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Stop al commercio di avorio in Cina

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In vista dello storico bando sul commercio interno di avorio in Cina che prenderà il via alla fine del mese, un’indagine condotta da TRAFFIC e WWF ha rivelato che il bando ha un diffuso consenso da parte della maggioranza dei consumatori intervistati e che verosimilmente ridurrà in maniera sostanziale l’acquisto di prodotti in avorio. Tuttavia, molti cittadini non sono ancora a conoscenza dell’imminente messa al bando.

Il bando è stato accolto dalla comunità internazionale come un passaggio cruciale che, se correttamente applicato, aiuterà a fermare il bracconaggio ed invertire il declino delle popolazioni di elefante africano. Quest’anno, TRAFFIC e WWF hanno commissionato a GlobeScan, un’agenzia di consulenza indipendente, la più grande indagine mai condotta sui consumatori di avorio, per comprendere la natura del consumo di avorio in 15 città i cui mercati sono tra i più attivi in Cina. La ricerca ha rivelato che l’acquisto di avorio è crollato negli ultimi tre anni in città come Pechino e Chengdu, dove le regolamentazioni sono più rigide e dove c’è più consapevolezza dell’imminente messa al bando. Tuttavia, il mercato dell’avorio si è spostato dalle città metropolitane a centri più piccoli, e tale spostamento nella domanda potrà continuare in futuro.

Ma dallo studio sono emersi altri importanti risultati:

• Solo il 19% degli intervistati ricordava spontaneamente l’esistenza di regole sul commercio d’avorio. Il 46% le ricordava quando sollecitati.

• L’86% degli intervistati, una volta messi a conoscenza, ha dichiarato di supportare il bando dell’avorio

• Più della metà di coloro che in passato avevano acquistato prodotti in avorio ha smesso di acquistarli, la maggior parte dei quali negli ultimi tre anni, ma la richiesta di avorio rimarrà per alcune categorie demografiche

• Coloro i quali viaggiano all’estero in passato hanno comprato significativamente più avorio di coloro i quali non viaggiano.

La ricerca ha avuto lo scopo di identificare i fattori che influenzano il consumo di avorio, gli atteggiamenti delle persone riguardo alla messa al bando del commercio di avorio nel mercato interno, e la percezione dei consumatori riguardo ai messaggi della campagna. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati da TRAFFIC e WWF nel nuovo report “Demand under the Ban: China ivory consumption research 2017.” (“La domanda ai tempi del bando: indagine 2017 sul consumo di avorio in Cina”).
“La Cina ha dimostrato una forte leadership su questo pressante tema, in una regione flagellata dal commercio illegale di fauna selvatica, che è esacerbato dal mercato legale. È un grande passo ed un grande impegno per assicurare un futuro all’elefante africano. Tuttavia, è chiaro che i prossimi mesi saranno assolutamente critici per l’applicazione effettiva del bando e la sua comunicazione”, dichiara Margaret Kinnaird, WWF Wildlife Practice Leader. “Siamo fiduciosi che chiudendo le porte del più grande mercato legale di avorio, inizieremo il 2018 un passo più vicini a creare un mondo in cui la domanda di avorio è fortemente ridotta”.

L’indagine mostra come molti consumatori abbiano ancora scarsa conoscenza del tema della legalità nell’ambito del marcato dell’avorio. Migliorare la comprensione e la conoscenza sulla messa al bando del commercio dell’avorio è pertanto essenziale e consentirà di orientare i messaggi rivolti ai consumatori per cambiare gli atteggiamenti nei confronti dell’avorio, basati su dati concreti.

 

Flash News


Sulla vicenda, che si ripete purtroppo con sinistra puntualità è intervenuto Raniero Maggini, Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana:
"La moria di pesci in concomitanza dei primi temporali di fine estate è un fenomeno ricorrente, determinato in larga parte dal dilavamento esercitato dalla pioggia che improvvisamente convoglia quantità importanti di sostanze tossiche nei fiumi, da quelle usate in agricoltura a quelle che si accumulano sulle superfici stradali, soprattutto in ambito urbano. Inoltre dopo un periodo tanto siccitoso, come quello trascorso, la diluizione di tali sostanze risulta minore e dunque maggiore la loro incidenza.
Se poi si considera che alla foce del fiume si mischiano acqua dolce e salata - quest'ultima più pesante - si crea un effetto barriera che concentra le sostanze chimiche trasportate, determinando una ulteriore minaccia per la fauna ittica. Fenomeni noti che ripropongono la drammaticità dell'inquinamento dell'ambiente in tutte le sue componenti e delle gravi responsabilità dell'uomo, responsabilità che non possono più essere ignorate."

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