La frode nella scienza: quanto sono diffuse le truffe e come sconfiggerle?
Integrità scientifica e frode sono al centro di una conferenza internazionale tenutasi il 17 e il 18 Novembre scorso a Madrid e organizzata dal Forum per l'Integrità della Ricerca della Fondazione Scientifica Europea (ESF), in collaborazione con il Consiglio Nazionale spagnolo per la Ricerca (CSIC).
Dalla conferenza emergono dati preoccupanti sull'integrità degli scienziati, sempre più spesso minacciata dal comportamento scorretto di una minoranza. Nella scienza la frode può assumere tre forme: l'invenzione dei dati, la loro falsificazione allo scopo di ottenere risultati non pertinenti, l'appropriazione indebita del lavoro di ricerca realizzato da altri, ossia il plagio.
Non sono disponibili dati certi sull'entità e la diffusione delle frodi, ma possiamo dire che gli scienziati che compiono atti fraudolenti si collocano fra lo 0.1% e l'1% del totale, mentre la percentuale sale fino al 50% quando si tratta di pratiche o comportamenti discutibili.
La fiducia della gente negli scienziati è ancora molto alta, secondo le stime più recenti, ma, come sottolinea John Marks, direttore di Scienze e strategie della ESF, "la fiducia può essere facilmente compromessa dall'elevata incidenza di condotte improprie".
Secondo un'indagine realizzata tempo fa dalla ESF, 18 Paesi europei hanno stabilito dei codici di condotta per la ricerca scientifica, ma le misure contro i casi sospetti variano in modo significativo da un Paese all'altro.
Finora nessun paese europeo ha seguito le orme della National Science Foudation americana, che, al pari di altre agenzie federali degli Stati Uniti, ha poteri legali per investigare sui casi sospetti di frode, fra cui la facoltà di citare in giudizio i responsabili. I colpevoli possono essere obbligati a seguire un corso di etica scientifica oppure, nei casi più gravi, sono esclusi fino a 5 anni dai finanziamenti federali per la ricerca.
In Europa il sistema si fonda essenzialmente sull'autogoverno della comunità scientifica, quindi tende ad essere più consensuale. Come spiega il professor Eerio Vuorio, capo del National Advisory Board on Research Ethics, in Finlandia tutte le università e gli istituti di ricerca hanno sottoscritto un codice deontologico nazionale che regola la condotta degli scienziati. Sono le singole istituzioni che hanno il compito si investigare sulle accuse di cattiva condotta con l'aiuto di consulenti esterni.
Uno degli aspetti più controversi del problema, secondo quanto emerge dal convegno di Madrid, riguarda i casi di frode commessi nelle ricerche internazionali, in cui sono coivolti Paesi con regolamenti diversi. In questo caso diventa molto più difficile stabilire sia il metodo di investigazione che il tipo di sanzioni.
Una soluzione a questo problema è stata recentemente proposta dal Forum per l'Integrità della Ricerca dell'OECD, che impegna gli scienziati e i ricercatori a sottoscrivere un codice di condotta condiviso nei casi di sospetta frode. La proposta, però - sottolinea Christine Boesz della National Science Foundation - ha suscitato scetticismo e resistenza fra i ricercatori.
A madrid si è discusso anche del ruolo fondamentale che hanno i mezzi di comunicazione nel promuovere l'integrità della ricerca scientifica e denunciare i comportamenti e le pratiche fraudolenti.
Link utili:
ESF
"Scientists resolve to crack down on fraud" (08/12/2008)
http://www.esf.org/ext-ceo-news-singleview/article/scientists-resolve-to-crack-down-on-fraud-544.html
Veronica Rocco