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Anno 7 Numero 349

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

WWF svela il tesoro nascosto del Mekong: oltre 1000 nuove specie scoperte in un solo decennio

Gumprechts_green pitviper_ Trimeresurus_ gumprechti_2002_found_Greater MekongwideexceptCambodia_©_René_Ries_2_MR


C’è il ragno cacciatore più grande del mondo, un millepiedi rosa-shocking, un ratto creduto estinto da 11 milioni di anni… trovati tra la giungla e il mercato della frutta

Oltre mille nuove specie sono state scoperte nell’ultimo decennio nella regione del Mekong Superiore, in Asia Sud orientale. E’ la straordinaria rivelazione dell’ultimo report lanciato dal WWF “First Contact in Greater Mekong”. 

Tra le 1068 specie sconosciute alla scienza e identificate per la prima volta tra il 1997 e il 2007, c’è la specie di ragno cacciatore più grande del mondo, con un’apertura delle zampe che raggiunge i 30 centimetri, e una specie di millepiedi che ha un sorprendente colore rosa-shocking e produce cianuro. 

dragon_millipede_ Desmoxytes_purpurosea_2007_from Lansak_district_ UthaithaniProvinceThailand©SomsakPanha_MR


Mentre la maggior parte delle specie è stata scoperta nelle giungle e nelle zone umide più inesplorate della regione, alcune sono state scovate in luoghi assolutamente inaspettati. Il ratto delle rocce del Laos, per esempio, creduto estinto ben 11 milioni di anni fa, è stato ritrovato per la prima volta dagli scienziati in un mercato ortofrutticolo locale, mentre una nuova specie di serpente della penisola siamese è stata vista strisciare tra le travi di un ristorante nel Parco Nazionale Khao Yai, in Thailandia. 

“Questa regione è esattamente come la descriveva Charles Darwin nei suoi racconti di viaggio – ha affermato Thomas Ziegler, curatore dello Zoo di Colonia, che ha collaborato alla stesura del report – Trovarsi in un’area inesplorata e documentare per la prima volta la sua biodiversità, allo stesso tempo enigmatica e bellissima, è una sensazione grandiosa.”

Le scoperte evidenziate nel report WWF includono 519 specie di piante, 279 pesci, 88 rane, 88 ragni, 46 lucertole, 22 serpenti, 15 mammiferi, 4 uccelli, 4 tartarughe, 2 salamandre e un rospo. La regione comprende i sei Paesi attraverso i quali scorre il fiume Mekong, ovvero Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia, Vietnam e la provincia cinese dello Yunnan. E si stima che nello stesso periodo siano state scoperte anche migliaia di nuove specie di invertebrati, a ulteriore dimostrazione dell’incredibile patrimonio di biodiversità della regione. 

Cyrtodactylus_phongnhakebangensis_2002_from_Vietnam_©_Thomas_Ziegler.JPG

“Non poteva andare meglio – ha dichiarato Stuart Chapman, direttore WWF del Mekong Superiore – Pensavamo che scoperte di questo genere fossero riservate solo ai libri di storia. Questo riconferma l’importanza del Mekong Superiore nella mappa mondiale delle priorità di conservazione.”

“Questa biodiversità poco conosciuta sta affrontando una pressione mai sperimentata prima. Per gli scienziati, questo significa che quasi ogni indagine sul campo può fruttare nuove scoperte, ma documentarle è una corsa contro il tempo – è il commento di Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Inoltre la ricchezza della vita sulla Terra, la biodiversità, è la garanzia principale del benessere delle comunità umane. La sua difesa è un imperativo categorico per l’intera umanità.”

Il report sottolinea che sviluppo economico e tutela ambientale devono andare di pari passo, per garantire la sussistenza e alleviare la povertà delle comunità locali, assicurando allo stesso tempo la sopravvivenza dell’incredibile varietà di specie e ambienti naturali del Mekong Superiore. Secondo il WWF, per tutelare la biodiversità della regione serve urgentemente un accordo formale e trans-frontaliero tra i governi del bacino del Mekong. 

Heteropoda_dagmarae_2005_from_northern_Lao_PDR_©_ Peter_Jäger_MR

“Molte delle risorse naturali di cui il Mekong è ricco – afferma Massimiliano Rocco, responsabile Traffic e Timber Trade del WWF Italia – sono oggetto di interesse e importazione da parte della comunità occidentale: legname, pelli di rettile, piante ornamentali, una ricchezza di specie che finisce sui nostri mercati e che rappresenta un’importante opportunità economica per le popolazioni locali. La comunità occidentale è quindi responsabile se questi preziosi patrimoni non vengono gestiti in maniera sostenibile, e deve collaborare con i governi locali trasferendo risorse e know how per una gestione adeguata e duratura, che consenta la conservazione di questa grande ricchezza di biodiversità - importante anche per le nostre economie - e contribuisca ad alleviare la povertà delle economie locali.” 

“Non sappiamo cos’altro ci aspetta là fuori, ma è chiaro che l’area conserva ancora molte altre specie da scoprire – conclude Chapman, del WWF Mekong – Il mondo scientifico sta solo realizzando quanto le popolazioni locali hanno sempre saputo.”

www.wwf.it 

Roma, 17 dicembre 2008
 
                               

 

 

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