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Oltre 2.000 bambini muoiono ogni giorno per infortuni. Almeno la metà potrebbe essere salvata
Due nuovi rapporti sulla prevenzione degli infortuni nei bambini pubblicati oggi
Sono oltre 2.000 i bambini che ogni giorno perdono la vita a seguito di infortuni “accidentali” e decine di milioni coloro che ogni anno finiscono in ospedale e spesso rimangono disabili per tutta la vita. Sono questi i dati di un nuovo rapporto congiunto OMS/UNICEF lanciato oggi a Hanoi, Vietnam. Il primo Rapporto mondiale sulla prevenzione degli infortuni nei bambini è integrato da un rapporto europeo anch’esso presentato oggi. Entrambi forniscono un’ampia analisi degli infortuni nei bambini ed adolescenti e identificano soluzioni per la loro prevenzione. I rapporti concludono che, sulla base delle evidenze disponibili, almeno 1.000 giovani vite potrebbero essere salvate quotidianamente se misure di dimostrata efficacia fossero adottate ovunque nel mondo.
“Gli infortuni nei bambini costituiscono un problema serio di sanità pubblica. Oltre agli 830.000 che muoiono ogni anno, milioni di altri bambini sono vittima di infortuni che spesso richiedono lunghi tempi di ricovero e riabilitazione” afferma Margaret Chan, direttore generale OMS. “Il costo di queste cure può impoverire un’intera famiglia. I bambini delle famiglie e delle comunità più povere rischiano di più in quanto più difficilmente beneficiano di programmi di prevenzione e di servizi sanitari di qualità”.
I rapporti rivelano che gli infortuni sono la prima causa di morte dei bambini oltre i 9 anni e che il 95% delle vittime si trova nei paesi a basso e medio reddito.
“L’impatto degli infortuni sui bambini nei paesi in via di sviluppo è maggiore di quanto si pensasse. Gli sforzi compiuti finora in questi paesi per migliorare le condizioni di vita ed il benessere dei bambini hanno trascurato questo aspetto. Dal rapporto risulta chiaramente che esistono opportunità di salvare vite e prevenire la sofferenza di milioni di bambini”, sostiene Ann M.Veneman, direttore generale UNICEF.
I rapporti mondiale ed europeo identificano le cinque cause principali di morte per infortunio tra bambini ed adolescenti:
1. Incidenti stradali: ogni anno uccidono 260.000 bambini nel mondo e 16.400 in Europa. Rappresentano la prima causa di morte e infermità (danni cerebrali e ossei) in bambini ed adolescenti.
2. Annegamenti: ogni anno uccidono oltre 175.000 bambini nel mondo e 5.000 in Europa. I bambini che sopravvivono spesso riportano danni cerebrali per tutta la vita.
3. Ustioni: ogni anno uccidono quasi 96.000 bambini nel mondo e 1.700 in Europa. Il tasso di mortalità è di circa 11 volte maggiore nei paesi più poveri e questa differenza arriva a 85 volte in Europa.
4. Cadute: ogni anno uccidono quasi 47.000 bambini nel mondo e 1.500 in Europa. Centinaia di migliaia di bambini subiscono le conseguenze di cadute non mortali.
5. Avvelenamenti: ogni anno uccidono oltre 45.000 bambini nel mondo e 3.000 in Europa. La casa è il luogo in cui gli avvelenamenti incidentali dei bambini avvengono più comunemente.
Nella regione europea gli infortuni sono la prima causa di disuguaglianze nei tassi di mortalità fra i bambini sia tra paesi che al loro interno, e queste differenze stanno aumentando. Le 42.000 morti annuali di bambini ed adolescenti e i 70 milioni di ricoveri e visite di pronto soccorso attribuibili soprattutto a incidenti stradali, annegamenti, avvelenamenti, ustioni e cadute non sono equamente distribuiti nella nostra regione.
