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Lo spettacolo del bramito del cervo
La Provincia di Belluno chiude la caccia per favorire la riproduzione
Autunno, tempo d’amore. Tra settembre e ottobre i cervi che da decenni abitano il territorio sono impegnati nell’atavica lotta per la supremazia nel branco. Gli animali più giovani e più forti conquisteranno il diritto a “coprire” tutte le femmine del gruppo di appartenenza. Questa legge della natura, secondo cui solo i geni migliori devono essere trasmessi alle successive generazioni, tre i cervi si manifesta nelle lotte in campo aperto e nell’ormai famoso bramito.
Decine di cervi maschi si cimentano in questo verso per dimostrare forza e potenza e per intimorire gli avversari. Ogni anno, all’inizio dell’autunno in Alpago (Belluno), nella zona del Cansiglio, si può assistere a questo spettacolo. Centinaia di turisti sono attirati dalla potenza di un simile evento e ogni volta restano stupefatti di come un ambiente tanto selvaggio sia dietro la porta delle nostre case. Per settimane i suoni dei cervi in amore echeggiano in tutta la valle, alternati ai colpi secchi delle incornate, nelle rare battaglie. Poi, di colpo, tutto tace. Le gerarchie sono stabilite e i vincitori, possono riprodursi in pace, offrendo nuova vita e contribuendo a mantenere selvagge le Dolomiti.
Per favorire la delicata fase della riproduzione del cervo da alcuni anni la Provincia di Belluno, responsabile del calendario venatorio, chiude la caccia a questa specie animale. Da metà settembre alla metà di ottobre ai cacciatori è vietato prelevare cervi, siano essi maschi o femmine. La pausa è stata decretata anche per il 2008, dal 15 di settembre all’11 di ottobre e fa seguito ad accurati e specifici studi sulla fauna selvatica eseguiti in passato dalla Provincia di Belluno in collaborazione con la comunità scientifica.
In seguito alle azioni per la gestione della fauna selvatica Legambiente nazionale nel 2004 ha premiato la Provincia di Belluno per "il positivo lavoro sulla gestione del patrimonio faunistico". Secondo l’associazione ambientalista la Provincia di Belluno è considerata tra le prime cinque in Italia in questo campo. Il premio riconosce il lavoro svolto dall’amministrazione provinciale in questo settore ormai attiva da 15 anni.
Grazie alla continua opera di controllo e di gestione attiva del territorio la fauna selvatica è in costante aumento e, parallelamente c’è stata una crescita culturale del mondo venatorio con risultati riconosciuti in tutta Italia da enti e istituti accademici.
Nel territorio provinciale, al di fuori delle numerose aree protette, nel corso del 2008 sono stati censiti 13.947 caprioli, 8.728 camosci, 7.519 cervi e 1.274 mufloni. A questi vano aggiunti i circa 185 stambecchi presenti sulla Marmolada. Questa specie è stata oggetto di un apposito progetto di ripopolamento attivato dalla Provincia di Belluno in collaborazione con le università di Padova e di Torino che ne ha scongiurato l’estinzione.
Stefano Campolo
portavoce del presidente della Provincia di Belluno
Belluno, 10 settembre 2008
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