“Servono risposte immediate per dare futuro all’industria dell’energia pulita – ha continuato Zanchini – perché sarebbe assurdo schiacciare un settore che nel 2010 ha avuto un vero e proprio boom e che, sostenuto adeguatamente, potrebbe arrivare al 2020 al 35% dei consumi elettrici italiani e, vista la continua riduzione dei costi delle tecnologie, spazzare via qualsiasi ipotesi di investire nei pericolosissimi e costosi impianti nucleari”.
Lega
mbiente, anticipando alcuni dati dal rapporto Comuni Rinnovabili 2011, confuta ogni tentativo del governo di sostenere l’inadeguatezza delle fonti pulite nell’assicurare una reale crescita della produzione energetica.Come testimoniano i dati di Terna, infatti, nello scorso anno si è verificata una forte crescita della produzione da rinnovabili che è arrivata a coprire il 22,1% dei consumi elettrici complessivi italiani (importazioni e pompaggi inclusi), e oltre il 25% della produzione elettrica nazionale grazie a idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermia. Analizzando i dati, si evidenzia come sia cresciuto il contributo dell’eolico, che ha prodotto 8.374 GWh (+29% rispetto al 2009) e del fotovoltaico, con 1.600 GWh (+136%), ma anche delle biomasse, con 6.500 GWh (+10%) mentre l’idroelettrico è rimasto stabile a 49.369 GWh.Per Legambiente, le dichiarazioni odierne dei ministri Prestigiacomo e Romani dimostrano chiaramente la scelta del governo di voler cancellare le rinnovabili dal futuro dell'Italia proprio perché metterebbero a rischio gli investimenti nel nucleare: "Altro che due scenari che viaggiano in parallelo, come sostenuto finora, per i paladini del nucleare fermare le rinnovabili è oggi una priorità".