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Anno 7 Numero 335

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

SCHEDA INFORMATIVA


Quanto velocemente si sta sciogliendo il ghiaccio?

Come mostra il grafico sottostante, lo scioglimento dei ghiacci è aumentato rapidamente negli ultimi decenni. Negli ultimi anni il tasso di scioglimento ha addirittura superato le previsioni della maggior parte dei modelli climatici.


Nel grafico la linea superiore indica l’estensione media del ghiaccio artico, la linea blu l’estensione nel 2008 e quella tratteggiata quello che è avvenuto nel 2007 (fonte: NSIDC-National Snow and Ice Data Center)
Nel 2007 l’estensione minima della calotta artica è stata di 4,3 milioni di km2; rispetto agli anni ‘80 si è ridotta del 40% e, a dimostrazione della rapidità sempre maggiore dello scioglimento, rispetto al precedente record negativo del 2005 si è ridotta del 20%. Uno scioglimento così massiccio si è realizzato con 30 anni di anticipo rispetto al previsto. I modelli più recenti ci dicono che tra il 2013 e il 2040 ci saranno delle estati in cui l’Artico sarà libero dai ghiacci, come non succedeva da più di un milione di anni. Quello che ha causato questo processo è stata la riduzione progressiva dello spessore del ghiaccio più giovane dovuto all’aumento delle temperature medie autunnali, invernali e primaverili che si è verificato negli ultimi 50 anni. Durante questo periodo, a causa delle attività umane è aumentata la concentrazione di gas serra nell’atmosfera e l’Artico si è scaldato a velocità doppia rispetto al resto del mondo.
Solo una minima parte del ghiaccio che forma il pack è più vecchio di un anno; la maggior parte del ghiaccio che ha un anno si scioglie ogni estate, incrementando così il riscaldamento globale. Gli scienziati concordano nel dire che questo trend di scioglimento estivo dei ghiacci non è reversibile, che non c’è possibilità di tornare allo stato pre anni ’80 e nemmeno a quel tasso di decrescita dei ghiacci del -7,4% previsto dal IV rapporto dell’IPCC.
Perché è importante per il clima globale e per l’ambiente?
Un artico freddo aiuta a mantenere il clima della Terra stabile assorbendo il calore in eccesso, influenza la circolazione delle acque dell’emisfero boreale, la sua temperatura e il suo regime delle precipitazioni. Un Artico senza ghiaccio aumenterà il riscaldamento dell’emisfero nord, cambierà gli schemi delle precipitazioni così come la frequenza e l’intensità di eventi meteorologici estremi come le tempeste. Lo scioglimento dei ghiacci artici ridurrà in maniera significativa l’estensione e la stabilità dei territori coperti dai ghiacci perenni e anche di quelli limitrofi. Il ghiaccio si è ritirato di oltre 1500 km verso l’interno; questo accelererà il riscaldamento globale perché verranno rilasciate grandi quantità di gas serra come il metano e l’anidride carbonica che prima erano intrappolate nei ghiacci artici. Nei primi 3 metri di suolo artico è racchiusa una quantità di carbonio equivalente al doppio di tutto quello presente in atmosfera. E’ trattenuto lì perché nel permafrost, che si caratterizza per le basse temperature e le povere condizioni di drenaggio, i microbi del suolo non possono accedere a questa risorsa. La variazione delle condizioni del permafrost innescate dalla perdita di ghiaccio sul Mar Glaciale Artico, così come dall'aumento della temperatura e dalla profondità del disgelo estivo, migliorerà le condizioni di microbi del suolo e quindi permetterà loro di liberare quantità crescenti di carbonio in atmosfera come il metano e l’anidride carbonica.
Grandi quantità di idrati di metano sono state trovate nella piattaforma superficiale che circonda il Mar Glaciale Artico; questo metano è trattenuto al suolo principalmente dalle basse temperature. Un Artico più caldo potrebbe causare il rilascio di parte di questo metano che - con circa 21 volte il potenziale di gas a effetto serra dell’anidride carbonica – potrebbe modificare rapidamente e completamente il clima della Terra.
Un Artico più caldo e privo di ghiacci accelererà lo scioglimento del ghiaccio della Groenlandia e farà aumentare così il livello del mare. 
Il ghiaccio Artico influenza il clima globale in diversi modi:
- è fondamentale per mantenere l’effetto Albedo, ovvero quel meccanismo per cui il ghiaccio riflette il calore del Sole. Se c’è meno ghiaccio, l’effetto Albedo diminuisce d’intensità e il mare assorbe più calore;
- Influenza lo scambio termico e gassoso tra atmosfera e oceani;
- Influenza le correnti marine
Come lo scioglimento dei ghiacci influenza la vita degli abitanti dell’Artico?
Alcune specie, come ad esempio i narvali, le foche, i trichechi e gli orsi polari dipendono molto dalle condizioni di ghiaccio. La loro sopravvivenza è compromessa dallo scioglimento della calotta artica. I confini delle zone ghiacciate sono tra le più produttive sulla Terra e sono al centro di tutta la catena alimentare artica, inclusi pesci, uccelli e mammiferi. Gli effetti della perdita di ghiaccio si sentirà a livello internazionale, in particolare attraverso le modifiche dell’alimentazione degli uccelli migratori e degli stock ittici. Il ghiaccio è il materiale con cui sono costruite le strade di alcune specie come i caribù e i buoi muschiati, che consentono loro di viaggiare tra le isole e la terraferma.
Come la perdita di ghiaccio influenzerà la vita delle persone che vivono in Artico?
La perdita di ghiaccio aprirà grandi zone del Mar Glaciale Artico alle attività umane, come la navigazione e lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili come il petrolio e il gas. Queste attività sono in grado di aggiungere ulteriori fattori di stress agli ecosistemi artici. L'assenza di ghiaccio lungo coste artiche aumenterà l’erosione di quelle coste, cosa che potrebbe addirittura minacciare intere comunità costiere. La perdita e i cambiamenti nella distribuzione delle specie rischiano di avere un effetto profondo sulle popolazioni artiche che si affidano a tali risorse.

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Roma, 15 settembre 2008
 
                               

 

 

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