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Anno del clima. WWF: "Verso Copenhagen l'Europa deve fare molto di più"
Le nuove proposte europee in vista del cruciale Summit sul clima di Copenhagen previsto a fine 2009 contengono un po’ di retorica che va nella giusta direzione, ma devono prevedere impegni più concreti e un ruolo europeo più importante nell’aiutare le nazioni in via di sviluppo a ridurre le proprie emissioni e adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici già in atto.
Nella comunicazione resa nota oggi, “Verso un accordo sul cambiamento climatico a Copenhagen”, la Commissione Europea lancia la propria proposta su come la UE dovrebbe negoziare un patto globale per il clima alla conferenza ONU di dicembre. I capi di Governo europei intendono definire la posizione dell’Europa nel Consiglio di Primavera previsto per marzo.
“L’Europa deve smettere di spiegare quello che il resto del mondo potrebbe fare e concentrarsi invece su quello che l’Europa stessa deve fare, se vuole assumersi la responsabilità di guidare la lotta contro il cambiamento climatico – ha affermato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Il punto di partenza dell’Europa deve essere il proprio obiettivo dichiarato di mantenere il riscaldamento globale al di sotto della media di 2°C (il limite massimo per evitare rischi inaccettabili), e di ridurre le emissioni dei Paesi industrializzati del 25-40 % entro il 2020 per rimanere entro un margine minimo di sicurezza.”
Per il WWF l’Europa deve ribadire in modo inequivocabile gli impegni già presi per ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, e impegnarsi a raggiungere questo obiettivo di riduzione entro i confini dell’Europa, fornendo un sostegno alle nazioni in via di sviluppo (attraverso i cosiddetti meccanismi flessibili) per avere i crediti per un’ulteriore riduzione del 15% del livello europeo di emissioni.
Per il WWF i soldi messi in campo sono la questione imprescindibile perché anche i Paesi in via di sviluppo possano ridurre sostanzialmente le proprie emissioni.
“Le iniziative sul mercato delle emissioni esistenti o proposte devono essere accompagnate da misure come gli standard di emissione per le centrali elettriche europee – continua Midulla – In passato la California ha già iniziato a dimostrare l’efficacia di questo genere di misure nonostante l’ostilità del precedente governo americano, e ora gli Stati che intendono percorrere questa strada hanno ricevuto il via libera dalla nuova amministrazione.”
Dopo aver avuto per gli otto anni dell’amministrazione Bush un indubbio ruolo di leadership a livello europeo, l’Europa oggi si trova davanti alla scelta di stare al passo o rimanere irrimediabilmente indietro.
“Finanziamenti importanti devono essere sbloccati prima del 2013 e i finanziamenti per le misure di mitigazione devono essere in linea con il raggiungimento degli attuali target di riduzione delle emissioni – conclude Midulla – Il WWF crede anche che il sistema delle Nazioni Unite debba assumere un ruolo centrale nell’elargizione dei fondi, questo perché in quella sede anche i Paesi in via di sviluppo possono dire la loro. Tali finanziamenti devono essere sostenibili, prevedibili e in aggiunta agli aiuti esistenti.”
www.wwf.it
Roma 28 gennaio 2009
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