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Anno 7 Numero 337

Direttore Responsabile Guido Donati

                        

 

BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA - VENEZIA

MOSTRA

“Venezia nelle fotografie di Carlo Naya della Biblioteca Vallicelliana”

Venezia, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana
3 – 30 ottobre 2008


La Biblioteca Nazionale Marciana, dal 3 al 30 ottobre prossimi, ospiterà, nelle sue Sale Monumentali (Libreria Sansoviniana) la mostra “Venezia nelle fotografie di Carlo Naya della Biblioteca Vallicelliana” a cura di Alberto Manodori Sagredo.
Saranno esposte 106 fotografie di tema veneziano provenienti dall’Archivio Fotografico della Biblioteca Vallicelliana (Roma). Per l’occasione saranno esposte anche alcune delle fotografie di Carlo Naya tratte dal fondo omonimo depositato presso la Biblioteca Marciana nel 1880 che consta di 194 pezzi.

Venezia, fin dalla nascita della fotografia, è stata la città più fotografata del mondo: le vedute dei fotografi presero ben presto a gareggiare con guazzi e acquerelli, proponendo una cartolina-souvenir, che non aveva eguale, per chiarezza e precisione fisionomica.

Carlo Naya (Naja, Naya, Naija?), nato a Tronzano Vercellese il 2 agosto del 1816, giunse a Venezia verso il 1857 dopo un lungo viaggio, anche fotografico, nel bacino del Mediterraneo, documentò sistematicamente la città in ogni suo aspetto fino alla sua morte, avvenuta nel 1882: i palazzi, le opere d’arte, le vedute e le scene di genere folkloristiche, ovvero i soggetti generalmente preferiti ovunque dai fotografi, e destinati al grande mercato che la fotografia aveva ormai conquistato, ma Naya sapeva scegliere con particolare cura e descriverli con singolare accuratezza tecnica. A Venezia egli aprì un laboratorio e un negozio in piazza San Marco, ai numeri 77 e 78bis, e in campo San Maurizio al civico 2758. Si dedicò alla ripresa di vedute d'architettura e di ambiente, ma soprattutto alla riproduzione d'arte; è assai noto il suo rilievo fotografico degli affreschi di Giotto a Padova, eseguito nel 1865, dopo i restauri. Naya non si limitò a svolgere un lavoro artigianale da piccola bottega d’arte ma, come gli Alinari, ampliò rapidamente il suo atelier assumendo parecchi aiutanti sia per i lavori esterni che per quelli di laboratorio ed editoriali. 

Scrive Alberto Manodori Sagredo nella sua introduzione al catalogo: “Queste immagini vallicelliane confermano il debito di eredità che la fotografia veneziana deve a Carlo Naya, maestro della fotografia dei viaggiatori, ma anche attento osservatore e innamorato dell’immagine e dell’identità della sua Venezia”. 

Come ebbe a scrivere Italo Zannier nel suo volume L' occhio della fotografia: protagonisti, tecniche e stili dell'invenzione maravigliosa (Roma, 1988): “Il negozio di Naya, scrisse un cronista della “Gazzetta privilegiata di Venezia” era “un gioiello degno della piazza San Marco” dove erano i fotografi, allora a vendere i souvenirs della città, ossia le loro fotografie.”

Biblioteca Nazionale Marciana – Ufficio Stampa, dott. ssa Annalisa Bruni

Venezia, 29 settembre 2008
 
                               

 

 

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