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Anno 7 Numero 303

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Una strategia UE per i rom e stop alle discriminazioni


Viste le discriminazioni subite dai circa dieci milioni di rom nell'UE, il Parlamento chiede una strategia europea e finanziamenti per promuovere la loro inclusione sociale. Occorre porre fine alla loro segregazione nell'istruzione, sostenerne l'integrazione nel mercato del lavoro e, con microcrediti, aiutarli ad avviare attività imprenditoriali. E' anche necessario migliorare le loro condizioni nelle baraccopoli e garantire loro l'assistenza sanitaria. Va poi riconosciuto l'Olocausto dei rom.

Con 510 voti favorevoli, 36 contrari e 67 astensioni, il Parlamento ha approvato una risoluzione sostenuta da PPE/DE, PSE, ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL che sottolinea anzitutto come i circa 10 milioni di rom che vivono nell'Unione europea siano vittime di discriminazioni razziali, nonostante gran parte di essi siano diventati cittadini dell'UE a seguito degli ampliamenti del 2004 e del 2007, «beneficiando del diritto ... di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri». Osserva inoltre che "l'antizingarismo" o fobia dei rom «è ancora diffuso in Europa», ma anche «promosso e utilizzato dagli estremisti», culminando talvolta «in attacchi razzisti, discorsi improntati all'odio, attacchi fisici, espulsioni illegali e vessazioni da parte della polizia».

Nel condannare «senza eccezioni e senza ambiguità possibili» tutte le forme di razzismo e di discriminazione cui sono soggetti i rom e altre comunità considerate "zingari", il Parlamento considera che la situazione dei rom europei sia «diversa» da quella delle altre minoranze e, pertanto, è giustificata «l'adozione di misure specifiche a livello europeo». Sollecita quindi la Commissione a sviluppare una strategia quadro europea per l'inserimento dei rom, che miri a dare coerenza alle politiche dell'UE a favore della loro inclusione sociale e ad elaborare un piano d'azione comunitario dettagliato che fornisca un sostegno finanziario per la realizzazione di questo obiettivo. A un commissario dovrebbe essere attribuita la competenze di coordinare la politica per i rom. 

Osservando che la segregazione nell'istruzione «continua ad essere tollerata negli Stati membri dell'Unione europea», condizionando in modo permanente «la capacità dei bambini rom di sviluppare e di sfruttare il loro diritto ad uno sviluppo educativo», il Parlamento sollecita la Commissione a rafforzare, in via prioritaria, la legislazione antidiscriminazione in questo campo. A suo parere, inoltre, occorre intensificare gli sforzi per finanziare e sostenere, negli Stati membri, azioni intese ad integrare i bambini rom, sin dalla più tenera età, nei sistemi di istruzione ordinari. Anche perché, come suggerito da Roberta ANGELILLI (UEN, IT) in nome del suo gruppo, «l'istruzione è uno strumento fondamentale per combattere l'esclusione sociale, lo sfruttamento e la criminalità». Occorre combattere anche lo sfruttamento dei bambini rom, «l'accattonaggio che sono costretti a praticare e il loro assenteismo scolastico».

Le comunità rom, per i deputati, «presentano in media livelli inammissibilmente elevati di disoccupazione». La Commissione dovrebbe pertanto sostenere l'integrazione dei rom nel mercato del lavoro mediante un sostegno finanziario alla formazione e alla riconversione professionale, azioni positive, un'applicazione rigorosa delle leggi antidiscriminazione nel settore dell'occupazione e misure atte a promuovere presso i rom il lavoro autonomo e le piccole imprese. A quest'ultimo proposito, invitano la Commissione a considerare la possibilità di un sistema di microcredito per promuovere l'avvio di piccole imprese e «sostituire la prassi dell'usura». Sottolineano poi l'importanza di promuovere la presenza dei rom a tutti i livelli dell'amministrazione pubblica, comprese le istituzioni europee.

Il Parlamento sottolinea poi che «condizioni di vita deplorevoli e insalubri e una ghettizzazione evidente» sono fenomeni ampiamente diffusi tra i rom, i quali sono regolarmente «vittime di espulsioni forzate o viene loro impedito di abbandonare tali aree». Sollecita quindi la Commissione a sostenere programmi volti a porre fine al fenomeno delle baraccopoli rom – «che generano gravi rischi sociali, ambientali e sanitari» – e a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di alloggio per i rom. Facendo proprio un altro emendamento della deputata italiana, il Parlamento sollecita inoltre gli Stati membri a risolvere il problema dei campi, «dove manca ogni norma igienica e di sicurezza e nei quali un gran numero di bambini rom muoiono in incidenti domestici, in particolare incendi, causati dalla mancanza di norme di sicurezza adeguate».

Consiglio, Commissione e Stati membri sono poi invitati a sostenere programmi nazionali volti a migliorare la situazione sanitaria delle comunità rom, in particolare introducendo un adeguato programma di vaccinazioni per i bambini. In proposito, il Parlamento sollecita la fine dell'esclusione sistematica di talune comunità rom dall'assistenza sanitaria, come anche delle «violazioni estreme dei diritti dell'uomo» nell'ambito del sistema sanitario, «comprese la segregazione razziale nelle strutture sanitarie e la sterilizzazione forzata delle donne rom». La maggior parte di queste ultime, osservano peraltro i deputati, subisce una doppia discriminazione, «in quanto rom e in quanto donne». Se i deputati sono d'accordo nell'invitare gli Stati membri a combattere i maltrattamenti delle donne rom, hanno però respinto un altro emendamento proposto sempre dalla deputata italiana dell'UEN, che chiedeva agli stessi rom di rispettare i diritti umani, in particolare per quanto riguarda donne e bambini, «evitando matrimoni forzati».

Il Parlamento esorta la Commissione a creare una mappa paneuropea delle crisi, sulla cui base sono individuate e monitorate quelle aree dell'UE le cui comunità rom «risultano essere le più minacciate dalla povertà e dall'esclusione sociale». D'altro canto, riconosce che le competenze fondamentali e il principale investimento in termini di volontà politica, tempo e risorse «devono essere a carico degli Stati membri». Sottolinea poi l'importanza che riveste il fatto di coinvolgere le autorità locali per garantire un'esplicazione efficace degli sforzi volti a promuovere l'inserimento dei rom e a combattere la discriminazione.

Secondo i deputati infine, l'Olocausto dei rom (Porajmos) «merita un pieno riconoscimento commisurato alla gravità dei crimini nazisti volti ad eliminare fisicamente i rom d'Europa, così come gli ebrei e altri gruppi mirati». A tale proposito, invitano la Commissione e le autorità competenti a compiere i passi necessari «per porre termine alle attività di ingrasso dei suini sul sito dell'ex campo di concentramento di Lety (Repubblica Ceca), lasciando spazio ad un monumento commemorativo che onori le vittime delle persecuzioni».

www.europarl.europa.eu 

Bruxelles, 31 gennaio 2008
 
                               

 

 

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