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Anno 8 Numero 352

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Si allarga l'area in cui orso e uomo possono convivere pacificamente

Dopo il successo in Abruzzo e Lazio, il WWF distribuisce in Molise recinti elettrificati a tutela dei grandi mammiferi e a supporto degli agricoltori locali


Per fronteggiare un rapporto sempre più incandescente tra l’uomo e i grandi mammiferi del territorio italiano, che troppo spesso sfocia ancora in mal sopportazione e violenza, il WWF interviene anche in Molise a supporto delle comunità locali, per la conservazione dell'orso e dei grandi mammiferi e per una “condivisione” pacifica e indolore del territorio. Dopo aver promosso con successo una prima attività di prevenzione in diverse aree limitrofe al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e avere così contribuito in maniera determinante a risolvere alcuni problemi in realtà come quelle di Scanno, Anversa degli Abruzzi e in alcuni comuni del frusinate, il WWF, in collaborazione con l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato di Castel di Sangro, sta mettendo a disposizione diverse recinzioni elettrificate – che hanno solo un effetto deterrente per gli animali ma non sono in alcun modo pericolose per l’uomo – per gli agricoltori dei Comuni di Pizzone e Castel San Vincenzo, nel lato molisano del territorio ancora frequentato dall’orso bruno marsicano, dove recentemente un giovane orso in cerca di cibo ha predato alcuni animali da allevamento.

Il comune di Pizzone si trova nell’estremità sud orientale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in un’area di elevato valore naturalistico, una delle poche in grado di ospitare ancora l'orso. I danni arrecati a pollai ed altri manufatti, seppur di modesta entità, hanno messo in apprensione le comunità locali, preoccupate per il ripetersi di tali eventi. Per garantire la salvaguardia del plantigrado e, allo stesso tempo, tutelare gli interessi delle popolazioni locali, il WWF ha quindi deciso di intervenire estendendo il territorio in cui da mesi ha iniziato a promuovere un’attività di prevenzione, mettendo a disposizione uno stock di recinzioni elettrificate da utilizzare a protezione dei manufatti interessati dalle attenzioni dell’orso. Le recinzioni, installate in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato ed acquistate nell'ambito di un progetto più ampio patrocinato dalla Direzione Protezione Natura del Ministero per l'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, costituiscono un buon deterrente per tenere lontano l'orso dai centri abitati e, allo stesso tempo, un valido modo per smorzare eventuali malumori che la presenza del plantigrado può causare.

“Prevenire è meglio che curare - dichiara Massimiliano Rocco, Responsabile del Programma orso per l’Appennino del WWF Italia – E oggi più che mai, per risolvere ed attenuare i possibili conflitti tra le attività agrosilvopastorali e i grandi mammiferi, ricchezza e vanto delle nostre montagne, serve una vera e lungimirante politica di prevenzione. La situazione emersa di recente in Molise – continua Rocco - evidenzia ancora una volta la necessità di individuare e analizzare le criticità presenti sul territorio al fine di avviare programmi e interventi sulla base di un’attenta pianificazione, che siano parte di una strategia territoriale per garantire la conservazione dell’orso e una tranquilla convivenza con le comunità locali. Solo in questa maniera si potranno prevenire situazioni quali quella registrata nei comuni molisani ed evitare che qualcuno compia azioni sprovvedute e illegali mettendo ancora più a rischio la conservazione di una ricchezza naturale e culturale come l’orso che da sempre abita i nostri boschi e di cui l’Italia deve andare fiera”.

Aggiunge Dante Caserta, presidente del WWF Abruzzo: “Diffondere quanto più possibile gli interventi di prevenzione è importantissimo. L’esperienza che abbiamo maturato in Abruzzo è importante e dopo il Lazio, può essere trasferita anche in Molise. Alla prevenzione, però, deve essere accompagnata anche la rapida repressione di tutti quegli atti criminosi che mettono a rischio la nostra fauna, ad iniziare da specie importantissime come orso e lupo. Purtroppo è passato più di un anno dall’uccisione dell’Orso Bernardo e degli altri due orsi e, almeno fino ad oggi, le indagini non sembrano aver portato a nulla. Non solo: dopo le barbare uccisioni dell’autunno 2007, si sono verificati anche altri episodi di uccisione di orsi ed altri animali. Il fatto che i responsabili non siano stati individuati è un segnale molto preoccupante”. 

www.wwf.it 

Roma, 10 gennaio 2009
 
                               

 

 

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