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di Marina Pinto
È difficile stabilire se l’opera di Giacomo Puccini (1858-1924), il maggiore compositore di teatro musicale del suo tempo, avrebbe trovato la sua felice collocazione nella storia della musica senza la generosa e rettilinea genealogia che operò alle sue spalle.
Infatti il famoso compositore toscano vanta una famiglia di musicisti di tutto rispetto, che inizia nel lontano 1712, quando nacque Giacomo Puccini “l’ancien”, ovvero il capostipite. Era costui un famoso e bravo organista ed un valente insegnante della città di Lucca, nonché membro dell’Accademia Filarmonica di Bologna, ed organisti furono anche suo figlio e i suoi nipoti, fino ad arrivare al “nostro” Giacomo Puccini che divenne il celebrato compositore che tutti conosciamo.
Al tempo di Puccini senior l’Accademia Filarmonica di Bologna era un’istituzione musicale fra le più importanti del tempo, dove studiarono moltissimi artisti, dal castrato Farinelli a Gioacchino Rossini. Fondata dal Conte Vincenzo Maria Carrati nel 1666, tale Accademia divenne immediatamente punto di riferimento della vita musicale cittadina e, nel volgere di pochi anni, essa estese la sua influenza su tutto il continente europeo.
Per la fama dei musicisti che sempre più numerosi vennero ammessi a farne parte, l’Accademia Filarmonica bolognese conobbe nel XVIII secolo il suo periodo di massimo splendore; attraverso i secoli successivi essa ha poi mantenuto inalterato il suo prestigio, come è documentato dall’importanza dei testi musicali conservati nell'Archivio. Fra questi testi, vanno menzionati numerosi manoscritti degli antenati di Giacomo Puccini, tutti compositori lucchesi di grande prestigio.
Risale quindi alla prima metà del XVIII secolo la presenza di un Puccini a Bologna, quando Giacomo “l’ancien” (1712-1781) si recò a studiare da Padre Martini, attratto dalla fama dell’Accademia di cui divenne membro nel 1743.
Nel 1771 si sottopose al difficile esame di aggregazione alla stessa Accademia il figlio di Giacomo, Antonio Benedetto (1747-1832). Alla fine del ‘700 fu a Bologna il figlio di Antonio, Domenico (1771-1815), ed ancora ci fu suo figlio Michele (1813-1864) che fu aggregato all’Accademia nel 1836; il “nostro” Giacomo Puccini (1858-1924), infine, fu acclamato membro dell’Accademia Filarmonica nel 1899.
Ecco visualizzato l’albero genealogico degli avi musicisti di
Puccini:
Giacomo Puccini (il capostipite)
(1712-1781)
organista del Duomo di Lucca e primo membro della famiglia
dell’Accademia Filarmonica di Bologna
----------------------------------------------
Antonio Benedetto
(1747-1832)
organista
-----------------------------------------------
Domenico
(1771-1815)
organista
----------------------------------------------
Michele
(1813-1864)
organista
----------------------------------------------
Giacomo
Michele II
(1858-1924)
musicista
(morto a 27 anni)
Il recente ritrovamento di una ricca documentazione manoscritta di Giacomo Puccini senior nell’Archivio della Filarmonica, va ad arricchire di un nuovo importante capitolo lo storico legame fra i Puccini e la secolare istituzione bolognese.
Il ritrovamento è avvenuto nel Dicembre del 1995: nel procedere al re-inventario del cosiddetto “Fondo speciale” dell’Archivio, i responsabili dell’Accademia notarono, fra gli innumerevoli incartamenti conservati, una cartella nera chiusa con dei lacci, con scritto sopra: “Documenti pucciniani”. Aperto il fascicolo ne sono emersi un gran numero di fogli manoscritti, il cui straordinario interesse è apparso subito evidente.
Tra le tante pagine di musica ritrovate, spicca l’oratorio “Il martirio di San Valentino”, del 1754, che è uno dei lavori più interessanti del Puccini senior; la partitura, conservata presso l’Istituto Musicale “Luigi Boccherini” di Lucca, costituisce inoltre una importante fonte di rilievo per la ricostruzione della tradizione oratoriale in Toscana nel secolo XVIII, anche in considerazione dell’esiguità delle fonti musicali di quel tempo.
Il rinvenimento di notizie di primaria importanza nelle cronache musicali di Giacomo Puccini senior consente di apprezzare la sua musica ed anche di conoscere la tradizione della celebrazione annuale della festa del patrono San Valentino, taumaturgo e liberatore degli indemoniati, nonché – come tutti sanno – protettore degli innamorati..
Roma, 30 luglio 2008
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