Ritmi che evocano tradizione e autenticità da 20 anni divenuti una delle principali
attrazioni dell’estate pugliese
Carpino, li 21 luglio 2015
“Eccoci pronti, anche quest’anno, per far rivivere uno dei più bei momenti aggregativi
d'Italia che da vent'anni si dà appuntamento, ad Agosto, alla grande festa del Carpino Folk
Festival”.
Così il Presidente dell'Associazione Culturale Carpino Folk Festival Mario Pasquale Di
Viesti ha annunciato il programma completo del Carpino Folk Festival 2015 su facebook
raggiungendo in un solo week end ben oltre 50mila visualizzazioni.
“La ventesima edizione è un appuntamento straordinario per la nostra manifestazione, che
genera una forte aspettativa nel pubblico che ci segue. Come sempre, grande è stato
l'impegno profuso e, personalmente, sono molto soddisfatto del risultato. Le difficoltà,
tuttavia, persistono e tutti i giorni si sente di festival che si arrendono alle criticità, alle
difficoltà economiche, alle voci "nonsense". Anche per questo, essere riusciti a dare
continuità alla nostra manifestazione, cercando al contempo di mantenere elevata l’offerta
culturale, è motivo di forte soddisfazione per tutta l’Associazione culturale Carpino Folk
Festival.
Ringrazio la Regione Puglia, il Gal Gargano, il Parco Nazionale del Gargano e il Comune
di Carpino per aver riconfermato la fiducia nella nostra ambizione di rompere la catena di
provincialismo e far vedere un Gargano diverso con una programmazione culturale
composta da 19 performance con 4 gruppi internazionali, di cui 15 nel centro storico di
Carpino e tutte incentrate su Damatira [la forma messapica della dea Demetra], la "Madre
Terra", simbolo della Natura che, nella sua qualità eterna, ha dato vita all'umanità e che è
capace di rigenerarsi sempre, in ogni avversità.
«Carpino Folk Festival – Damatira» è il nostro modo per ricordare un amico che l'anno
scorso era con noi ad organizzare il festival e a preparare l'accoglienza di quanti poi ci
seguirono nella serata organizzata presso la sua masseria. Damatira, quindi, per ricordare
NON la sua tragedia (avvenuta coll’alluvione che colpì il Gargano lo scorso mese di
settembre), ma il suo stato di armonia dato dal suo particolare rapporto con la natura e,
quindi, invocare l'inizio di un nuovo ciclo di vita per il nostro mondo fondato su nuovi
modelli di economia e di sviluppo, nuovi stili di vita che possano segnare la strada verso
scelte migliori per la nostra salute e per quella del Pianeta.
Dedicandolo a Damatira, il Carpino Folk Festival ha inteso caratterizzare il suo
ventennale con una forte prevalenza della componente femminile in tutte le
performance proposte, abbracciando diverse discipline artistiche: dallo storytelling,
valorizzando il patrimonio culturale e naturalistico a bordo dei treni delle Ferrovie
del Gargano, all'arte del teatro civile e popolare, alla musica nelle sue varianti legate
alla popular music e musica tradizionale (folk e etnica) e quindi alla world music”.
Per il direttore artistico Luciano Castelluccia “nel Carpino Folk Festival Damatira non
esiste il dualismo fra cultura e spettacolo. La programmazione della ventesima edizione
del Carpino Folk Festival è concepita come una storia da vivere insieme intorno ad una
passione condivisa con lo spettatore che diventa così, a sua volta, attore protagonista sul
grande palcoscenico ricco di luoghi, paesaggi, storia, cultura, arte, tradizioni, agricoltura,
enogastronomia.
Si parte con Cantar Viaggiando, la sezione del festival che si svolge sui treni delle Ferrovie
del Gargano che, da mezzo di trasporto, diventano palcoscenico grazie agli storytellers:
GIANFRANCO PIEMONTESE, con l'accompagnamento dell’arpa di GIULIANA DE
DONNO, propone "Il Gargano nelle impressioni di una viaggiatrice statunitense degli anni
Venti: Katharine Hooker"; la professoressa dell'Università di Foggia PATRIZIA RESTA,
con l'accompagnamento musicale del QUINTANA ENSEMBLE, propone "Il ciclo della vita
e i rituali di passaggio"; il giornalista GIANNI LANNES, accompagnato da REDI HASA e
MARIA MAZZOTTA, ci parla del "Gargano: la madre terra daunia"; infine NICOLA
GIULIANO e il progetto “Damatira Dub” di ELENA RUZZA e MATTEO CANTAMESSA
per informarci su "La magna mater e la Daunia".
