La siccità in Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti sta spingendo migliaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni, per sfuggire ad una generale situazione d’emergenza visibile anche dallo spazio. Il satellite SMOS, infatti, mostra che il suolo è talmente arido da non poter essere coltivato
La popolazione somala, già duramente provata dalla guerra, si è riversata nei paesi confinanti in cerca di aiuto: il campo profughi di Dadaab, in Kenya, vede arrivare ogni giorno oltre 1000 sfollati, per la maggior parte bambini, gravemente disidratati e denutriti.
Analizzando i dati raccolti dal satellite SMOS dell’ESA, progettato per misurare l’umidità del suolo e la salinità marina, il suolo somalo appare molto arido durante la principale stagione delle piogge di quest’anno, specialmente nella regione meridionale.
Normalmente il clima della Somalia è arido nella regione centrale e nel nord-est, mentre il nord-ovest e il sud ricevono sufficienti quantità di pioggia. Sebbene il clima non sia soggetto a particolari variazioni stagionali, data la prossimità all’equatore, le piogge che normalmente si verificano fra aprile e giugno sono di vitale importanza per l’agricoltura. Quest’anno, invece, le piogge non sono state sufficienti per le coltivazioni. Secondo SMOS, infatti, il grado di umidità del suolo fra aprile e luglio risulta molto basso o addirittura nullo in alcune aree chiave. «Le misurazioni effettuate da SMOS in tali aree sono probabilmente da due a quattro volte più accurate, rispetto a quelle ottenute da altri sensori o modelli satellitari», ha commentato Yann Kerr, primo ricercatore della missione SMOS in materia di umidità del suolo, presso il CESBIO, centro per lo studio della biosfera terrestre dallo spazio, sito a Tolosa, in Francia.
Ulteriori informazioni raccolte con vari strumenti negli ultimi 20 anni rivelano la fase iniziale degli eventi che hanno portato all’emergenza di quest’anno nel Corno d’Africa: negli ultimi mesi del 2010 l’umidità del suolo era inferiore alla media in varie aree del Kenya, dell’Etiopia, del Gibuti e della Somalia. I raccolti persi, la moria del bestiame e la carestia, che sta affliggendo milioni di persone, sono le devastanti conseguenze di quella che le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo definiscono la peggiore siccità degli ultimi decenni.