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Anno 7 Numero 321

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Giornata Mondiale dell'Ambiente
WWF: “Ridisegnare la mappa del mondo per garantire sicurezza e futuro”

Mappa delle Aree Prioritarie del WWF nel mondo

 

Il mondo del terzo millennio cancella i confini nazionali per fondarsi sulle grandi aree vitali del pianeta. Dal loro stato di salute dipende la sicurezza dei popoli. E’ questo il messaggio che il WWF lancia in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente che l’UNEP celebra oggi in tutto il mondo. Lo scopo della Giornata è quello di riportare all’attenzione mondiale i grandi temi legati all’ambiente e stimolare azioni incisive da parte dei governi. 
Purtroppo ovunque la politica fatica a dare risposte adeguate alla grande crisi ambientale che abbiamo tutti di fronte a noi. La crisi ambientale è anche crisi alimentare, sociale ed economica. Proprio in questi giorni si è conclusa la Conferenza delle Parti sulla Convenzione per la Biodiversità che ha stentato a fare passi importanti e significativi per raggiungere il target del 2010 e cioè l’impegno di tutti i Governi a ridurre significativamente il tasso di perdita di biodiversità sulla Terra; si sta svolgendo in queste ore a Bonn l’incontro sui negoziati per i cambiamenti climatici che devono mirare a ridurre in maniera significativa di almeno il 30% le emissioni di gas climalteranti al 2020 mentre a Roma si sta chiudendo il grande Summit alla FAO su cambiamenti climatici, crisi alimentare e biocarburanti. 
E’ una crisi di “sicurezza” per il nostro immediato futuro. 
In un momento tanto cruciale il WWF propone di estendere il concetto di sicurezza internazionale e nazionale, ancora troppo legato a questioni mera di sicurezza militare, alle minacce globali legate a cibo, energia, acqua, biodiversità, risorse e clima. Il deterioramento progressivo ed incessante dei sistemi naturali, il progressivo esaurirsi delle risorse dei combustibili fossili, le tensioni sociali ed economiche causate dalla scarsità crescente delle risorse rappresentano altrettante gravissime minacce derivanti non tanto dalle relazioni tra nazione e nazione quanto dal rapporto degli esseri umani con la natura. Occorre pertanto immaginare una mappa del mondo che non tiene solo in considerazione i confini nazionali, ‘figli’ di un disegno che non coincide con i reali bisogni di un’umanità sempre più interconnessa, ma osservare il nostro pianeta e attribuire la massima importanza alle aree che maggiormente possono contribuire a mantenere vitali i principali sistemi naturali capaci di garantire benessere, salute, risorse naturali per il genere umano. 
Serve una risposta internazionale coordinata alla situazione di profonda insostenibilità della nostra relazione con i sistemi naturali che costituisce il vero elemento centrale della sicurezza del nostro futuro. Non c'è futuro se continuiamo a distruggere la vitalità dei sistemi naturali aumentandone la loro vulnerabilità. Non vi è futuro se sovrasfruttiamo le risorse agricole, quelle ittiche, quelle idriche, la biodiversità (la ricchezza della vita sulla Terra) oltre le loro capacità rigenerative.

Il WWF, che proprio la scorsa settimana ha avuto a Bodrum in Turchia la sua Conferenza annuale, ha individuato ben 41 aree del pianeta sulle quali concentrare i propri sforzi di tutela e sviluppo sostenibile: dalla regione delle grandi foreste equatoriali dell’Africa centrale, al Borneo, dall’Amazzonia al bacino del fiume Yangtze, dal Mediterraneo al Madagascar, dalla Grande Barriera corallina australiana alle grandi pianure nord americane Se in queste aree si riusciranno ad ottenere i due grandi obiettivi di conservazione, ovvero, investire nella tutela della biodiversità e nel mantenimento dello stato di salute vitale di questi straordinari ambienti e contestualmente, controllare la nostra impronta ecologica, potremo sperare in un futuro più sicuro. 

E' ad esempio sicurezza per il nostro futuro garantire il mantenimento degli equilibri dinamici presenti nella grande foresta amazzonica che, solo nella parte brasiliana con 3.3 milioni di kmq di superficie, mantiene un ampio stock di carbonio di circa 47 (più o meno 9) miliardi di tonnellate. La continua deforestazione nell'area condurrebbe, oltre a tutti i danni derivanti ai complessi meccanismi di evapotraspirazione che mantengono la foresta in quanto tale, all'immissione di notevoli quantità di carbonio nell'atmosfera con conseguente incremento dell'effetto serra naturale.
E’ evidente che il deteriorarsi continuo del rapporto fra più di 6,7 miliardi di esseri umani (che saranno 9,1 nella variante media prevista dalle Nazioni Unite al 2050) ed i sistemi naturali della Terra non può più continuare. 

“Le sfide che il WWF si è dato e che i governi dovrebbero porsi sono ambiziose e necessarie – ha dichiarato Michele Candotti, direttore generale del WWF Italia - Entro il 2050 l'impronta umana globale del pianeta deve mantenersi nella capacità della Terra di sostenere la vita e le risorse naturali del nostro pianeta devono essere utilizzate in maniera sostenibile e equa. Allo stesso tempo entro il 2050 l'integrità dei maggiori luoghi naturali sulla Terra deve essere conservata. Fortunatamente oggi disponiamo di una capillare rete di informazioni, altamente scientifica e trasparente che ci mette tutti in guardia circa il possibile collasso dei sistemi naturali. In un mondo totalmente interdipendente non solo sul piano ecologico ma anche su quello sociale ed economico il concetto obsoleto di sicurezza ‘nazionale’ appare del tutto inadeguato”.

www.wwf.it 

Roma, 5 giugno 2008
 
                               

 

 

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