Questo sito utilizza cookie per implementare la tua navigazione e inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più clicca leggi

Sei qui: HomeAutori Agenziadistampa.euCinemaUne vie meilleure – sempre e comunque

Une vie meilleure – sempre e comunque

Valutazione attuale:  / 1
ScarsoOttimo 

Un vie meilleure – A better life per il pubblico internazionale - è la pellicola presentata alla kermesse cinematografica capitolina da Cedric Kahn. Dai consensi critici si presumeva che avrebbe conquistato la vittoria ma ha comunque portato a casa il Marc’Aurelio per la migliore interpretazione maschile aggiudicato a Guillaume Canet - in passato già visto al Festival di Roma con Last Night e con il suo film da regista Les petits mouchoirs.

Kahn segue la discesa nell'abisso del suo protagonista, facendo dell’andamento della visione cinematografica stessa una ragione e stilistica e sostanziale del racconto: non si tratta semplicemente della "messa in scena" di un aspetto della realtà dei nostri giorni. Il regista non si preoccupa di edulcorare o sublimare il dramma vissuto da un numero sempre maggiore di persone, al contrario si alimenta della vita che racconta per toccare nel segno.

 

Yann smette di lasciarsi sottomettere da un sistema libertario e capitalista, è un personaggio vero, mai ricattatore, irruento, sognatore, onesto lavoratore parigino, innamorato tanto del suo lavoro di cuoco quanto della bella Nadia, interpretata da una singolare Leïla Bekhti. Egli è lontano dai modelli perpetrati dall'industria dell’entertainment. I due giovani sognatori sono costretti a dover subire un destino bastardo, crudele e trita-sentimenti. Essi corrono disperatamente verso una salvezza che appare irraggiungibile fino all’insperato finale, non rassicurante ma possibilista, soprattutto in proiezione futura, sia pur dentro l’ennesima prova crudele di un destino infame – la visita di Nadia nel carcere canadese.

Quel che colpisce dei due protagonisti è quanto grande e pulita sia la loro anima. Un senso di vergogna per l’accusa mossale contro, a causa di un reato non commesso, devasta l’anima di Nadia al punto di non sentirsi pronta ad accogliere la visita di suo figlio; così come, pur nell’estremo bisogno, Yann non si concede alcuna parentesi di permissivismo, nella sua educazione del figlio della sua compagna, tenendo ben saldo come valore da tramandare l’onestà, anche a costo di essere crudele nel trasmetterlo al bimbo in crescita.

Kahn mette sul banco degli imputati la crisi economica di questi anni, con le banche protagoniste e colpevoli di vendere ’sogni, speranze e fumo’, per poi riprendersi tutto con tanto d’interessi. Le istituzioni ci sono nel film ma non si vedono, Kahn le contesta duramente, ne segnala le storture, proprio attraverso il racconto dei due ragazzi che si amano e vorrebbero mandare avanti un ristorante da loro stessi riportato in vita. Ecco l’inganno, il tranello è dietro l’angolo e sarà ancora più spietato perché a pagarlo saranno due giovani sognatori, innamorati e tanto poco abbienti.

Altro aspetto interessante del film è l’ambientazione in una Parigi sporca, che fa da cornice ideale alla crudeltà di vita a cui sono costrette certe persone, lasciando da parte ogni elemento patinato di facile cliché della capitale francese. Dunque, un film che porta dentro di sé il messaggio che una vita migliore è possibile, non in senso manierato ma certamente sotto un profilo di cruda concretezza, a costo di piccoli compromessi, di gesti duri, colpi di mano del destino, che non intaccano comunque quella parte bianca che è nell’anima di ognuno di noi.

Margherita Lamesta

Flash News


L’essere esclusi dagli altri o addirittura emarginati dalla società può essere un fattore di rischio per lo sviluppo del gioco d’azzardo patologico. Fra le categorie più a rischio anziani, disoccupati e stranieri. Secondo la tesi dei ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, questo avviene perché l’isolamento porta a creare delle relazioni parasociali, cioè che simulano le relazioni fra esseri umani per compensare la mancanza di interazioni con le persone: queste relazioni parasociali possono svilupparsi anche con con oggetti inanimati quali le slot machine, cosa che diventa ancor più probabile nel caso vi si attribuiscano qualità umane, come la volontà di decidere gli esiti di gioco.

È su questi aspetti che si concentra la ricerca sperimentale condotta dal gruppo di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca composto da Luca Pancani, Paolo Riva e Simona Sacchi, docenti presso il Dipartimento di Psicologia. L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Journal of Gambling Studies con il titolo “Connecting with a Slot Machine: Social Exclusion and Anthropomorphization Increase Gambling” (DOI: 10.1007/s10899-018-9784-9).

Attraverso due studi sperimentali in laboratorio, i ricercatori hanno chiesto ad alcuni partecipanti di giocare con una slot machine on-line, indagando se l’esclusione sociale e l’antropomorfizzazione della slot machine potessero influenzare il numero di giocate in due campioni formati da persone che abitualmente non giocano. In breve è stato mostrato – per la prima volta tramite un’approccio sperimentale – come l’esclusione sociale possa essere considerata un fattore di rischio per lo sviluppo del gioco d’azzardo patologico.

Leggi tutto...

Cerca nel Sito

Archivio Agenziadistampa 2001-2012

Per Visitare il vecchio archivio Articoli di Agenziadistampa.eu andate alla pagina www.agenziadistampa.eu/index-archivio.html

Scienzeonline.com
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 227/2006 del 29/05/2006 Agenzia di Stampa a periodicità quotidiana - Pubblicato a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50 - Direttore Responsabile: Guido Donati.

Agenziadistampa.eu - tvnew.eu
Direttore Responsabile Guido Donati
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa quotidiana - Pubblicata a Roma - V. A. De Viti de Marco, 50

Free business joomla templates