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In
occasione del Consiglio dei Ministri convocato a Napoli
WWF: stop alla strategia della catastrofe
Il WWF presenta in un Dossier la Road Map di 3 anni per affrontare concretamente
Ia gestione dei rifiuti campana
È un appello accorato quello che il WWF Italia rivolge ai rappresentanti del nuovo esecutivo, riunito oggi a Napoli, per far fronte concretamente alla crisi che ha portato la Regione Campania al collasso e all’attenzione del panorama internazionale, con immagini di una popolazione esasperata e di una città allo sfacelo, che hanno fatto il giro del mondo. Il deferimento dell’Italia da parte della Ue alla Corte di Giustizia Europea è l’ultimo tassello di una vicenda che impone l’adozione di misure immediate, con l’obiettivo di ripristinare in tempo i principi di legalità che guidano ogni Paese democratico.
Secondo l’ultimo Dossier nazionale del WWF sul tema, il rifiuto non va considerato infatti un “accidente casuale”, bensì il risultato di una precisa scelta di come produrre e commercializzare una merce. La produzione nazionale di 131 milioni tonnellate di rifiuti nel 2005, di cui 31,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, 57,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali (tra cui 5,4 milioni di pericolosi) e oltre 42 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzioni e demolizioni, rappresenta il passaggio ad uno stato di inutilità di enormi quantità di materiali che hanno richiesto risorse naturali ed energia per la loro produzione, molta più energia di quanta se ne possa ricavare bruciandoli.
Nel 2006 la quantità di rifiuti urbani è salita a 32.522.650. Si tratta di un difetto del sistema economico produttivo che andrebbe corretto riducendone al minimo le dimensioni e non esaltato addirittura incentivando chi con soluzioni impiantistiche complesse, come fa l’industria dell’incenerimento, vi costruisce sopra un profitto pagato dai cittadini. Basta guardare i risultati. A Brescia, dove si è scelto di privilegiare l’incenerimento nel 2005 ogni abitante ha prodotto ben 587 kg di rifiuti urbani, ed ovviamente il Comune non ha interesse a ridurne la quantità in quanto devono alimentare l’inceneritore. E’ urgente passare da questa “economia del danno”, che è quella dell’incenerimento e della discarica ad una “economia sostenibile”, che è quella della prevenzione e del riciclo. La proposta del WWF, incentrata su prevenzione raccolte domiciliari e riciclaggio di materiali, con l’adozione di una Road Map triennale, porterebbe a regime la necessità di conferire in discarica circa 300.000 tonn/anno di rifiuti assimilabili agli urbani, contro il milione di rifiuti speciali (in parte pericolosi) costituiti da ceneri e materiale esausto dei sistemi filtranti degli inceneritori previsti dal piano del Commissario.
“I cittadini e il territorio sono nella situazione più fragile – afferma Michele Candotti, Direttore Generale del WWF Italia - stretti tra la pressione dei produttori a moltiplicare acquisti e bisogni e quindi a favorire l’usa e getta, e il comportamento spesso irresponsabile delle pubbliche amministrazioni che non propongono scenari di consumo e di gestione dei materiali post-consumo organizzati in modo efficiente ed ambientalmente compatibile. Questo non fa altro che creare un clima di sfiducia e assai sfavorevole anche alle campagne di informazione e di sensibilizzazione dei cittadini che, esasperati, non credono più che lo Stato possa effettivamente mostrare una via d’uscita dalla tragica morsa che attanaglia il proprio territorio e la salute pubblica.”
Il Dossier Rifiuti del WWF è scaricabile sul sito del WWF: www.wwf.it
Ascolta su radio WWF l’intervista al magistrato Donato Ceglie sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Campania e nel Sud del mondo, il coinvolgimento della camorra (ma a anche la manovalanza dei ROM, la complicità degli agricoltori) le indagini svolte dalla Procura di S. Maria Capua
Vetere, le responsabilità di amministratori e classe politica, le lacune del legislatore. L’intervista è all’interno di uno speciale rifiuti in cui vengono anche letti alcuni brani del libro Gomorra di Giorgio Saviano.
