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Settimana mondiale dell'acqua: usi e abusi di una risorsa preziosa

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Acqua, la sprechiamo?

Da domani inizia la "Settimana mondiale dell'acqua", indetta dall'Istituto Internazionale per le Acque di Stoccolma (Svezia). Circa 1,4 miliardi di persone non ha acqua potabile a sufficienza, 1 miliardo beve acqua non sicura, 3,4 milioni muoiono ogni anno per malattie trasmesse dall'acqua.

L'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha stabilito la soglia minima del fabbisogno idrico per persona in 1700 metri cubi di acqua all'anno (per usi idropotabili, irrigui, industriali, energetici). E' cosi' impossibile avere acqua potabile?
Il 71% del globo terrestre e' ricoperto di acqua. Sembrerebbe sufficiente per evitare carenze, conflitti ed epidemie. Purtroppo le acque dolci rappresentano solo il 2% dell'acqua disponibile mentre il restante 98% e' acqua salata. Di quel 2%, l'acqua utilizzabile e' solo l'1%, perche' il resto sta nei ghiacci polari (75%) o nel sottosuolo (24%), ed e' mal distribuita e mal utilizzata. Se per le esigenze di vita bastano 2,5 litri al giorno, in realta' nel nostro Paese ne consumiamo ben 215. Vediamo la ripartizione.
1. Il 23% per pulizie personali (bagno, doccia, denti e mani);
2. il 14% per lavaggio (vestiti, biancheria, piatti e pentole);
3. il 13% per usi di cucina (cottura);
4. il 28% negli sciacquoni di gabinetto;
5. il 14% nelle annaffiature;
6. l'8% in perdite di impianti.
Siamo quindi responsabili del cattivo uso di una risorsa indispensabile? In parte si', ma il nostro apporto al consumo e' minimale. La Fao ha calcolato che su 5000 chilometri cubi di acqua consumati nel mondo, circa 3.500 vanno all'agricoltura, 1.000 circa all'industria e circa 200 agli usi civili. Dunque il maggior consumo e' quello agricolo e in questo settore si dovrebbero sfruttare sistemi di irrigazione piu' razionali. C'e' poi l'acqua salata che potrebbe essere utilizzata con opportune tecniche di desalinizzazione, le quali potrebbero essere sviluppate per l'abbattimento dei costi. Certo e' che fa impressione pensare che ogni volta che giriamo la leva dello sciacquone buttiamo via circa 8 litri di acqua potabile.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc.

Flash News

Nei prossimi otto anni, il Centro di Ricerca per gli Edifici ad impatto ambientale zero (ZEB) riceverà dal governo norvegese un finanziamento annuo di 4.5 milioni di euro. Il progetto, che vede impegnati architetti, ingegneri e imprenditori dell’università di Oslo, partirà il prossimo 2 marzo.
L’industria edile è comunemente definita il “settore del 40%” perché il 40% dei materiali e dei prodotti in commercio sono utilizzati nelle costruzioni, dove tra l’altro si consuma il 40% dell’energia sia a livello europeo che globale.
Il presupposto da cui partono i norvegesi è che si risparmi di più riducendo la domanda di energia invece di aumentarne la produzione –risparmiare 1 KWH di energia, infatti, equivale a produrne almeno 2 KWH. Per rispondere alle sfide attuali – cambiamenti climatici, scarsità di risorse energetiche -  i norvegesi hanno pensato di costruire edifici all’insegna dell’efficienza, utilizzando principalmente energie rinnovabili.
Il Centro di Ricerca norvegese è impegnato a sviluppare soluzioni tecnologiche sia per i futuri edifici sia per quelli già esistenti, mettendo a punto sistemi a impatto ambientale zero in tutte le fasi della costruzione e della demolizione.

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