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Anno 8 Numero 363

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Allarmanti i dati diffusi con il terzo rapporto sulla situazione nazionale

Procreazione assistita l’Italia è la Cenerentola d’Europa

Luca Gianaroli: “Fenomeno esasperato dalla legge 40”


“I dati presentati sul terzo rapporto del registro di tecniche di procreazione assistita non solo sono allarmanti ma sono in controtendenza con i dati del registro europeo, che dimostra chiaramente come l’Italia sia il fanalino di coda sia nel numero di coppie trattate per milione di abitanti -solo il Montenegro ha dati più bassi-, sia in termini di gravidanze plurime”.
E’ netto e deciso il commento di Luca Gianaroli, presidente eletto della Società Europea di Riproduzione umana e di Embriologia.
Allarmante è soprattutto il dato sulle gravidenza plurime: “In Italia, un bambino su due nato grazie alle tecniche di procreazione assistita appartiene a gravidanze gemellari o trigemine, contro un bambino su 20 o 25 che nasce dalle medesime tecniche nei paesi del Nord Europa”, spiega Gianaroli, che rivela come “solo tre paesi dei Balcani ci superano in questa triste casistica”. 
“Grave risulta inoltre -riprende il presidente eletto della Società Europea di Riproduzione umana e di Embriologia- che non si tenga conto dei costi enormi, non solo per i pazienti ma anche per le Regioni, dell’utilizzo quasi paralizzante delle rianimazioni neonatali. In alcuni ospedali è ormai difficile per un neonato singolo avere le cure appropriate a causa del continuo aumento delle nascite plurime. Ancora più allarmante è il tentativo di addossare la responsabilità delle nascite plurime ai centri, quasi generassero una cattiva medicina, non tenendo conto che il fenomeno è stato esasperato proprio dalla applicazione della legge 40”.
Ma quello che appare inquietante è la presentazione e l’interpretazione dei dati del rapporto. “Nei Paesi europei, dove esiste un registro nazionale, i dati vengono presentati e discussi con i centri e l’intera raccolta di informazioni è in possesso delle strutture sanitarie che hanno generato i dati -spiega Luca Gianaroli-. Nel nostro Paese, i centri apprendono alcuni dati parziali dalle agenzie di stampa. Nonostante questa stortura del percorso informativo, è possibile che in numeri assoluti aumentino i cicli e i trattamenti anche a causa della loro scarsa efficacia, che obbliga le coppie a reiterare i tentativi stessi con costi e perdite di tempo mai calcolati accuratamente”.
“Rimane inoltre non quantificato il numero di coppie obbligate a rivolgersi all’estero per trattamenti non consentiti o per ridurre i rischi di complicanze imposte dalla normativa italiana che, in assoluto, è considerata da tutti come la più restrittiva in materia in Europa”, conclude il presidente eletto della Società Europea di Riproduzione umana e di Embriologia.

Roma, 27 marzo 2009

 
                               

 

 

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