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Migliori condizioni di vita per migliaia di famiglie povere nel nord est del Brasile
Una storia di successo con il contributo delle Regioni Toscana e Veneto. Alla FAO il Governatore dello stato brasiliano di Piaui
Due progetti FAO, lanciati grazie al contributo delle Regioni Toscana e Veneto ed al sostegno del Ministero degli Esteri italiano, hanno permesso la costruzione di migliaia di cisterne e lo sviluppo di piccole attività produttive (micro-orti) in una regione semiarida del Brasile. Oggi presso la FAO il Governatore dello Stato brasiliano di Piaui, José Wellington, ha fatto un bilancio dei risultati raggiunti.
Quando l’acqua è un bene di lusso
Nella regione di Dois Irmaos (I due fratelli), una vasta area del nord-est del Brasile compresa tra gli stati di Bahia e Piaui, gli abitanti dediti per lo più ad un’agricoltura di sussistenza, per molti mesi all’anno devono fare i conti con lunghi periodi di siccità. La scarsità ed irregolarità delle precipitazioni si traducono per migliaia di famiglie rurali povere in mancanza di cibo e in precarie condizioni igienico-sanitarie. Si stima che il 40 per cento della popolazione di questa regione viva infatti al di sotto della soglia di povertà.
Nell’ambito di un progetto FAO cofinanziato con fondi raccolti da 108 comuni e da 10 province della Regione Toscana, sono state costruite migliaia di cisterne per la captazione delle acque pluviali per migliorare la disponibilità d’acqua anche durante i periodi di siccità, per uso domestico ed agricolo.
Una migliore alimentazione
Un altro progetto, frutto anch’esso della collaborazione tra una regione italiana, il Veneto, il Ministero degli Esteri e la FAO, ha promosso l’introduzione e la diffusione nelle aree periferiche della capitale dello Stato di Piaui, la città di Teresina, di micro-orti e di sistemi di colture idroponiche per la produzione di ortaggi, sia per il consumo che per il mercato. I beneficiari sono stati principalmente associazioni di donne in condizioni di povertà estrema riunite in “Clubes de Mães”, club di madri. Grazie al progetto si è riusciti a migliorare la qualità e la quantità dei pasti delle famiglie, ed anche ad offrire opportunità di reddito alle donne. Il progetto si è avvalso della partecipazione attiva di centri accademici e delle università di Padova e di Teresina.
La cooperazione decentrata
Entrambi i progetti sono stati realizzati nel contesto del programma di cooperazione decentrata della FAO, una forma relativamente nuova di partenariato che vede enti locali collaborare insieme per promuovere la sicurezza alimentare. Avviato nel 2003, il Programma attualmente ha 20 progetti operativi per un budget totale di 13.5 milioni di dollari, ed ulteriori 1,5 milioni di dollari sono in fase di approvazione. Il programma ha visto finora la partecipazione di quattro governi centrali (Italia, Francia, Belgio e Spagna) e 15 amministrazioni locali a vario livello (comuni, province,regioni), oltre il sostegno di ONG e del settore privato.
Il ruolo dell’Italia
L’Italia è stata, sin dal suo avvio, tra i principali sostenitori del Programma di Cooperazione Decentrata. Nell’ambito dell’accordo siglato con il Ministero degli Affari Esteri italiano, la FAO ha avviato accordi e progetti concreti con regioni (Toscana, Piemonte, Marche, Molise, Veneto e Valle D’Aosta), province (Bolzano e Bologna) e comuni (Roma, Milano, Reggio Emilia e Firenze). Accordi sono stati firmati anche con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) e con l’Unione delle Province Italiane (UPI).
All’incontro odierno erano presenti oltre i rappresentanti delle due regioni, Fabrizio Pizzanelli per la Regione Toscana e Diego Vecchiato per la Regione Veneto, il coordinatore per la cooperazione decentrata del Ministero degli Affari Esteri italiani, Stefano Cacciaguerra ed il Direttore Generale Aggiunto della FAO, James G. Butler.
www.fao.org
Roma, 25 febbraio 2008
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