Gli infortuni colpiscono maggiormente i bambini che vivono nei paesi che stanno affrontando i maggiori cambiamenti socio-economici, dove avvengono cinque su sei di queste morti. L’elevata inflazione, la disoccupazione, la stratificazione sociale, gli alti livelli di povertà esacerbati dall’uso di alcol tra i più alti del mondo, hanno contribuito ad un picco di mortalità nei primi anni ’90. Oggi, nonostante i trend siano in diminuzione nei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti , si registrano ancora tassi tre volte più alti rispetto all’Unione Europea.
In qualunque paese, a prescindere dal livello di ricchezza nazionale, i bambini poveri sono a rischio maggiore e soffrono e muoiono per infortunio fino a cinque volte di più rispetto ai loro coetanei più ricchi. Un bambino povero che vive nei sobborghi di metropoli ricche come Londra, Parigi o Roma può correre lo stesso rischio di subire infortuni di un altro che vive in un paese a basso o medio reddito.
Uno dei maggiori fattori di rischio è l’ambiente non sicuro: i bambini poveri possono essere esposti a traffico veloce, mancanza di aree di gioco sicure, case affollate con scale senza inferriate o finestre e cancelli senza serratura. Le famiglie povere spesso non sono in grado di acquistare dispositivi di sicurezza come seggiolini da auto per bambini, allarmi antincendio o caschi da bicicletta. Controllare i propri bambini può risultare difficile in famiglie con un solo genitore o con problemi di abuso di alcol e droga. Una volta feriti, i bambini poveri hanno meno possibilità di accedere a cure mediche di qualità e servizi di riabilitazione.
“La buona notizia è che i successi raggiunti in alcuni stati nel ridurre fino al 50% la mortalità per infortunio, dimostrano che la maggior parte di queste morti può essere evitata”, afferma Marc Danzon, direttore regionale OMS per l’Europa. “In Europa, se tutti i tassi fossero equiparati a quelli dei paesi che hanno raggiunto i risultati migliori in termini di riduzione della mortalità, quasi tre bambini su quattro potrebbero essere salvati”.
“Tuttavia, anche se gli stati a più alto reddito sono oggi tra i più sicuri del mondo, il problema non è ancora risolto”, dice Vincenzo Spadafora, Presidente UNICEF Italia. “Gli infortuni accidentali continuano a causare, infatti, il 40% di tutte le morti di bambini e adolescenti in questi paesi”.
Misure di prevenzione di provata efficacia possono avere un impatto positivo nella riduzione degli infortuni. Queste misure includono promuovere leggi su cinture di sicurezza e caschi per bambini; installare meccanismi di regolazione della temperatura dell’acqua calda; corredare di chiusure di sicurezza i flaconi di medicinali, gli accendini e i contenitori di prodotti tossici; pianificare e realizzare piste separate per biciclette e motocicli; svuotare l’acqua da vasche da bagno e secchi; ridisegnare il mobilio degli asili nido, i giocattoli e le aree di gioco; e migliorare i servizi d’emergenza medica e di riabilitazione.
Gli esperti raccomandano di integrare la prevenzione degli infortuni infantili in un approccio ampio alla salute e allo sviluppo dei bambini. I sistemi sanitari rivestono un ruolo centrale nel documentare i fatti, raccogliere le prove di ciò che funziona, definire le priorità nell’azione e stimolare altri settori a sviluppare piani congiunti. In questo, essi devono tenere in conto che i bambini richiedono un’attenzione speciale in quanto non sono adulti in miniatura. Poiché l’infanzia include varie fasi di sviluppo emozionale, fisico e cerebrale e varia secondo il contesto culturale, gli infortuni richiedono una risposta mirata per ognuno di questi ambiti. I sistemi sanitari sono inoltre chiamati ad aumentare gli investimenti finanziari insieme al numero e alla qualità degli operatori sanitari specialisti e a supportare la ricerca.
www.unicef.it
Hanoi - Roma, 10 dicembre 2008
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