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Rinvio al 2 luglio del maxi processo rifiuti a Napoli. WWF: rischio di prescrizione in agguato
Un monito: si riparta dalla responsabilizzazione piena delle amministrazioni locali, superando i fallimenti delle gestioni emergenziali
Causa ‘motivi tecnici’ il maxi processo sui rifiuti a Napoli slitta al 2 luglio.
“Purtroppo il rischio che si prescriva l’unico reato ambientale contestato (stoccaggio illegale di ecoballe) , diventa sempre più reale – dichiara Enzo Venini, Presidente del WWF Italia – Questo processo ha una sua straordinarietà: con buona probabilità durerà anni, si prevedono 900 testimoni, solo Impregilo sembra aver depositato una lista testi composta dai sindaci di tutti i comuni campani, ben 551, perché dichiarino se hanno effettivamente svolto la raccolta differenziata. Dato questo scenario il rischio prescrizioni è reale. Per i reati ambientali bisogna calcolare 4 anni e mezzo a partire dal 2004, per i reati riguardanti la Pubblica Amministrazione vanno calcolati 7 anni a partire dal 2004/2005 (si arriva più o meno al 2012)”.
Assoluzioni per prescrizione dei reati sarebbero davvero una beffa per i cittadini che continuano a vivere assediati dai rifiuti e dovrebbero pure pagare le tasse per un processo lungo e costoso senza poter avere la certezza che i fatti siano stati vagliati e giudicati nei tempi indicati dalla legge.
“Questo non è un processo normale e non solo perché a memoria italica processi di queste dimensioni sono stati celebrati solo contro la mafia e la camorra. – aggiunge Venini - E’ un processo da aula bunker che mette alla sbarra amministratori pubblici e imprenditori: nient’altro che una cartina al tornasole che mette in drammatica evidenza il fallimento dell’emergenzialità, i 15 lunghi anni di colpevole irresponsabilità amministrativa e incapacità imprenditoriale. Il tutto nella totale indifferenza per la salute dei cittadini, per l’aria che respirano, per un territorio avvelenato, devastato, perduto.”
Quindici anni di gestione commissariale straordinaria, con gli ultimi tentativi in extremis compiuti dalla Protezione Civile e dal Commissario De Gennaro, non hanno portato a una soluzione. Emergenza vuol dire scorciatoia, spreco, corruzione. E’ quindi vitale ripristinare l’ordinarietà della pianificazione, ripartire dalle comunità, dalla cucitura dei rapporti con quartieri, cittadini, imprenditori, avviare una raccolta differenziata spinta, una riduzione dei rifiuti alla fonte e una pianificazione attenta delle discariche (e non dell’unica discarica), quando necessarie.
“I rifiuti che soffocano Napoli e la Campania attraggono spinte eroiche e propensione al sacrificio “per la causa” da parte dei ministri che si succedono, ma è un errore. – conclude Venini – E al Consiglio dei Ministri che si riunirà a Napoli la prossima settimana vorremmo ancora una volta suggerire che la gestione corrente dei rifiuti in Campania non è esclusivo onere od onore del Governo centrale, a cui spetta il ruolo cruciale di arbitro e garante. Anzi, ogni qual volta si è tentato di intervenire in sostituzione o accavallamento rispetto alle amministrazioni locali, si sono creati i presupposti per la non soluzione del problema”.
www.wwf.it
Roma, 14 maggio 2008
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