Dal 5 Agosto le tappe di Cantar Viaggiando arrivano nel centro storico di Carpino dove,
sotto la direzione scientifica di Salvatore Villani, avremo la presentazione del libro
ROBERTO LEYDI E IL “SENTITE BUONA GENTE” con Domenico Ferraro (autore -
docente Università di Roma) e Maurizio Agamennone (docente Università di Firenze),
quindi la proiezione dei filmati del 1967 (Cantori di Carpino e musici terapeuti di Nardò).
Nella stessa serata studiosi ed etnomusicologi daranno luogo alla CONFERENZA “IL
CULTO DELLA MADRE TERRA NELLA CAPITANATA”. Quindi i concerti della
tradizione: GIOVANNA STIFANI interpreta Luigi Stifani (Mesciu Gigi), accompagnata da
Antonio Stifani; LE CANTATRICI DI ISCHITELLA in Matre del Creator; ANGELA
DELL'AQUILA in canti della tradizione albanese d'Italia, Albania e Kossovo; MARIELLA
BRINDISI accompagnata da Mario Mancini in canti della Valle del Fortore; I SUONATORI
DELLA VALLE DEL SAVENA: Dina Staro, le donne, il violino e la danza dell’Appeninno
bolognese.
Prima e durate, il CONCORSO VIDEOMAKER per l'assegnazione del Premio Rocco
Draicchio e i CORSI DEL FESTIVAL: Tamburello, Canto e Chitarra Battente, Tarantella e
Scherma di Carpino, Antropologia e balli dell'Appennino Bolognese.
Il 6 agosto lo spettacolo teatrale CATERINA PONTRANDOLFO - “Cantar per terre”
(Tessitura di voci e canti delle donne d’Arneo). Il 7 agosto per ascoltare il suono cupo e
coinvolgente della tradizione dei BUFU’ DI SEPINO, la brasiliana ROSALIA DE SOUZA e
il progetto A SUD DEL MONDO di GIULIANA DE DONNO, MASSIMO CUSATO,
RAFFAELLO SIMEONI; l'8 agosto le FARAUALLA, le TRIACE, le Yemenite A-WA. Il
finale con l'african jazzy soul dei GASANDJI, la spagnola AMPARO SANCHEZ e in
chiusura i CANTORI DI CARPINO”.
Un festival tutto da vivere, dal 3 al 9 Agosto in Puglia, con l'obiettivo ambizioso di
promuovere la cultura per tutti e il turismo culturale.
Culto risalente al Neolitico e forse addirittura al Paleolitico, la Madre Terra o Grande
Madre è stata rappresentata in numerose figure ritrovate in tutto il mondo dal 30.000 al
1.000 a.C. e, col variare delle generazioni, dei popoli e delle culture si è moltiplicata in
diverse divinità femminili a seconda delle competenze che gli venivano attribuite: Ishtar –
Astarte - Afrodite – Venere per rappresentare l'amore e la bellezza, Ecate triforme per la
fertilità delle donne, Artemide – Diana per la caccia, Demetra – Cerere e Persefone –
Proserpina per la fertilità delle sementa.
Templi, abitazioni, ceramiche, statuette, abitazioni, portano evidenti tracce di questo culto.
In esse sono incisi o dipinti semi, boccioli, germogli, uova, crisalidi e segni acquatici come
rappresentazione della rinascita e rigenerazione, del divenire e della trasformazione.
Sul Gargano la presenza del culto è testimoniato dalla stele dauna ritrovata a Vieste con
l'iscrizione "AGOLZON VINANA DIVA DAMATIRA" risalente al IV o III secolo a.C.
Damatira infatti è la forma messapica della dea Demetra.
www.carpinofolkfestival.com
https://www.facebook.com/CarpinoFolkFestivalUfficiale