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WWF: “L'emergenza in Calabria è cronica”
Una regione in pieno dissesto idrogeologico: servono investimenti costanti per almeno 15 anni
Lo Stato di emergenza dichiarato oggi in Consiglio dei Ministri, al di là della gravità della contingenza, fa emergere una contraddizione tutta italiana: chiamiamo emergenza una realtà che si conosce da almeno 10 anni. La Calabria soffre di emergenza “cronica” di dissesto idrogeologico: ha una fragilità di tipo geofisico pesantemente aggravata dallo sviluppo urbanistico che si è realizzato e che rischia di peggiorare viste le grandi opere che il Governo ha nel suo programma, il Ponte sullo Stretto in primis, che assorbirebbe ogni risorsa libera e meglio utilizzabile. La contraddizione tra gli investimenti previsti per la gestione del rischio idrogeologico e quelli per le opere che si vorrebbero realizzare è dilaniante. Non si tratta più di sapere cosa fare, ma di fare quello che con notevoli sforzi si è ampiamente studiato di dover fare.
INASCOLTATA LA ‘LEZIONE’ DI SOVERATO
Dopo i fatti di Soverato del 2000, fu avviata una complessa indagine del rischio idrogeologico che ha portato la Regione Calabria ad adottare nel 2002 il piano regionale di assetto idrogeologico che, secondo le dichiarazioni di allora, avrebbe dovuto recuperare anni di ritardo e fare un riordino nella pianificazione della difesa del suolo. Il piano, definito “enciclopedico”, consta di circa 3.000 fogli, con monitoraggi su circa 700 centri urbani, con la rilevazione e l’analisi di circa 8.000 movimenti franosi, di cui 6.000 ad alto rischio; sono stati effettuati monitoraggi su circa 1.000 corsi d'acqua, con circa 50.000 schede compilate da sorveglianti idraulici che hanno posto in evidenza lo stato di salute dei fiumi calabresi. Il piano, che ha visto la partecipazione di tutti i comuni, dovrebbe avere un carattere sovraordinatorio, cioè dovrebbe condizionare le scelte urbanistiche dei piani regolatori; com’è noto in Calabria non c’è un solo Comune che non abbia area caratterizzate da un rischio idrogeologico. Inoltre in modo circostanziato la legge urbanistica regionale aveva inequivocabilmente stabilito i termini di rispetto che tutti gli enti dovevano garantire a queste aree. Ciò nonostante le cose sono andate in altro modo.
Si è avviata una complessa e non sempre coerente strutturazione di uffici tecnici regionali e dell’autorità regionale di bacino che, soprattutto negli ultimi anni, hanno gestito interventi per circa 350 milioni di euro; interventi ed investimenti comunque assolutamente insufficienti per affrontare seriamente il problema che andrebbe visto nel contesto più complesso della pianificazione e della gestione territoriale. La situazione attuale ha infatti responsabilità precise sia sotto il profilo delle omissioni che su quello delle autorizzazioni: da un lato infatti si sono omessi gli interventi repressivi obbligatori e necessari che arginassero il diffusissimo fenomeno dell’illegalità urbanistica che ha devastato larghe porzioni del territorio, dall’altro sono state rilasciate autorizzazioni con pareri tecnici del tutto discutibili.
15 ANNI PER METTERE IN SICUREZZA LA CALABRIA
Il CNR ha stimato che una messa in sicurezza ambientale della Calabria necessita di un piano di lavoro con investimenti costanti per almeno 15 anni. Il problema va quindi affrontato in modo sistematico mettendo a frutto il bagaglio di conoscenze già oggi disponibili.
LE RICHIESTE
Il WWF chiede al Governo al Parlamento un riorientamento dei fondi comunitari allocati con il DL112/2008. In particolare chiede che il CIPE stabilisca i termini di priorità degli oltre 4 miliardi di fondi FAS destinati al SUD fissando tre obiettivi primari irrinunciabili: messa in sicurezza del territorio per il rischio idrogeologico, sgombero, abbattimenti e delocalizzazione delle strutture ricadenti nelle aree a rischio più elevato, miglioramento della struttura ferroviaria di collegamento tra Salerno e Reggio Calabria. Se così non dovesse essere rischiamo una colossale ipocrisia istituzionale in attesa di prossime frane e smottamenti che inevitabilmente ci saranno accompagnati da tutti i discorsi fotocopia che anche in questa circostanza abbiamo sentito.
www.wwf.it
Roma, 30 gennaio 2009
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