Passi per una uscita rapida dall’emergenza della città di Napoli
La proposta del WWF, incentrata su prevenzione raccolte domiciliari e riciclaggio di materiali, porterebbe a regime la necessità di conferire in discarica circa 300.000
tonn/anno di rifiuti assimilabili agli urbani, mentre l’ipotesi
CDR-incenerimento, formulata nel piano del Commissario, porterebbe alla necessità di smaltire in discarica oltre 1.000.000
tonn/anno di rifiuti speciali (in parte pericolosi) costituiti da ceneri e materiale esausto dei sistemi filtranti degli inceneritori.
Lo scenario più virtuoso presentato nel Piano Regionale, sebbene rappresenti un grande passo avanti rispetto alla situazione attuale, lascia aperte molte questioni. L’obiettivo del 50% di Raccolta Differenziata è in linea con il limite minimo previsto dalla legge per il 31/12/2009. Tuttavia l’unico impegno certo è quello del 50% avviato ad impianti di CDR che ne produrranno 620.000t. Potrebbe bastare il solo inceneritore di Acerra per trattare queste quantità e bloccare il sistema da un punto di vista impiantistico ai risultati ottenuti. Per passare all’obiettivo minimo del 60% di Raccolta Differenziata, previsto dalla legge per il 31/12/2011, tale impiantistica, dopo soli tre anni risulterebbe sovradimensionata e costituirebbe un inutile spreco.
“Road Map”
(lo schema può essere applicato con gli opportuni adeguamenti di scala a tutti gli ambiti urbani)
TEMPO
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ATTIVITÀ
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0 giorni
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identificazione di discariche esistenti per ricevere i
rifiuti attualmente prodotti, alle quali si farà ricorso in
misura decrescente con l’attivazione delle misure successive
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60 giorni
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ordinanza contingibile e urgente per la proibizione della
vendita e l’uso negli esercizi pubblici di oggetti mono-uso
non motivati da necessità
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60 giorni
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Realizzazione di isole ecologiche attrezzate e presidiate
(almeno una per ogni circoscrizione) per il conferimento di
ingombranti, RAEE e rifiuti riciclabili, che dovrebbero
comprendere anche mercatini di prodotti riparati o ancora
utilizzabili;
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60 giorni
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piano per la prevenzione dei rifiuti: accordi di programma
con gli esercizi commerciali, mense, ristorazione, ecc.
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90 giorni
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realizzazione di piani comunali di raccolta
domiciliare spinta sul modello di tanti comuni italiani ed
europei attivando al partecipazione dei cittadini
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90 giorni
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realizzazione di impianti di compostaggio di qualità,
privilegiando l’adeguamento di impianti esistenti e non
ancora avviati o già progettati
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120 giorni
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piano per la prevenzione dei rifiuti: accordi
di programma con settori industriali, di distribuzione e
commerciali
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120 giorni
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la riconversione di impianti di CDR esistenti a TMB per
fasi successive di completamento (selezione post raccolta,
pretrattamento e biostabilizzazione) per il trattamento dei
rifiuti residui per evitare di dover continuare a conferire i
rifiuti putrescibili in discarica
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150 giorni
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completamento della riconversione di impianti di CDR
esistenti a TMB con lo stadio di digestione anaerobica con
estrazione del biogas, della frazione organica.
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180 giorni
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estensione su tutta la città della raccolta porta a porta
e delle isole ecologiche, con la eliminazione dei cassonetti
stradali
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Risultati a 360 giorni
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Riduzione dei rifiuti 10% - raccolta differenziata 45% -
recupero materia da TMB 15% - in discarica 30%
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a 3 anni
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Riduzione rifiuti 20% - raccolta differenziata 60% -
recupero materia da TMB 10% - in discarica 10%
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www.wwf.it
Roma, 21 maggio 2008
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