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Gli italiani e la vista
Prevenzione, controllo e correzione: dal ruolo delle istituzioni alle abitudini del cittadino
Secondo una ricerca promossa dalla Commissione Difesa Vista è scarsa l’attenzione degli italiani verso la salute oculare, in particolare dei figli: più del 60% dei bambini tra 1 e 5 anni non ha mai fatto una visita dallo specialista
A livello istituzionale non esistono leggi nazionali che impongano controlli mirati
Ce lo hanno insegnato fin da piccoli: “Prevenire è meglio che curare”. Una regola che vale in molti campi, soprattutto quando c’è di mezzo la salute. Ma sembra non valere per la salute oculare.
E’ scarsa l’attenzione sia delle istituzioni sia dei singoli individui. E’ quanto è emerso da due studi fortemente
voluti dalla Commissione Difesa Vista - organismo da sempre in prima fila nel promuovere la prevenzione, con l’obiettivo di informare in maniera corretta e puntuale su argomenti legati alla salute del bene vista -: da un lato una ricerca sul ruolo delle istituzioni nella promozione attiva di controlli regolari della vista e dall’altro un’indagine sulle abitudini degli italiani in materia di prevenzione, controllo e correzione della vista.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità: dati allarmanti
Ricerche necessarie, considerando anche i dati resi noti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: il 75% della cecità negli adulti sarebbe evitabile attraverso la prevenzione e la cura. Anche nei bambini una precoce
prevenzione e il trattamento delle anomalie visive già alla nascita ridurrebbe del 50% i casi di cecità. «Da qui
nasce l'importanza della prevenzione visiva e la necessità di promuovere controlli della vista periodici e
regolari», afferma Vittorio Tabacchi, Presidente della Commissione Difesa Vista.
Il ruolo delle istituzioni
La parola d’ordine è dunque prevenzione, fronte sul quale le istituzioni sembrano latitare. «Non esiste alcuna legge nazionale specifica sulla prevenzione visiva che imponga di effettuare controlli o screening mirati (se si eccettua l'esame di guida, che ha finalità diverse e coinvolge comunque solamente una parte della popolazione)», afferma l’Avv. Silvia Stefanelli, responsabile della ricerca sulle istituzioni. «La
prevenzione, in campo visivo, è demandata nell'ambito di quello che è il concetto generale di prevenzione
primaria, inteso come l’insieme dei comportamenti che cercano d'evitare e/o ridurre l'insorgenza o sviluppo di
una patologia». Nell’ordinamento italiano, per motivi di tipo economico, questo tipo di prevenzione ha avuto
uno sviluppo alquanto limitato. L'unica legge rilevante in materia è quella titolata "Disposizioni per la
prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l'integrazione sociale e lavorativa dei ciechi
pluriminorati". All'interno di questa legge solo una minima parte è dedicata alla prevenzione. «Sebbene,
dunque, l'attuale Piano Sanitario Nazionale (PSN 2006-2008) contenga un intero paragrafo sulla prevenzione
sanitaria e sulla promozione della salute», precisa Stefanelli, «non vi è ancora alcun accenno a programmi di
prevenzione in campo visivo». Solo dal 1997 il concetto di prevenzione ha cominciato a essere espletato in
maniera strutturata e organica, a livello nazionale. A tali iniziative, si sono affiancati i progetti promossi dalle
ASL e da soggetti privati – come appunto la Commissione Difesa Vista. È insomma opinione generale,
soprattutto da parte delle Istituzioni locali e delle organizzazioni, che la vista sia un bene prezioso e che vada protetto. Non sempre tuttavia, le intenzioni si traducono in realtà. Vediamo da vicino, come si comportano gli italiani nei confronti del bene-vista.
Difetti e correzione
Secondo l’indagine commissionata da Commissione Difesa Vista e realizzata da C.R.A. Customized
Research & Analysis, il 6% dei bambini tra 1 e 5 anni presenta difetti visivi (strabismo, ipermetropia,
astigmatismo e miopia), circa il 4% porta occhiali correttivi (66% di chi ha difetti visivi), il che significa che il
34% non corregge il difetto. Tra i 6 e i 13 anni sale la percentuale di chi ha problemi agli occhi: il 31% e il
25% indossa occhiali correttivi (ovvero l’80% di chi ne ha bisogno). Anche in questo caso è comunque alta la
percentuale di coloro che hanno dei difetti, ma che non ricorrono a strumenti correttivi (20%). Ben il 66% degli adulti (maggiori di 14 anni) ha un difetto visivo, più della metà porta gli occhiali, 53% (l’83% di chi ne ha bisogno), mentre il 17% non corregge il difetto.
