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Il melanoma
I Nevi sono macchie di colore variabile dal marrone al nero. Sono costituite da cellule dette melanomi o nevociti, hanno dimensioni variabili, sono rotondeggianti o ovalari, di superficie piena o rilevata; sono delle formazioni benigne che acquistano importanza in quanto alcune di loro possono simulare un melanoma e in altri casi il melanoma stesso può essere associato o crescere sul nevo.
Il Melanoma è un tumore maligno, aggressivo: esso rappresenta una neoplasia melanocitaria ad elevata mortalità se la diagnosi è tardiva. La sua incidenza è in continuo e progressivo aumento (l’incidenza raddoppia ogni 10 anni). Attualmente si osservano in Italia circa 10 nuovi casi su 100.000 abitanti l’anno.
Il melanoma colpisce soprattutto le persone giovani e di mezza età. L’età media di insorgenza è di 57 anni, 80% dei soggetti affetti ha un’età compresa tra i 35 ed i 65 anni, mentre è estremamente raro nei bambini.
Gli uomini presentano un rischio 1,5 volte maggiore rispetto alle donne; mentre è più frequente nelle donne, nelle aree geografiche con insolazione ed incidenza più bassa.
Generalmente nel sesso femminile è localizzato agli arti inferiori, mentre nel maschio è più frequente nel tronco, nel collo e nel capo. Più volte è stata segnalata la minore incidenza del melanoma nella razza nera rispetto a quella caucasica; la neoplasia presenta un’ampia diffusione in alcune aree geografiche quali l’Australia e la Nuova Zelanda.
ETIOPATOGENESI:
. FATTORI GENETICI
.FATTORI AMBIENTALI
.FATTORI COMPORTAMENTALI
I fattori di rischio per un melanoma sono:
- Essere portatori di numerosi nei;
- Essere di carnagione chiara con tendenza alle scottature solari ed ad avere capelli biondi o rossi e gli occhi chiari;
- Aver subito scottature solari, specialmente in età infantile;
- Intermittenti, intense e frequenti esposizioni al sole o alle lampade abbronzanti;
- Uno o più casi di melanomi in famiglia
- Aver già subito l’asportazione di un melanoma;
poiché l’esposizione al sole è il fattore primario, è necessario osservare alcune regole cioè:
. Fare attenzione all’esposizione sin dalla prima infanzia;
. Evitare le ore in cui i raggi solari ultravioletti sono più intensi, ossia dalle ore 13,00 alle 16,00.
. Abbronzarsi in maniera graduale; troppo sole invecchia la pelle.
. Usare creme con fattore di protezione inizialmente più alto e nei casi di pelle molto sensibile, consultando il dermatologo.
.Fare attenzione ad evitare sostanze antibiotiche, profumi etc , che aumentano la sensibilità della pelle e possono rivelarsi foto allergici e fototossici.
.Evitare d restare per molto tempo immobili al sole.
.Non esporsi al sole se affetti da Herpes o se non in perfette condizioni fisiche.
.Idratare la pelle dopo l’esposizione ai raggi solari.
Il melanoma può avere una fase di latenza per mesi o per anni prima di diventare invasivo. Può insorgere su nevi melanocitil preesistenti o su una pelle sana. La terapia è chirurgica; nelle fasi avanzate le possibilità terapeutiche sono protocolli chemioterapici, i modificatori della risposta biologica ed i vaccini. Purtroppo, al momento, nonostante gli enormi sforzi effettuati, non esiste una terapia valida per tale neoplasia nelle fasi più gravi della malattia. Da queste considerazioni si evince che l’unica possibilità “vera” per curare il melanoma risiede nel suo riconoscimento in fase “precoce”, quando è ancora confinato nell’epidermide e non in grado di metastatizzare e nella successiva asportazione chirurgica. L’asportazione deve comprendere un’area di cute sufficientemente ampia e profonda e viene seguita dell’identificazione dell’ linfonodo sentinella, dall’ analisi dello stesso ed eventualmente, in caso di positività, dall’ asportazione di tutti gli altri linfonodi presenti in quella sede.
Per migliorare la conoscenza della lesioni a rischio, è stata indotta la regola dell’ABCDE.
Le caratteristiche dei nevi sospetti sono infatti :
A Asimmetria
B Bordi irregolari
C Colore disomogeneo
D Dimensioni superiori ai 6mm
E Evolutività
Per migliorare la qualità diagnostica dei dermatologi, sono stati introdotti vari metodi che non sono invasivi tra cui l’epiluminescenza. Il miglioramento tecnologico ha fatto si che oggi abbiamo a disposizione metodologie che oltre ad allargare le possibilità diagnostiche, permettono attraverso immagini digitali anche di standardizzare i paramentri di riferimento e di immagazzinare dati e immagini per un più preciso follow up dei pazienti.
www.ifo.it
Roma, 13 novembre 2008
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