che le tradizionali forme di comunicazione non hanno.


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