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Plos One pubblica i risultati che consentono di predire le risposte al trattamento con Tamoxifene
IRE: uno studio svela uno dei meccanismi di resistenza al trattamento con Tamoxifene nel cancro al seno
I ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) aggiungono un nuovo tassello alla comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nella resistenza alla ormonoterapia nei tumori mammari. Lo studio, finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca Cancro (AIRC) e Ministero della Salute pubblicato sulla rivista PloS ONE, è frutto di una collaborazione tra il gruppo diretto dalla dr.ssa Rita Falcioni del Laboratorio di Oncogenesi Molecolare del Centro Ricerca Sperimentale IRE, la dr.ssa Marcella Mottelese del Laboratorio di Anatomia ed Istologia Patologica diretta dal Prof. Raffaele Perrone Donnorso e le dr.sse Allessandra Fabi, Cecilia Nisticò e Patrizia Vici del Dipartimento di Oncologia Medica IRE. Questo studio si è rivelato di particolare importanza perché ha permesso di individuare in vivo un meccanismo molecolare di resistenza al trattamento ormonale con Tamoxifene e di classificare un sottogruppo di pazienti nelle quali il trattamento con questo farmaco è risultato meno efficace.
Il Tamoxifene, antagonista degli estrogeni, rimane ancora oggi uno dei farmaci più diffusi nel trattamento ormonale dei tumori mammari. Nonostante l’enorme e ben documentata efficacia di questo farmaco, ci sono alcuni tumori che, attraverso meccanismi non ancora del tutto noti, sono resistenti all’ormono-terapia. In questi tumori la chinasi PI3K, coinvolta nei processi di sopravvivenza e proliferazione cellulare, è molto attiva ed è stato ipotizzato che potrebbe essere implicata nei meccanismi di resistenza al trattamento ormonale. Il recettore ErbB-3, che appartiene alla famiglia dei recettori per i fattori di crescita, è il più forte attivatore di PI3K e la sua espressione nei tumori è ancora oggi poco studiata. Inoltre dati recenti indicano che il recettore per gli estrogeni di tipo 1 contribuisce alla risposta al trattamento con Tamoxifene.
“Nel tentativo di comprendere il meccanismo molecolare che è alla base della resistenza al trattamento con Tamoxifene – spiegano le dr.sse Rita Falcioni e Marcella Mottolese - abbiamo analizzato un pannello di linee cellulari derivate da tumore mammario e 232 carcinomi mammari derivati da pazienti sottoposte a chirurgia e successivamente trattate con ormonoterapia tramite Tamoxifene per cinque anni. Lo studio ha messo in evidenza che il sottogruppo di tumori particolarmente resistente all’ormonoterapia presenta un’elevata espressione di Erb-B3 e PI3K e non esprime il recettore per gli estrogeni di tipo 1. I nostri risultati indicano quindi che sia ErbB-3 che il recettore per gli estrogeni di tipo 1 sono clinicamente rilevanti nel predire la risposta al trattamento con Tamoxifene.”
“Il prossimo passo da compiere sarà quello di validare questi dati su un campione più ampio e prospettico di pazienti affette da carcinoma della mammella sottoposte a terapia con Tamoxifene dopo chirurgia”
Ufficio Stampa IFO
Lorella Salce
www.ifo.it
Roma, 20 febbraio 2008
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