Controlli e prevenzione
Molti italiani, dunque, soprattutto adulti hanno difetti visivi che possono scoprire solo attraverso accurate visite che però non sono “prescritte” per legge ma affidate alla volontà del singolo. Scopriamo così che è scarsa l’attenzione per la salute oculare dei propri figli: tra 1-5 anni, meno del 40% ha fatto una visita completa o un controllo della vista nella vita. Tali visite per il 61% dei casi sono state “suggerite” dal medico di famiglia, solo per il 29% sono nate per iniziativa dei genitori, per il 13% si è trattato di una prescrizione fatta da un oculista durante una precedente visita e, infine, nel 6% dei casi è stata l’insegnante o una iniziativa scolastica a suggerire il controllo.
Nella fascia successiva (6-13 anni), il 72% ha fatto almeno una visita completa nella vita, quasi il 30%
dunque non ne ha mai fatti. Il 70% sono stati portati dai genitori almeno una volta da uno specialista.
L’indicazione di fare la visita è stata suggerita per lo più dal medico di famiglia. Nel 22% dei casi sono stati i
genitori a prendere l’iniziativa e per il 15% la segnalazione è stata fatta dall’insegnante.
Gli adulti (over 14) sembrano essere più attenti alla propria salute (più che a quella dei figli!): ’85% ha fatto
almeno una visita completa e/o controllo della vista nella vita, quasi sempre da uno specialista. Il 15% di
coloro che non hanno mai fatto visite/controlli è costituito per la maggiore da giovanissimi,
(14/17 anni=32%).
«Questo dato sicuramente è uno dei più allarmanti, tenendo presente che anche tra i 6/13 anni una
percentuale altrettanto consistente non ne ha mai fatti. Tutto questo evidenzia una mancanza di attenzione
verso la prevenzione visiva dei figli, da parte dei genitori», afferma Stefania Farneti, Direttore di Ricerca
Customized Research & Analysis srl.
Utilizzo e acquisto
Fatti i controlli (pochi!), stabiliti i difetti (molti), l’ultimo passaggio è porre il rimedio, acquistando un
occhiale “correttivo” ad hoc. In generale, per tutte le fasce di età prese in considerazione, dai bambini agli
adulti over 14, la maggior parte degli acquisti di occhiali avviene presso negozi di ottica. «Tra le motivazioni
che fanno scegliere un punto vendita rispetto a un altro spicca “la fidelizzazione”, “la raccomandabilità”, “la
competenza del personale” “il prezzo”, “il vasto assortimento” », conclude Farneti. Con l’età, cresce anche l'età media dell’occhiale (da 1 anno per i più piccoli ai 3,3 anni per gli over 14).
«Prevenzione, controllo e correzione: ecco la formula magica per garantire una buona salute ai nostri occhi. In
questa direzione si muove la Commissione Difesa Vista di cui sono Presidente», conclude Tabacchi. «Da oltre
30 anni è in prima linea per promuovere un’informazione corretta su argomenti legati alla salute del bene vista. Abbiamo promosso seminari, convegni, workshop e anche oggi siamo qui, per tenere viva l’attenzione su questo argomento e per inaugurare una proficua collaborazione con il Comune di Milano».
Nel 2009 prenderà infatti vita, per iniziativa della Commissione Difesa Vista, con il patrocinio dell’Assessorato
alla Salute, un importante progetto che coinvolgerà la città di Milano e che sarà parte integrante delle attività
previste per l’Anno della Salute.
Commissione Difesa Vista (CDV) è un organismo nato nel 1972 con l’obiettivo di informare in maniera
corretta e puntuale su argomenti legati alla salute del bene vista. Nel corso degli anni, la Commissione,
composta dai maggiori specialisti in materia, ha organizzato seminari, convegni, workshop e realizzato un gran numero di campagne pubblicitarie e informative sui temi degli occhi e della visione, oltre a ricerche su
argomenti più scientifici.
Milano, 26 novembre 2008
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