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Oms Europa: come difendersi dalle ondate di calore
Le ondate di calore sono una minaccia per la salute in estate: le persone più a rischio sono gli anziani, i bambini, i pazienti cronici, chi usa certi farmaci, fa lavori all’aperto o vive in condizioni socioeconomiche svantaggiate. Ma gli effetti avversi e la mortalità causati dall’eccessiva calura sono largamente prevenibili, come illustrato nelle
linee guida
(pdf 628 kb) dell’Oms Europa per l’elaborazione di piani d’azione contro il caldo. Il documento, frutto del progetto Euroheat cofinanziato dall’Oms e dalla Commissione europea, spiega come mettere in pratica una buona prevenzione. È necessario attuare una serie di interventi a più livelli, da efficaci sistemi di previsione meteorologica a tempestivi bollettini di allerta sanitaria, dal miglioramento delle condizioni abitative e urbanistiche a una pronta assistenza sanitaria.
Le raccomandazioni per fronteggiare l’emergenza caldo
La prima indicazione è quella di utilizzare i sistemi di risposta alle emergenze già esistenti sul territorio, che essendo già stati testati funzionano meglio di qualsiasi altra soluzione approntata sul momento. È importante gettare le basi di una pianificazione sul lungo termine, che miri a ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e, contemporaneamente, ad adattare attività, opere e comportamenti alle mutate condizioni ambientali.
Il documento scoraggia l’uso massiccio dell’aria condizionata: anche se ci sono pochi dubbi che sistemi di refrigerazione dell’aria sono protettivi per le persone a rischio, ricorrere estensivamente a questi impianti comporta un grande consumo di energia e massicce emissioni di gas a effetto serra, con il risultato di peggiorare la situazione ambientale. Migliorare l’edilizia e usare tutte le accortezze per ridurre l’esposizione al caldo sono invece strategie efficaci, che non richiedono eccessivo consumo energetico.
Gestione e coordinamento, con un occhio alla comunicazione
Altro elemento fondamentale per il successo di un piano di emergenza è il buon coordinamento di tutti i settori coinvolti (autorità sanitarie, protezione civile, centri per le previsioni meteo ecc). Ci dev’essere un organo leader che coordina e dirige. Elemento imprescindibile per ogni piano che funzioni è la capacità di comunicare in modo efficace, accessibile, tempestivo, veritiero e immediato le informazioni, raggiungendo il più rapidamente possibile le fasce di popolazione a rischio. Questo è un punto critico, come sottolinea il rapporto. Infatti, in molti casi una comunicazione sbagliata, allarmista o superficiale, è stata responsabile di ritardi nell’azione che hanno minato la fiducia pubblica. Infine, l’ultima raccomandazione è valutare sempre: è l’unico modo per comprendere se un piano di azione anticaldo ha funzionato o meno, oltre a essere necessario per implementare le buone pratiche, correggere quelle sbagliate e imparare dall’esperienza passata.
www.epicentro.iss.it
Roma, 19 giugno 2008
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