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WWF: “Il Parlamento Europeo approva un accordo sul clima 'inquinato'”
Oggi il Parlamento europeo ha accettato l’accordo-compromesso sul cambiamento climatico annunciato la settimana scorsa dai capi di Stato e di Governo europei. Dicono che l’accordo comporterà un taglio delle emissioni di gas serra del 20% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990. Ma secondo il WWF il pacchetto, lungi dall’essere un esempio per il mondo, è ‘inquinato’ dalla grande quantità di crediti di carbonio concessi dai Paesi extraeuropei invece di puntare su azioni entro i confini dell’Europa.
“Non è certo la nuova rivoluzione industriale sbandierata quando furono presentate le proposte all’inizio dell’anno – afferma Mariagrazia Midulla, responsabile Clima del WWF Italia – L’obiettivo del 20% suona bene a parole, ma è vuoto nei fatti, perché ai Paesi europei è consentito compiere circa tre quarti dei propri sforzi fuori dai confini dell’Unione Europea, il che significa che le emissioni europee saranno ridotte del solo 4-5% tra oggi e il 2020. Eppure, persino il Governo Americano, nell’esaminare il primo periodo Emission Trading Europeo, aveva consigliato al Congresso di limitare l’uso dei crediti derivanti dai progetti all’estero perché maggiori sono le riduzioni domestiche, maggiori sono gli incentivi per la ricerca tecnologica e per la promozione dei cambiamenti fondamentali per le industrie coinvolte nel commercio delle emissioni ".
Il WWF dimostra il proprio disappunto per la decisione dell’ultima ora dei Capi di Stato europei che hanno imposto un accordo del genere “prendere o lasciare”, riducendo significativamente le possibilità del Parlamento Europeo di migliorare le decisioni prese.
Questo accordo chiaramente non è sufficiente ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, né a rispettare l’obiettivo dell’Europa di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2° C rispetto ai livelli pre-industriali. Al contrario, se il mondo intero si comportasse come l’Europa, il Pianeta sarebbe definitivamente avviato a perdere i ghiacci che coprono la Groenlandia e molte città sarebbero minacciate dall’innalzamento del livello del mare.
La settimana scorsa, al summit delle Nazioni Unite a Poznan, l’Europa ha esortato tutte le nazioni industrializzate a tagliare le emissioni del 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. “La decisione odierna dell’Europa è ampiamente al di sotto di quell’ambizione e sta ingannando sia la questione climatica che i cittadini” continua la Midulla.
Il WWF chiede ai Paesi europei di attuare il massimo delle riduzioni di emissioni all’interno del proprio territorio e di non utilizzare crediti esterni. Con una ferrea normativa sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili, l’obiettivo del 20% si può facilmente raggiungere anche all’interno dei confini europei.
www.wwf.it
Roma, 17 dicembre 2008
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