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Anno 7 Numero 338

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

Medici Senza Frontiere chiude l'intervento di emergenza nell'isola di Lesbo

L'Organizzazione esprime profonda preoccupazione per l'insufficiente contributo delle autorità nell'assistenza ai migranti detenuti



Medici Senza Frontiere (MSF) annuncia la chiusura del progetto di emergenza, dopo soli quattro mesi, nel centro di detenzione per migranti di Lesbo (Mytiline), e chiede alle autorità greche di assumersi le proprie responsabilità, garantendo assistenza medica adeguata e condizioni di vita umane ai migranti. 

L'intervento di emergenza di MSF è cominciato a giugno 2008 dopo una missione esplorativa che ha confermato la carenza di assistenza medica e psicologica e ha evidenziato condizioni di vita pessime per i migranti chiusi nei centri di detenzione. La mancanza di supporto e di impegno da parte delle autorità ha condizionato pesantemente gli sforzi dell'organizzazione per fornire assistenza medica e per migliorare le condizioni di vita nei centri. Tale situazione ha convinto MSF a non continuare il progetto nel centro di detenzione. 

Di conseguenza MSF ritiene che non abbia senso continuare il progetto nel centro di Lesbo. 
"Il contributo limitato delle autorità ha ostacolato il nostro sforzo di offrire assistenza medica e di migliorare le condizioni all'interno del centro di detenzione", ha detto Yorgos Karagiannis, capo missione dei progetti di MSF per i migranti senza documenti in Grecia. "In numerose occasioni il team medico ha dovuto visitare i pazienti attraverso le sbarre, poiché i migranti non erano autorizzati ad uscire dalle stanze. Ci sono voluti più di tre mesi – con la pressione di MSF e di altri attori – per permettere ai migranti di utilizzare regolarmente il cortile, assegnare un nuovo medico alla struttura e avviare i lavori di manutenzione del centro. Gli interventi tecnici che abbiamo realizzato per migliorarne le condizioni avrebbero fatto la differenza, ma le autorità non hanno potuto garantire né una minima manutenzione, né gli interventi di pulizia. Devono pertanto dimostrare l'impegno necessario per tale situazione, dal momento che ci sono ancora donne, minori e bambini piccoli rinchiusi negli stessi locali degli uomini adulti, in condizioni inaccettabili, senza alcuna attenzione ai loro crescenti bisogni", sottolinea Karagiannis. 

Dall'inizio del progetto, l'organizzazione ha fornito assistenza medica e psicologica ai migranti che provengono maggiormente da Afganistan, Somalia o Palestina, e fugge da guerra, violenza, fame e da condizioni di vita estreme. E' significativo che il numero totale di immigrati detenuti nell'isola fino ad agosto sia stato di 6.863 (secondo i dati di delle autorità di Polizia di Lesbo), superando già il numero totale del 2007 (6.147 persone). Nonostante l'accesso limitato, MSF ha visitato 1.202 pazienti che nella maggioranza dei casi evidenziano patologie quali infezioni respiratorie e malattie dermatologiche. Inoltre, ha garantito assistenza medica a migranti affetti soprattutto da ansia, stress post-traumatico e depressione. L'organizzazione stima che il numero dei pazienti visitati avrebbe potuto essere il doppio se vi fosse stato libero accesso ai migranti detenuti. 

MSF sottolinea la necessità di misure immediate da parte delle autorità per assicurare condizioni di vita umane e assistenza medica all'interno dei centri, specialmente per donne e bambini e di garantire che le migliorie apportate nella struttura siano sostenibili. L'organizzazione effettuerà un attento monitoraggio dei centri di detenzione e continuerà a rispondere ai bisogni dei migranti senza documenti presenti nel paese a Patrasso. 


Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo, insignita nel 1999 del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. 

www.msf.org 

Atene/Roma, 1 ottobre 2008
 
                               

 

 

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