Nuove speranze contro l’ictus: si allunga il margine temporale della terapia
Uno studio internazionale condotto dal dottorato di Neuroscienze con il coordinamento di Danilo Toni della Sapienza, recentemente pubblicato su The New England Journal of Medicine, ha rivelato che la terapia standard per l’ictus cerebrale ischemico può essere efficace se somministrata in un lasso di tempo maggiore rispetto a quanto ritenuto finora.
La ricerca, condotta in Europa su oltre 6500 pazienti, ha dimostrato che la trombolisi intravenosa ottenuta con Alteplase, l’unico farmaco finora approvato che provoca la lisi del trombo, è efficace non solo se applicata entro tre ore, come finora ipotizzato, bensì entro quattro ore e mezzo dal sopraggiungere dell’occlusione vasale che causa l’ictus. Lo studio, dimostrando la prolungata efficacia del farmaco e la conseguente possibilità di un ampliamento della finestra terapeutica, è di grande rilievo: alla luce di questa scoperta, appare evidente come una riorganizzazione della rete di accesso alle strutture specializzate (stroke unit), nelle quali effettuare la terapia (in Italia costituita dal 118) consentirebbe di salvare un maggior numero di persone e di preservarne la qualità della vita.
Malgrado queste positive prospettive terapeutiche legate, in Italia la trombolisi continua a essere usata ancora su una minoranza di pazienti, sia per il numero insufficiente di stroke unit, sia per la scarsa consapevolezza di che cosa sia l’ictus e del fatto che si tratti di una malattia curabile.