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22 maggio, Giornata Mondiale della Biodiversita'

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E’ dedicata al turismo sostenibile, e al ruolo che esso può svolgere per difendere specie e habitat, la Giornata Mondiale della Biodiversità che si celebra oggi in tutto il mondo indetta dall’ONU. E per questa occasione il WWF sottolinea i benefici economici, spesso sconosciuti, di specie come i gorilla, gli elefanti, le tigri e le balene, e in Italia simboli della natura selvaggia come orsi e lupi, simbolo di un ancora più ampio un capitale ‘naturale’ che va protetto mettendo in campo tutti gli sforzi necessari per fermare le minacce principali come bracconaggio e la distruzione degli habitat il tutto accelerato purtroppo dagli effetti della crisi climatica.

“Istituita nel 1993 la Giornata è un momento chiave per sottolineare l’importanza della ricchezza di vita sulla terra, un patrimonio che non dobbiamo dilapidare ma proteggere in ogni modo – ha dichiarato Isabella Pratesi, direttore conservazione di WWF Italia - Difendere la biodiversità e le specie animali carismatiche come elefanti, rinoceronti, gorilla, tigri e leoni si traduce anche in un vero e proprio investimento economico oltre che in un’assicurazione sulla nostra vita futura e sul nostro benessere”.

Le complesse reti degli ecosistemi e le specie che li abitano sono la garanzia per una serie incredibile di servizi, quotidiani e gratuiti, che la natura offre alla nostra sopravvivenza (dalla produzione di ossigeno alla depurazione delle acque, dalla rigenerazione dei suoli alla produzione di cibo e medicinali ecc.). Ed oltre a questi servizi essenziali, molte “specie chiave” (quelle che gli studiosi definiscono appunto Keystone species), per gli ecosistemi in cui vivono se protette dal bracconaggio e dalla distruzione degli habitat, possono rappresentare un vero volano di sviluppo per le popolazioni locali, sia per il loro straordinario ruolo nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi, sia per il significativo indotto economico che possono produrre.
Il turismo, che rappresenta una componente importante dei servizi ecosistemici ricreativi e culturali, è infatti oggi riconosciuto come un fattore fondamentale per lo sviluppo del 90% dei paesi ricchi di biodiversità ma in gravi situazioni economiche ed un settore cruciale per contribuire all’eradicazione della povertà.Cresce il turismo legato alla natura anche in Italia dove nel 2015 ha raggiunto il giro di affari record di 12 miliardi nel 2015. E’ questa la stima della Coldiretti sempre attenta al connubio natura ed economia.

Lupo: da problema a opportunità. Se per alcune realtà il lupo viene presentato come un problema per la complessa convivenza con le attività produttive, in molte realtà più lungimiranti il lupo è diventato un’opportunità di sviluppo per le comunità locali, che dà lavoro a giovani ma non solo. Non esistono stime complessive dell’indotto generato dal lupo in Italia, ma il fiorire delle attività legate alla sua presenza è il segnale più forte che il mercato c’è, ed è in crescita. Sono infatti sempre di più anche in Italia le cooperative e i gruppi che organizzano attività turistiche legate alla presenza del lupo. Si va dalle gite all’alba per cercare di avvistare uno degli animali più affascinanti dei nostri boschi ad attività di wolf-howling notturno (ululato indotto) in cui affiancare i ricercatori che utilizzano questa tecnica per determinarne la presenza, ad escursioni invernali con l’aiuto delle ciaspole per scoprire le tracce del lupo sulla neve (snow-tracking). Attività che sempre più spesso vede il tutto esaurito da parte di appassionati, fotografi o semplici curiosi, il cui costo può variare dai €25 ai €250 e che crea un indotto nelle comunità locali per l’uso delle strutture recettive e di ristorazione della zona.
All’estero questa forma di turismo è ormai consolidata: si stima che nel Parco di Yellowstone, considerando solo la stagione invernale nella quale il lupo è il principale target dei visitatori, la sua presenza generi un indotto di quasi 5 milioni di dollari, con una crescita costante del 5% l’anno. Di molto superiori ai rimborsi assicurati agli allevatori per i danni subiti nelle zone limitrofe, e senza contare i benefici (anche economici) agli ecosistemi. Considerando i poco più di 100 lupi presenti nel Parco, il valore economico di ciascun lupo si aggira sui 50.000€ all’anno, ed è sicuramente una stima per difetto. Un motivo in più per difendere questa specie da bracconieri, veleni e altri rischi legati alla presenza dell’uomo che ne decimano nel nostro paese almeno 300 esemplari l’anno.

Flash News



I nuovi dati dello studio ESPAD®Italia 2016 condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa confermano come le azioni di prevenzione sul gioco d’azzardo si leghino al calo del numero di giovani giocatori. L’attenzione deve restare però alta: gioca il 40% dei 15-19enni, tra cui molti minori, in particolare c’è allarme per l’azzardo on line, scelto dal 20% dei giovani giocatori

Il Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), coordinato da Sabrina Molinaro, ha rilevato tramite il progetto ESPAD®Italia i dati relativi alla diffusione del gioco d’azzardo fra gli studenti tra i 15 e i 19 anni nel 2016, sottolineando in particolare una riduzione dell’impatto rispetto agli anni precedenti.

“Si è infatti passati dal 47% di adolescenti giocatori negli anni dal 2009 al 2011 a meno del 40% nell’anno corrente: il fenomeno coinvolge dunque circa un milione di 15-19enni. Si registra anche un calo dei giocatori con un profilo di gioco definibile a rischio e problematico: i primi sono passati dal 14-15% degli anni 2009-2010 all’11% nel 2016, mentre negli stessi anni i problematici sono scesi dal 9% all’8%”, spiega Molinaro. “Il 58% dei giovani giocatori nell’ultimo anno ha giocato non più di una volta al mese, il 24% meno di una volta a settimana, il 7% con ancora maggiore assiduità. A essere coinvolti sono maggiormente i maschi, 50% contro il 30% delle coetanee, e le prevalenze in entrambi i generi crescono progressivamente con l’età, passando dal 34% dei 15enni al 40% dei 17enni, fino al 47% dei 19enni”.

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