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ICEMAN PHOTOSCAN
Sito web e libro
Il ritrovamento dell’Uomo venuto dal ghiaccio ha messo a disposizione di antropologi e archeologi un ricco patrimonio di dati, grazie ai quali è stato possibile ricavare informazioni preziose per ricostruire la vita di un uomo dell’età del rame. L’interesse scientifico a svolgere analisi approfondite sul corpo della mummia si scontra però con la necessità di garantirne la conservazione. Le severe misure a tutela di un bene culturale unico al mondo, ne impediscono infatti l’avvicinamento da parte di un vasto pubblico. Per proteggere dal degrado il corpo dell’Iceman e al tempo stesso dare a ricercatori e grande pubblico la possibilità di studiare e ammirare la più antica mummia umida mai stata rinvenuta, l’Istituto per le Mummie e l’Iceman dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) ha realizzato un progetto unico nel suo genere.
Il progetto
Il corpo dell’Iceman è stato fotografato da sedici diverse angolazioni e tutte le immagini, alcune delle quali in 3D, sono state raccolte in un libro e sul sito
www.icemanphotoscan.eu
Il sito, disponibile in italiano, inglese e tedesco, può essere consultato gratuitamente e permette di osservare dettagli dell’Uomo venuto dal ghiaccio che non sarebbero visibili ad occhio nudo.
L’alta risoluzione delle immagini garantisce per ogni ingrandimento una visione molto nitida oltre alla fedeltà del colore. L'intuitiva funzione zoom permette di passare dall’immagine dell’intero corpo fino a particolari di pochi millimetri.
Il libro “Iceman Photoscan” a cura di Marco Samadelli è edito dalla casa editrice Pfeil di Monaco.
Utilizzo
Per accedere al sito www.icemanphotoscan.eu
non è necessario registrarsi e nemmeno scaricare software specifici.
Iceman Photoscan è stato pensato per diversi livelli di utilizzo:
• Comunità scientifica: ricercatori, studiosi, esperti di tutto il mondo possono raccogliere materiale e condurre ricerche sull’Iceman senza doversi fisicamente recare a Bolzano. Questo favorisce anche lo scambio di informazioni tra esperti di diversi paesi.
• Vasto pubblico: studenti, insegnanti, famiglie, semplici cittadini, chiunque sia interessato può ammirare da casa propria un bene culturale unico al mondo.
Realizzazione della scansione fotografica
• Özti è stato rimosso dalla cella nella quale viene normalmente custodito ed ha subìto un superficiale processo di decongelamento in modo che, tolto un leggero strato di ghiaccio, tutti i dettagli risultassero ben visibili.
• La sessione fotografica si è svolta nell’arco di 48 ore, in modo da non compromettere la conservazione della mummia.
• Per ottimizzare i tempi è stato necessario definire in anticipo e in maniera accurata in che modo procedere durante il servizio fotografico. Durante le necessarie fasi di sperimentazione, è stata riprodotta in scala la cella di decontaminazione dove l’Iceman è stato fotografato, in modo che i fotografi Marco Samadelli e Gregor Staschitz potessero abituarsi a lavorare in uno spazio molto ristretto.
• Per mappare l’intero corpo della mummia sono state realizzate oltre 150.000 immagini.
I tatuaggi
Un'attenzione particolare è stata dedicata alla documentazione degli oltre cinquanta tatuaggi presenti sul corpo della mummia. Questa sezione rivela la mappatura completa dei tatuaggi attraverso foto in alta risoluzione dei singoli punti di interesse.
È possibile confrontare le immagini scattate con luce bianca con quelle realizzate con una particolare luce ad UV.
Immagini 3D
Un'apposita selezione di immagini offre la possibilità di osservare la mummia in una prospettiva tridimensionale utilizzando gli appositi occhiali per anaglifo (ciano/rosso), facilmente reperibili in internet.
Note tecniche
• Documentare un oggetto tridimensionale rappresenta un problema dal punto di vista della fisica, dovuto al fatto che è necessario registrare in maniera corretta anche la profondità di campo. Otticamente non è semplice ottenere una visione uniformemente chiara o a fuoco quando si fotografa con un obiettivo in macrofotografia. Numerosissime sono state le prove e le misurazioni effettuate per ottenere il miglior compromesso tra messa a fuoco, profondità di campo e distanza di ripresa.
• La macchina fotografica, o per meglio dire, il sistema di ripresa impiegato è un banco ottico a “grande formato” dotato di dorso digitale. La particolarità del sensore di acquisizione ha reso necessario abbinare al sistema di ripresa un computer portatile dove registrare le numerose immagini.
• Uno studio speciale è stato dedicato alla scelta delle luci da impiegare. Non potendo utilizzare illuminatori che apportassero troppa energia e pericolose radiazioni, la scelta si è concentrata sulle lampade di tipo flash.
L’Istituto per le Mummie e l’Iceman dell’EURAC è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio.
Bolzano, 03 marzo 2009
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