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Petrolio, salute e cemento nelle aree protette
Dalla Val d'Agri al Circeo ma anche le pratiche virtuose e i progetti di conservazione delle aree protette in Italia sono al centro di Ecomondo-Vita in edicola, curato da WWF Italia
“Vogliono far diventare la Basilicata un deserto. In cambio di niente. E questo sarebbe anche un Parco Nazionale”.
E' chiaro il grido d’allarme sulle possibili conseguenze per la salute derivanti dagli insediamenti petroliferi in Val d’Agri di Pino Enrico Laveglia, un medico chirurgo sentito dal WWF Italia.
Laveglia ha presentato nei mesi scorsi un esposto alla Procura della Repubblica contro l’ENI, ipotizzando i reati di disastro ambientale e attentato alla salute pubblica.
“La Val D’Agri era fino a pochi anni fa era un’oasi felice, con un’aria, boschi e sorgenti invidiabili. Questa situazione sta lentamente ma gravemente deteriorando, con un inquinamento che non riguarda soltanto l’aria ma anche i terreni e le falde acquifere dove l’idrogeno solforato e altre sostanze si depositano. A Grumento e in paesi limitrofi abbiamo potuto saggiare dal vivo gli effetti dell’estrazione petrolifera. .....C'e’ stato un aumento innegabile di patologie broncopolmonari. Per verificarlo basterebbe fare una semplice indagine nel reparto di broncopneumologia dell’ospedale di Villa d’Agri, e verificare quante persone si rivolgono a questa struttura specialistica per curare patologie di una certa gravità nella sfera respiratoria. Poi un aumento dell’incidenza tumorale, anche se il registro tumori della regione Basilicata ci dice che la situazione è stazionaria e sotto controllo.
Per esperienza diretta dico che negli ultimi anni c’e’ stato invece un aumento che non riesco a spiegarmi se non riconducendolo all’attività estrattiva che si va sempre più intensificando”
Il WWF ha chiesto all’ENI un’operazione di trasparenza. Sono ancora molti i dubbi che aleggiano sulla modalità di gestione delle attività e che riguardano svariati aspetti: la quantità di greggio estratto, le modalità e i risultati dei monitoraggi ambientali, il destino dei fanghi di lavorazione, le attività presenti e future previste all’interno del parco nazionale della Val d’Agri.
Per di più l’Ente Parco nazionale della Val d’Agri dopo quasi un anno dall’istituzione è ancora oggi senza sede né organi di gestione.
A questa testimonianza si aggiunge l’assedio del cemento nel parco del Circeo, ma anche qualche buona notizia come la diminuzione degli incendi nel parco del Pollino grazie alla vigilanza e la segnaletica stradale per fermare la strage di animali in Abruzzo.
C’è tutto questo e molto altro su Ecomondo l’inserto curato dal WWF Italia all’interno del settimanale del non profit Vita, dedicato alle aree protette italiane con l’emblematico titolo “Se questo è un parco” .
Fulco Pratesi presidente onorario del WWF, Enzo Venini Presidente WWF Italia e Mario Tozzi Presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano sono tra le firme del numero in edicola da ieri.
“Se non si pongono le basi per la definizione del valore della natura nella scala dei valori della vita, è inutile continuare a parlare di riforme del mondo della Aree Protette.” questa la sintesi del primo articolo intitolato “Aree protette sulla carta”.
Il numero prosegue con esempi concreti.
Cemento: il parco del Circeo
Secondo la denuncia del Presidente del Parco Gaetano Benedetto nell’area protetta ci sono una media di circa due abusi per ogni ettaro di territorio. Le pratiche di condono ancora in giacenza ammontano a un totale di 1,2 milioni di metri cubi.
Ma non mancano le buone pratiche: calo degli incendi grazie alla vigilanza nel Pollino
Grazie ai cosiddetti contratti di responsabilità stipulati con associazioni e protezione civile, la superficie boschiva andata in fumo è stata il 91% in meno del 2007.
Un successo, dunque, che ripaga almeno moralmente dei 15 milioni di danni subìti dal patrimonio naturale del Pollino nel 2007. Se per recuperare quel danno non basteranno decenni, salvare la natura del Pollino e preservare le aree più pregiate, fortunatamente risparmiate dai roghi del 2007, è possibile.
Le buone pratiche: Segnaletica stradale contro la strage di animali
In Europa si stima che ogni anno accadano 500mila incidenti stradali causati dall’impatto con animali selvatici, con 300 vittime umane, 30mila feriti, 500mila animali morti (principalmente cervi, caprioli e cinghiali) e circa un miliardo di euro di danni.Cartelli stradali e catadiottri ad hoc per fermare la strage di animali sulle vie dell’Abruzzo sono stati installati in via sperimentale grazie a un’idea innovativa lanciata dall’area WWF delle Gole del Sagittario. Idea che speriamo venga ripresa visti i primi buoni esiti.
www.wwf.t
Roma, 11 ottobre 2008
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