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DISASTRO NUCLEARE IN GIAPPONE

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WWF: “L’UNICO NUCLEARE SICURO E’ QUELLO CHE NON C’E’” OGGI PIU’ CHE MAI, IL MONDO N0N HA BISOGNO DEGLI ENORMI RISCHINUCLEARI Dal referendum del 1987 il rischio nucleare non è cambiato,mentre il mondo sta già andando verso le rinnovabili, ormai una certezza per il futuroIl WWF è vicino alla popolazione giapponese che, dopo il catastrofico sisma e lo tsunami, deve oraaffrontare la tragedia della probabile fusione del nocciolo di una centrale e di una vasta esplosione.La prima emergenza è assicurare un’informazione completa e veritiera alla popolazione e fornireassistenza adeguata. C’è anche l’assoluta urgenza di intervento di squadre specializzate percontenere i danni. A Chernobyl molti tecnici e volontari sono stati contaminati e hanno perso la vitaper essere intervenuti "a mani nude" nel tentativo di limitare i danni. Chi può fornire aiuto tecnicospecializzato, lo faccia adesso, soprattutto quei paesi (Francia, USA, etc) e quelle ditte (AREVA,Westinghouse, etc) che sul nucleare e sulle promesse di assoluta sicurezza hanno costruito i loroguadagni. Ecco una buona occasione per dimostrarci la loro capacità di intervento in caso didisastro nucleare. Se non si interviene subito, le conseguenze potrebbero essere ancora piùdisastrose anche oltre i confini del Giappone.Il WWF sottolinea che uno dei reattori coinvolti dall’emergenza di Fukushima ha una età di 40anni. La tendenza odierna è di prolungare l'età dei reattori nucleari in esercizio per "passare" algoverno successivo la patata bollente degli enormi costi dello smantellamento e delle scorie.“Ancora una volta succede qualcosa che era stato dato per assolutamente inimmaginabile dagli"esperti" – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia - Anche un evento definito abassissima probabilità, può verificarsi, soprattutto in concomitanza con altri effetti scatenanti(terremoto e distruzione della diga di Fukushima). L'evento di Fukushima non va incluso nellacategoria dei disastri naturali. Non spetta alla natura adeguarsi alle pretese dell'economia, bensì ilcontrario. Il principio di precauzione deve diventare la linea guida dell'economia e delle politicheenergetiche ed ambientali: quando un evento potenzialmente disastroso connesso a una tecnologiaha una probabilità sia pur minima di verificarsi, bisogna astenersi dall'uso di questa tecnologia. Nonc'è altra soluzione nè mediazione possibile”.Il nucleare non è cambiato, ma il mondo sì e oggi le alternative non solo ci sono, ma sonouna realtà economica e occupazionale in rapidissima ascesa, a differenza del nucleare. Energiarinnovabile, quella che nell’87 da qualcuno veniva definita un’utopia è oggi il futuro del Pianeta edell’economia. L’Italia si appresta a tenere un referendum sul nucleare per abrogare la legislazionepro-nucleare approntata da un Governo che non ha tenuto conto del verdetto popolare del 1987 –continua Leoni - Siamo anche noi un paese ad elevato rischio sismico. La tecnologia nucleare non ècambiata, nonostante le promesse di inesistenti reattori intrinsecamente sicuri di terza equarta generazione e nonostante l'enorme flusso di denaro a supporto di ricerca e tecnologia. Quelloche invece è cambiato è il contesto delle altre fonti energetiche, con efficienza e risparmioenergetico e le fonti rinnovabili, pulite e davvero sicure”.Auspichiamo anche che non vi siano pressioni di alcun tipo sull’informazione italiana e che sigarantisca la massima trasparenza circa le drammatiche notizie che arrivano dall’incidente delGiappone, un disastro ‘ecologico’ che aggiunge altro dolore e sofferenze alle popolazioni colpiteoltre ai danni diretti provocati dal terremoto e dello tsunami.

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