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Il satellite GLAST al via
Parte la missione NASA per l’astronomia gamma, con fondamentale contributo italiano
È partito oggi alle 18:05 ora italiana da Cape Canaveral (USA) il satellite NASA per astronomia gamma GLAST, realizzato con una importante partecipazione italiana. GLAST è stato lanciato a bordo di un vettore Delta II e circa un’ora dopo il lancio ha raggiunto regolarmente la sua orbita.
L’Italia dà un contributo fondamentale alla missione, sia per la costruzione del suo strumento scientifico principale, il LAT (Large Area Telescope) sia per quanto riguarda la gestione dei dati scientifici.
Secondo Paolo Giommi, responsabile del Science Data Center dellAgenzia Spaziale Italiana (ASI), “GLAST finalmente porterà l’astronomia gamma a uno stadio di piena maturità. Adesso conosciamo qualche centinaia di sorgenti gamma, mentre GLAST permetterà di passare a molte migliaia rendendo possibili studi mai realizzati sinora”.
“La comunità scientifica italiana è in una posizione di privilegio per utilizzare al meglio i dati di Glast” prosegue Patrizia Caraveo, responsabile della missione per l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). “L’ottimo funzionamento della missione AGILE ci ha dato una visione della ricchezza del cielo gamma che finalmente possiamo studiare in dettaglio dopo circa 10 anni di iato seguito alla cessazione dell’attività dello strumento EGRET. Ci aspettiamo moltissimo da GLAST, specialmente nel campo dello studio delle sorgenti gamma variabili, un campo che AGILE ci ha dimostrato essere fecondo di risultati spettacolari”.
Secondo Piergiorgio Picozza, professore di fisica nucleare e subnucleare e delle astro particelle all’Università di Tor Vergata e membro della collaborazione GLAST per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, “la missione GLAST, che è la terza in tre anni a cui l’INFN ha dato un contributo sostanziale, segna il ritorno nello spazio della fisica delle particelle elementari, accanto alla ricerca svolta presso gli acceleratori. GLAST darà informazioni fondamentali per la ricerca della materia oscura e sull’esistenza di una nuova fisica oltre il modello standard”.
“L’Italia in questo campo dimostra il suo livello di eccellenza iniziato con BeppoSAX. Ora in orbita ci sono tre satelliti gamma attivi (SWIFT, AGILE, GLAST) i cui dati sono acquisiti e processati dall’ASI Science Data Center di Frascati” conclude Paolo Giommi.
www.asi.it
Roma, 11 giugno 2008
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