“Le crisi dimenticate”: Medici senza Frontiere pubblica un rapporto sul sistema di informazione italiano. E avverte: ancora troppe le crisi umanitarie che non trovano spazio nell’agenda politica dei media.
Veronica Rocco
Esce anche quest’anno l’ampio dossieri che Medici Senza Frontiere, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, dedica, per il terzo anno consecutivo, alle “crisi dimenticate” dai media, ossia tutte quelle situazioni di emergenza (conflitti, malnutrizione, epidemie, catastrofi ambientali) che, per vari motivi, non trovano spazio, o trovano solo uno spazio marginale, nell’agenda dei media occidentali .
L’indagine, che analizza la copertura mediatica riservata dai principali mezzi di informazione italiani - nell’arco del 2006 - ad alcune gravi crisi umanitarie, sottolinea la scarsa attenzione di stampa e telegiornali nei confronti di temi o Paesi non strettamente legati al dibattito politico italiano o agli interessi geopolitici internazionali.
La “top ten” delle crisi dimenticate comprende, nell’ordine: Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka, Colombia, Cecenia, malnutrizione, Haiti, tubercolosi, Repubblica Centrafricana e India centrale. A questo elenco, però, bisogna aggiungere altri “punti caldi” che vengono spesso ignorate dai media italiani, come l’Indonesia, il Sudan, il Ciad, il Niger, l’Angola e la malaria.
Lo studio
I risultati dello studio condotto da Medici Senza Frontiere mettono in evidenza due aspetti fondamentali del sistema di informazione italiano. Il primo riguarda la tendenza a parlare di contesti di crisi solo quando sono riconducibili a eventi e/o personaggi italiani. E’ il caso dell’Afghanistan, rispetto al quale l’informazione dei media si concentra soprattutto sul dibattito politico del nostro Paese: rifinanziamento della missione militare, gli attacchi al contingente italiano, il rapimento del giornalista Gabriele Torsello.
Il secondo aspetto consiste nell’etichettare molte crisi umanitarie sotto l’appellativo generalista di “terrorismo internazionale”, ignorando spesso le profonde radici storiche di alcuni conflitti. Il caso più emblematico è la Somalia, un Paese dilaniato da una sanguinosa guerra civile, con un’aspettativa di vita che non supera i 47 anni e dove oltre un quarto dei bambini muore prima di aver compiuto i cinque anni. Dopo un lungo silenzio, la Somalia nel 2006 è tornata agli onori della cronaca, ma a catalizzare l’attenzione dei media non sono state le condizioni di vita della popolazione civile, quanto l’ascesa politica delle Corti Islamiche, che ha monopolizzato il dibattito politico internazionale sulla lotta al fondamentalismo islamico.
Le crisi dimenticate dalla stampa
Per quanto riguarda la carta stampata, sono stati monitorati, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2006, ventidue quotidianiii e tredici periodiciiii.
Dall’analisi quali-quantitativa delle notizie pubblicate nell’arco del 2006, emerge che i quotidiani che hanno dedicato maggiore spazio alle crisi “lontane”sono Avvenire, La Repubblica e Corriere della Sera, seguiti da Il Manifesto e La Stampa. Tra i periodici, guidano la classifica Famiglia Cristiana, Panorama, l’Espresso e il Venerdì di Repubblica.
Ai primi posti delle notizie più presenti nella carta stampataiv troviamo HIV-AIDS e violenze sessuali, rispettivamente con 313 e 109 articoli. La tubercolosi, che ogni anno causa la morte di due milioni di persone e ne contagia nove milioni, ha fatto parlare di sé in 45 articoli, la maggior parte dei quali riguarda gli appelli del Papa e la raccolta di fondi degli organismi internazionali. Solamente un quarto degli articoli dedicati al tema richiama l’attenzione sui farmaci e sul trattamento della TBC.
Se confrontiamo i dati relativi alla copertura mediatica della tubercolosi e della malaria (che insieme totalizzano 80 articoli, compresi news e trafiletti di giornale) con quelli relativi all’influenza aviaria, il contrasto salta subito agli occhi: all’aviaria, che ha registrato solo 116 casi e 80 morti in tutto il mondo, sono stati dedicati ben 410 servizi di telegiornale.
Naturalmente non tutte le crisi del nostro pianeta passano inosservate. Se costruiamo una mappa mediatica dell’informazione in base all’area geografica, scopriamo che alcuni contesti geopolitici sono quasi sempre all’ordine del giorno: il conflitto israelo-palestinese, con una copertura di 3078 articoli sulla stampa italiana, guida la classifica delle crisi più seguite in assoluto dai media di tutto il mondo. Seguono la guerra in Iraq (1389 articoli), il Libano, che in meno di sei mesi ha totalizzato ben 1200 articoli, quindi la Cina (910 articoli) e l’Afghanistan (861 articoli).
