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IRE: nuovo metodo diagnostico per il tumore al seno
La tecnica SISH valuta in maniera automatizzata la positività dell’oncogene HER2 per le pazienti che possono beneficiare dei farmaci biologici o intelligenti
L’amplificazione dell’oncogene HER2, riscontrabile nel 20-30% dei casi di cancro alla mammella, può essere oggi rivelata grazie a una nuova tecnica diagnostica automatizzata denominata SISH che si affianca alle altre metodiche di ibridazione in situ messe a punto da tempo presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE).
L’IRE è tra i pochissimi centri in Italia che dispone della macchina per l’esecuzione della Silver In Situ Hybridization - SISH e con questa nuova metodica automatizzata sono state già effettuate circa 200 analisi, che hanno confermato una ottima concordanza con le tecniche convenzionali di ibridazione in situ cromogenica. Il nuovo metodo consente di giungere alla diagnosi in tempi estremamente più rapidi (6 ore), garantisce inoltre maggiore attendibilità, riproducibilità dell’esame e risparmio del personale.
E’ ormai un dato clinico consolidato che il trastuzumab, farmaco intelligente di ultima generazione diretto contro il recettore HER2, sta cambiando la storia naturale del carcinoma della mammella HER2 positivo. Pertanto l’identificazione accurata e corretta delle pazienti che possono beneficiare di tale farmaco è di fondamentale importanza.
Il Servizio di Anatomia Istologia Patologica e Citodiagnostica IRE guidato dal Prof. Raffaele Perrone Donnorso e la Struttura di Citogenetica coordinata dalla Dr.ssa Anna Maria Cianciulli (Centro di riferimento Europeo VYSIS per la determinazione del gene HER2 con la metodica FISH da oltre 10 anni) nell’ambito della Patologia clinica IRE, diretta dal Dr. Gaetano Vitelli, in questi anni, si sono fortemente impegnati nella messa a punto di metodiche innovative che potessero garantire l’accuratezza della determinazione dello stato di HER2 sia in immunoistochimica (iperespressione della proteina) che in ibridazione in situ (amplificazione genica).
“Abbiamo sviluppato una consistente esperienza soprattutto in ibridazione in situ cromogenica (CISH), tecnica che consente di analizzare il dato molecolare nel contesto del quadro morfologico, permettendo non solo di distinguere la componente invasiva della neoplasia da quella in situ, ma anche di individuare con facilità le aree residue di tessuto mammario non trasformato – spiega il Prof. Perrone Donnorso - La possibilità di conservare i vetrini rappresenta inoltre un ulteriore vantaggio per questa metodica. Abbiamo ormai una consolidata esperienza con la CISH che è stata applicata su oltre 1000 casi di carcinoma della mammella sia operati nel nostro Istituto che provenienti da altri presidi ospedalieri.”
Al fine di migliorare ulteriormente questo approccio metodologico per la valutazione dell’amplificazione del gene HER2, è stato recentemente testato e validato un nuovo sistema di ibridazione in situ cromogenica denominata “SISH”(Silver In Situ Hybridization), che consente sempre di effettuare la lettura dei preparati con un normale microscopio ottico ma, a differenza della CISH, utilizza procedure completamente automatizzate. Ciò permette una riproducibilità dei risultati particolarmente elevata e una drastica riduzione dei tempi di lavorazione.
L’Anatomia Istologia Patologica e Citodiagnostica del Regina Elena è stato il primo ed è ad oggi fra i pochissimi Centri in Italia a disporre della macchina che consente la realizzazione di tale metodica che utilizza un kit particolare.
“ Il metodo SISH è molto rapido – sottolinea la Dr.ssa Marcella Mottolese - ricercatrice presso l’Anatomia e Istologia Patologica e Citodiagnostica IRE – e consente di ottenere i risultati dell’esame in una mattinata. Inoltre una tecnica automatizzata garantisce una riproducibilità superiore rispetto a un metodo manuale. La macchina offre inoltre garanzie di controllo di qualità, poiché i reagenti utilizzati vengono identificati tramite un codice a barre che non dà adito a errori tecnici: un reagente scaduto anche solo da 24 ore, per esempio, non viene in alcun modo accettato dalla macchina. Nel Servizio di Anatomia Patologica del nostro Istituto in 4 mesi sono state effettuate circa 200 analisi permettendo così, in breve tempo, di convalidare la riproducibilità della metodica.”
La possibilità, in tumori solidi ed ematologici di evidenziare alterazioni geniche utilizzando metodiche in situ, ha rappresentato una svolta epocale per la lotta al cancro consentendo non solo di migliorare la diagnosi e la prognosi, ma anche di individuare nuovi bersagli terapeutici.
Il Servizio di Anatomia Istologia Patologica e Citodiagnostica, Centro di riferimento CISH in Italia, da sempre impegnata nella messa punto di innovative metodiche biomolecolari, offre pertanto l’opportunità, nei casi richiesti, di svelare l’amplificazione genica di HER2 attraverso la nuova metodica di ibridazione in situ cromogenica automatica SISH.
Lorella Salce
Capo Ufficio Stampa IFO
www.ifo.it
Roma, 23 luglio 2008
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