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Anno 7 Numero 306

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

La FAO assiste la popolazione di Gaza, malgrado le molte restrizioni

Beneficiari dei progetti comunità di pastori, pescatori ed agricoltori




Malgrado le restrizioni che rendono difficile l’importazione di fattori produttivi basilari, la FAO è impegnata nella Striscia di Gaza con diversi progetti di emergenza che puntano a riavviare la produzione agricola e migliorare le condizioni di vita della popolazione. 

L’ottanta per cento degli abitanti di Gaza dipende al momento dagli aiuti alimentari e i prodotti coltivati localmente rappresentano dunque una fonte vitale di cibo fresco. 

La FAO ha in corso 14 progetti nella West Bank e nella Striscia di Gaza, con la maggior parte delle attività (85 per cento) concentrate nella West Bank. Secondo gli esperti però l’area che desta maggiore preoccupazione dal punto di vista umanitario è Gaza, dove l’agricoltura e la pesca risentono pesantemente della mancanza di fattori produttivi, delle limitazioni alle esportazioni e delle restrizioni delle zone di pesca.

Lo scarso volume di aiuti umanitari nei confronti di Gaza deriva soprattutto dal fatto che è quasi impossibile fare arrivare in questa zona beni ed attrezzature internazionali.


L’appello consolidato 

Finanziatori di questi progetti – per un totale di circa 10 milioni di dollari – sono: Italia, Spagna, Giappone, Norvegia, la Commissione Europea e l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite. Attraverso il procedimento dell’Appello interistituzionale unificato delle Nazioni Unite, la FAO ha richiesto 7.3 milioni di dollari in più per il 2008 per rimettere in piedi la produzione agricola, migliorare le condizioni di vita degli agricoltori, degli allevatori, dei pescatori e per meglio monitorare la sicurezza alimentare e rafforzare il coordinamento degli interventi nel settore rurale.

Il personale FAO locale lavora nel compound degli edifici UNSCO (il Coordinamento Speciale dell'ONU per i Territori Occupati) a Gaza City, e malgrado le difficoltà, è impegnato a riavviare per quanto possibile la produzione agricola. Alcuni fattori produttivi agricoli possono essere acquistati localmente, ma è molto difficile riuscire ad importare beni reperibili solo a livello internazionale, come ad esempio i teli di plastica per la copertura delle serre – che sono infatti in attesa di lasciapassare da parte delle autorità israeliane.

Suzanne Raswant, funzionario senior per la pianificazione delle operazioni d’emergenza della FAO, che il mese scorso ha visitato Gerusalemme, la West Bank e la Striscia di Gaza, ha affermato di essere stata “positivamente colpita dall’energia e dall’impegno del gruppo di lavoro FAO a Gaza, che sta lavorando duramente e in condizioni molto difficili per portare a termine le attività di appoggio e di assistenza”. 


Migliorare la produzione e le condizioni di vita 

I progetti puntano ad incrementare la capacità produttiva ed assicurare migliori condizioni di vita ad agricoltori, pastori, piccoli allevatori e pescatori. Tra le iniziative specifiche dei progetti vi sono lo sviluppo dell’orticoltura e delle serre ed il ripristino delle strutture per l’irrigazione. Tutti i progetti prevedono corsi di formazione sia per i piccoli allevatori che per le donne addette alla trasformazione alimentare.

La FAO sta inoltre avviando un piccolo programma per contrastare l’influenza aviaria, per rafforzare la capacità di individuazione e di risposta ai focolai della malattia. Corsi di formazione sono stati forniti al personale sul campo per quanto riguarda le misure di controllo e di individuazione dei focolai, la diagnostica di laboratorio e le misure di bio-sicurezza. Un laboratorio per il monitoraggio della malattia a Gaza City è stato attrezzato con strumenti per fare analisi.

www.fao.org 

Roma, 21 febbraio 2008
 
                               

 

 

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