Lo scenario muta quando ci avventuriamo in aree geografiche che, pur essendo caratterizzate da gravi crisi umanitarie e intensa instabilità politica ed economica, non sono considerate interessanti dal punto di vista mediale. All’inizio del 2006, nella Repubblica Democratica del Congo, si sono svolte le prime elezioni democratiche dopo decenni, che hanno ricevuto il 58% di copertura da parte della stampa italiana, ma solo il 29% delle notizie pubblicate descrive le terribili condizioni in cui versa la popolazione civile, costretta, in seguito ai combattimenti fra l’esercito congolese e i ribelli Mai Mai, ad abbandonare i propri villaggi e ad affrontare sempre più frequenti epidemie di meningite, malaria, colera.
Sull’Indonesia, il più grande Stato musulmano del mondo, la stampa italiana ha pubblicato 260 articoli nel corso dell’anno, ma solo un quarto parla del terremoto che ha colpito il Paese a maggio del 2006, provocando migliaia di vittime e oltre un milione di senzatetto.
Le crisi dimenticate dai telegiornali
Delle 78.224 notizie trasmesse nelle fasce del day time e del prime time dai telegiornali dei due principali network nazionali - RAI e Mediaset - appena il 10,5% focalizza l’attenzione su situazioni di crisi, con una maggiore partecipazione delle reti RAI (13,4%) rispetto a Mediaset (7,9%)v.
A guidare la classifica delle crisi più seguite dai notiziari televisivi troviamo, naturalmente, il conflitto medio-orientale, che cattura il 45,5% dell’interesse mediatico. Seguono Iraq (26,9%) e Afghanistan (11,2%).
Somalia, Cecenia, Sri Lanka, Haiti, Niger,Repubblica Democratica del Congo, entrano a far parte dell’agenda dei media solo in occasione di eventi particolari: elezioni politiche, attentati terroristici, uccisione di personaggi di spicco - il leader dei separatisti ceceni Shamil Basayev, la giornalista russa Anna Politkovskaya - sequestri di cittadini italiani e di operatori umanitari.
Le crisi completamente ignorate dai media
Oltre alle crisi dimenticate – sottolinea il dossier di MSF– vi sono anche quelle del tutto ignorate dai media. Un caso particolarmente emblematico è lo Stato di Chhattisgarh, nell’India centrale. Il paese è da 25 anni teatro di durissimi scontri fra le forze di sicurezza indiane, i ribelli maoisti Naxaliti e le milizie anti-maoiste di Mahendra Karma. Gli scontri hanno fatto centinaia di vittime e messo in fuga migliaia di civili, ma i conflitti di Chhattisgarh, tra i più sanguinosi dell’India, non sono mai stati menzionati né dalla stampa né dai telegiornali italiani. Stessa sorte spetta alla Repubblica Centrafricana, dove il susseguirsi di colpi di stato, ribellioni, scontri armati e fughe in massa della popolazione non hanno trovato posto nell’agenda dei nostri mezzi di informazione.
Note
1 - Il rapporto è scaricabile online dal sito di Medici Senza Frontiere ed è diviso in due parti: “Rapporto sulle crisi dimenticate 2006-La stampa italiana” e “Osservatorio sulle crisi dimenticate-Report TV 2006”, a cura di Mirella Marchese, osservatorio di Pavia
2 - Avvenire, Corriere della sera, Europa, Il Foglio, Il Gazzettino, Il Giornale, Il Manifesto, Il Mattino, Il Messaggero, Il Riformista, Il Sole 24 Ore, Il Tempo, La Gazzetta del Mezzogiorno, La Padania, La Repubblica, La Stampa, Liberazione, Libero, L’Osservatore Romano, L’Unità, Quotidiano Nazionale, Secolo d’Italia.
3 - Corriere della sera magazine, D-La repubblica delle Donne, Donna Moderna, Famiglia Cristiana, Gente, Il Venerdì di Repubblica, Io Donna, L’Espresso, Oggi, Panorama, Salute di Repubblica, Specchio, Vanity Fair
4 - Lo studio di MSF distingue 10 aree tematiche. Nell’ordine: varie; HIV-AIDS, violenze sessuali, malattie dimenticate, malnutrizione, tubercolosi, accesso ai farmaci, malaria, vaccinazioni, colera/malattie diarroiche
5 - RAI 3, con il 16,2%, si conferma la testata con il maggior numero di servizi dedicati alle situazioni di crisi. Seguono RAI 1 (13,4%) e RAI 2 (11,2%). Studio Aperto è all’ultimo posto, con appena il 5,5%.