Questo sito utilizza cookie per implementare la tua navigazione e inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più clicca leggi

Sei qui: HomeAutori Scienzeonline.comComunicati StampaChe memoria quel neurone!

Che memoria quel neurone!

Valutazione attuale:  / 0
ScarsoOttimo 

Identificata per la prima volta la funzione essenziale di PC3/Tis21/BTG2 nello sviluppo neuronale e nel processo di formazione delle memorie. I risultati, pubblicati sulla rivista internazionale Plos One, sono stati dimostrati da una équipe di ricercatori del Cnr, dell’Università Lumsa e della Fondazione Santa Lucia


Nel cervello dei mammiferi e di altre specie ha luogo per tutta la vita la formazione di nuovi neuroni secondo un processo denominato neurogenesi, indispensabile per la formazione della memoria nell’ippocampo, come hanno dimostrato recenti ricerche nelle quali il numero dei nuovi neuroni dell’ippocampo è stato ridotto o incrementato con varie tecniche e metodi. Questi studi non sono tuttavia riusciti a chiarire le modalità con le quali i nuovi neuroni vengono integrati nei circuiti mnemonici esistenti e il loro contributo alla formazione delle memorie. Soprattutto, non sono chiariti i meccanismi molecolari che governano la coordinazione fra i processi di proliferazione, differenziamento e integrazione dei nuovi neuroni nei circuiti esistenti.

Un team di studiosi, guidati da Felice Tirone dell’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Inmm-Cnr), in collaborazione con quello di Vincenzo Cestari dell’Istituto di neuroscienze del Cnr (In-Cnr) e dell’Università Lumsa, e di Patrizia Longone della Fondazione Santa Lucia, operanti presso il Centro Europeo di Ricerca sul Cervello, ha ora identificato il ruolo essenziale di un gene, PC3/Tis21 (noto anche come BTG2), per il differenziamento del neurone.

Abbiamo visto che la mancanza di PC3/Tis21”, spiega Tirone, “blocca la maturazione dei nuovi neuroni dell’ippocampo, e questo si traduce in una perdita selettiva della memoria contestuale, che è alla base della capacità di collegare eventi diversi. Infatti il neurone immaturo non viene integrato nei circuiti della memoria contestuale. Invece, altri tipi di memoria dipendenti dall’ippocampo, come la memoria spaziale, rimangono normali, suggerendo che vi sia una specifica correlazione tra le fasi finali di maturazione del neurone e la funzione della memoria contestuale, ed anche che PC3/Tis21 possa giocare un ruolo nel regolare i tempi di reclutamento del nuovo neurone nei circuiti di memoria”.

PC3/Tis21 ha una duplice funzione: segnala l’uscita dal ciclo cellulare del nuovo neurone quando esso è ancora un progenitore proliferante, e ne permette il differenziamento terminale. Il meccanismo molecolare alla base di questa azione è infatti duplice: inizialmente PC3/Tis21 inibisce il ciclo cellulare nel progenitore in divisione, e subito dopo reprime direttamente il gene Id3, un importante gene inibitore del differenziamento neurale.

L’evidenza del ruolo di PC3/Tis21/BTG2 nella maturazione dei neuroni dell’ippocampo”, prosegue Tirone, “potrebbe anche suggerirne l’implicazione nelle patologie degenerative dell’ippocampo, come l’Alzheimer”.

Più in generale, i risultati da noi conseguiti”, conclude il ricercatore dell’Inmm-Cnr, “indicano che il corretto differenziamento del neurone è critico per la funzionalità dei circuiti di memoria, in quanto si generano dei deficit di memoria contestuale o spaziale anche se il differenziamento del progenitore neuronale viene accelerato - come già effettuato in nostri studi precedenti - e quindi non solo quando il differenziamento viene inibito, come qui osservato”.

Questi studi, attraverso una modulazione o alterazione del processo di differenziamento del neurone, creano delle condizioni uniche per conoscere i processi attraverso i quali il neurone si integra nei circuiti della memoria.


Roma, 21 gennaio 2010

Ufficio stama CNR

Flash News

Nei prossimi otto anni, il Centro di Ricerca per gli Edifici ad impatto ambientale zero (ZEB) riceverà dal governo norvegese un finanziamento annuo di 4.5 milioni di euro. Il progetto, che vede impegnati architetti, ingegneri e imprenditori dell’università di Oslo, partirà il prossimo 2 marzo.
L’industria edile è comunemente definita il “settore del 40%” perché il 40% dei materiali e dei prodotti in commercio sono utilizzati nelle costruzioni, dove tra l’altro si consuma il 40% dell’energia sia a livello europeo che globale.
Il presupposto da cui partono i norvegesi è che si risparmi di più riducendo la domanda di energia invece di aumentarne la produzione –risparmiare 1 KWH di energia, infatti, equivale a produrne almeno 2 KWH. Per rispondere alle sfide attuali – cambiamenti climatici, scarsità di risorse energetiche -  i norvegesi hanno pensato di costruire edifici all’insegna dell’efficienza, utilizzando principalmente energie rinnovabili.
Il Centro di Ricerca norvegese è impegnato a sviluppare soluzioni tecnologiche sia per i futuri edifici sia per quelli già esistenti, mettendo a punto sistemi a impatto ambientale zero in tutte le fasi della costruzione e della demolizione.

Cerca nel Sito

Archivio Agenziadistampa 2001-2012

Per Visitare il vecchio archivio Articoli di Agenziadistampa.eu andate alla pagina www.agenziadistampa.eu/index-archivio.html

Scienzeonline.com
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 227/2006 del 29/05/2006 Agenzia di Stampa a periodicità quotidiana - Pubblicato a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50 - Direttore Responsabile: Guido Donati.

Agenziadistampa.eu - tvnew.eu
Direttore Responsabile Guido Donati
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa quotidiana - Pubblicata a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50

Free business joomla templates